Il primo aprile ha fatto il suo debutto sugli schermi di SyFy Wynonna Earp, serie che si basa su un fumetto di metà anni '90 e che mescola lo stile western (riadattato ai tempi moderni), a quello horror, con una spolverata di drama che da sempre è un toccasana per il piccolo schermo.
Un progetto che in parte può ricordare celebri serial del passato, unendo atmosfere e ispirazioni, e con protagonista una giovane eroina dalla personalità decisa.
I tanti elementi potrebbero però pregiudicare il risultato finale, diventando difetti invece che punti di forza da sviluppare e valorizzare.
Purgatory
Wynonna (Melanie Scrofano) sta tornando alla sua città natale - il cui nome, Purgatory, è tutt'altro che casuale - per prendere parte al funerale dello zio. Dopo tanti anni di lontananza, però, scoprirà che ben poco è cambiato nella polverosa cittadina canadese e, proprio come la notte in cui perse la vita suo padre, dei demoni sanguinari si aggirano per le vie in cerca di vendetta. Tra rapporti familiari da ricucire, una maledizione che pende sulla sua famiglia, una speciale squadra governativa che vigila sulla contea e mostri pronti a ucciderla, la ragazza decide che è giunto il momento di smetterla di scappare dai fantasmi del proprio passato e di affrontare il futuro con un nuovo spirito combattivo. Impugnata la 6 colpi che fu di suo nonno, Wynonna dovrà cercare di regolare una volta per tutte i conti con le forze del male.
Una fusione multipla
Un'ambientazione western (al confine canadese), dialoghi pulp, creature demoniache, antiche maledizioni, una colonna sonora rock/folk e grandi esplosioni a rallentatore: questa prima puntata o la si odia o la si ama, poco da dire! La serie, che prova a mescolare molti generi diversi tra loro, parte da un'idea rischiosa ma interessante: destrutturare e decontestualizzare un po' un genere abusato come quello dell'action/horror. Nel complesso però, il risultato finisce per essere eccessivamente confusionario e alcune scene sin troppo scontate.
Il disegno che emerge da questa prima puntata è quello di un grande omaggio ad alcune serie cult degli anni '90 e 2000: sembra lampante infatti che gli sceneggiatori abbiano cercato di raccogliere la difficile eredità lasciata da Buffy e - in parte - da Firefly. Due prodotti che però avevano alle spalle il lavoro certosino di un certo Joss Whedon. Quello che sembra mancare al prodotto di Emily Andras, infatti, non è tanto l'idea di base, che è per lo meno pretenziosa ma che ha un suo perché, quanto l'espressività recitativa e quella brillantezza nei dialoghi tipici dei copioni di Whedon.
Prendiamo e buttiamo via tutto, quindi? Assolutamente no. Anzi, anche solo per aver voluto osare, a Wynonna Earp va riconosciuta una nota di merito; inoltre stiamo parlando di una serie con una sorta di cacciatrice, arrogante, sicura di sé e con una grande carica di sensualità addosso, che va in giro armata con una lunga pistola di fine '800 a far ripiombare negli inferi demoni assassini: il fascino intrinseco che può avere un prodotto così particolare non è da sottovalutare. D'altra parte, chiunque nella propria vita può aver bisogno di un guilty pleasure.
Questa premiere è volutamente esagerata in tutto: nei protagonisti, nei dialoghi, nell'ambientazione e nella trama. L’aver voluto mescolare generi diversi tra loro, inoltre, ha creato un pot-pourri dai diversi colori, non sempre ben affiancati e che, anzi, finiscono per donare un senso di già visto a tutta la puntata. Eppure la serie può avere dei risvolti positivi inaspettati: senza prendersi troppo sul serio e conscia di aver messo molta carne sul fuoco, Wynonna Earp potrebbe attirare l’attenzione di chi ama le pallottole, i demoni e le ragazze che guidano le Harley Davidson. Molto dipenderà dalla trama: se gli sceneggiatori saranno in grado di creare un intreccio degno di nota e se saranno capaci di donare un po' di carattere anche ai nemici che Wynonna dovrà affrontare, l’avere un’anima votata al trash potrebbe trasformarsi in un’arma vincente.