First look Warehouse 13 - Stagione 1

Due agenti dell'FBI alle prese con misteriosi oggetti dai poteri soprannaturali

First look Warehouse 13 - Stagione 1
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Per Warehouse 13 si sono fatti paragoni importanti con serie cult degli anni '90 come X-Files. Quando però si vanno a toccare mostri sacri del piccolo schermo come la serie di Chris Carter, si dovrebbe fare maggiore attenzione perché si rischia d'illudere una larga fetta di pubblico che attende da allora gli eredi di Fox Mulder e Dana Scully.

La verità è là dentro

Antiche statue Inca, dipinti capaci di impossessarsi di malcapitate ragazzine, diari che racchiudono lo spirito di potenti maghi. Questo è quello che vi dovete aspettare da ogni puntata di Warehouse 13.
Myka Bering (Joanne Kelly) e Peter Lattimer (Eddie McClintock) vagano infatti per gli Stati Uniti alla ricerca di manufatti del passato che hanno in sé poteri soprannaturali che potrebbero mettere in pericolo la vita delle persone con cui entrano in contatto o addirittura distruggere l'intera umanità.
Artie (Saul Rubinek), invece, guiderà le loro mosse dal misterioso ed enorme magazzino in cui questi oggetti potenzialmente fatali saranno infine inscatolati e schedati.
Se la descrizione del magazzino non vi fosse del tutto chiara vi invitiamo a vedere gli ultimi secondi del film “Indiana Jones e i predatori dell'arca perduta” perché la somiglianza fra i locali è al limite del plagio.

Staccarsi dal passato. Purtroppo.

Warehouse 13 è senza dubbio una serie in cui le citazioni abbondano. Anzi, sono fin troppe e decisamente troppo palesi, tanto che finiscono per distrarre lo spettatore che si ritroverà a domandarsi dove ha già visto quella scena perdendo immancabilmente il filo della trama.
Per non essere una copia esatta del già citato X-Files gli autori hanno deciso di tralasciare gli aspetti inquietanti che caratterizzavano la serie del '93 per concentrarsi invece su una piacevole ma talvolta ridondante ironia. Parliamoci chiaramente: gli attori recitano bene, le battute possono essere anche divertenti e le storie talmente surreali da far sorridere, ma se si parla di oggetti che potrebbero provocare la fine del mondo, uno si aspetta anche un minimo di tensione, cosa che nelle prime puntate manca del tutto. Vi sembra una pecca trascurabile? Vi sembra che in un telefilm che dovrebbe essere drammatico la mancanza della suspense sia tutto sommato poca cosa? Va bene, allora a questo aggiungiamo che le spiegazioni pseudo-scientifiche che concludono in genere ogni episodio (rigorosamente autoconlusivo) e che hanno fatto accostare Warehouse 13 a Fringe, sono talmente banali e poco credibili (oltre che spesso storicamente imprecise visto che in più di un'occasione si fa riferimenti a personaggi realmente esistiti) che in più di un'occasione ci siamo domandati se gli sceneggiatori avessero consultato dei bambini delle elementari per farsi venire in mente qualche idea.

La luce in fondo al magazzino

Chi di voi ha avuto il piacere di godersi tutte le stagioni di X-Files si ricorderà che la serie si basava moltissimo sul “non sicuro”. Non si sapeva se esistessero davvero gli alieni, non si sapeva se il governo fosse in qualche modo invischiato con loro e non si sapeva nemmeno se Fox e Dana si sarebbero alla fine concessi uno strameritato bacio. La voglia di andare avanti e di scoprire poco alla volta quello che sarebbe successo fece di X-Files un piccolo capolavoro televisivo.
Warehouse 13 prova a ripetere l'esperimento disseminando qua e là piccoli quesiti che stuzzicano (o dovrebbero stuzzicare) la fantasia e la curiosità dello spettatore. In parte la cosa riesce, soprattutto quando il discorso si sposta sul magazzino stesso del quale si sa poco e nulla. Manca invece tutto il resto: se anche il rapporto tra i due agenti risulta da subito essere di quel conflittuale tendente al passionale, l'evolversi della cosa lascia per lo più indifferenti, probabilmente anche a causa di un ritmo narrativo lento e poco accattivante, di una colonna sonora mediocre e dei dialoghi spesso forzatamente ironici.

Warehouse 13 - Stagione 1 Dire che Warehouse 13 sia stata una completa delusione forse è un'esagerazione detta da chi si aspettava un'altra tipologia di prodotto. Pubblicizzata come una serie capace di incollarti davanti allo schermo, siamo rimasti invece sconcertati dalla mancanza di iniziativa e di originalità che traspira dalle prime puntate. Pensare ad un brusco e improvviso cambio di direzione nel proseguo della stagione pare davvero difficile. Certo, la speranza è l'ultima a morire ma per adesso alza bandiera bianca anche lei.