First look Z Nation - Stagione 2

La seconda stagione di Z Nation prende il via con un doppio episodio in grado di introdurre alcuni elementi utili a far trovare alla serie una propria personalità, putroppo per ora non ancora sviluppati

First look Z Nation - Stagione 2
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La mania per i morti viventi sembra non avere mai fine e, tralasciando la serie ispirata ai fumetti di Robert Kirkman, del cui titolo in questa recensione non se ne farà mai menzione, si stanno moltiplicando film e progetti per il piccolo schermo che hanno i vaganti come pretesto o come protagonisti. La maggior parte di opere di tale genere sono state meteore e ciò indipendentemente dalla qualità; si pensi a Dead Set e soprattutto a quella perla di In The Flesh, altre invece, passo dopo passo, si stanno guadagnando il loro posto al sole, procedendo inesorabili, contro ogni critica negativa, come una mandria di morti viventi inarrestabili. Tra queste c'è Z Nation, show inizialmente fin troppo simile al suo illustre predecessore, ma che sta tentando di darsi un'identità, specie dopo i primi episodi della seconda stagione.

Tutti vogliono Murphy

La seconda stagione di Z Nation si apre col botto...letteralmente. La première infatti mostra lo scoppio delle testate sganciate nel finale della prima. In verità però l'inverno nucleare non sembra destare troppa paura nei cuori dei protagonisti e soprattutto di Murphy (Keith Allan), il portatore sano del vaccino per gli zombie, l'uomo più prezioso per l'umanità.
L'uomo si ritrova, dopo una muta in piena regola, con la pelle di colore grigio e in fuga dal laboratorio dove avrebbero voluto sezionarlo come una cavia per scoprire i motivi della sua immunità al virus che ha colpito la Terra.
Per sfortuna di Murphy, però, il Cittadino Z (Dj Qualls), pur di non perdere di vista l'ultima speranza per l'umanità, prende una decisione estrema: trasmette un appello per la ricerca dell'uomo, ma, per dargli più forza, mette anche una taglia, sottolineando che va preso e consegnato vivo. Inutile dire che così facendo il Cittadino Z rende Murphy un bersaglio non solo per il gruppo di protagonisti e per il Governo americano, ma per chiunque, sulla Terra, abbia voglia di assicurarsi il vaccino e un'ingente somma di denaro. Inizia così una vera e propria caccia all'uomo.
Intanto anche il gruppo di protagonisti di Z Nation si mette alla ricerca di Murphy, ma non sarà facile proprio per i motivi di cui sopra. Gli scontri a fuoco abbonderanno e, come al solito gli umani, invece di unirsi per debellare il male, troveranno un ennesimo motivo per darsi addosso gli uni con gli altri.

Ironia e azione

Z Nation, almeno nella prima stagione, è stato visto come un mero clone di qualcosa di già visto, ciò ha portato inevitabilmente ad un mancato apprezzamento ed a recensioni non certo lusinghiere, per un'opera che è andata alla ricerca di un proprio senso e di una propria direzione, cercando di prendere le distanze da un archetipo fin troppo ingombrante, proponendo una lettura differente dell'apocalisse zombie.
Ironia ed azione, questi sembrano, a prima vista, gli elementi che danno una personalità al progetto.
La première, a mezzo della follia lucida di Murphy che vive l'apocalisse con sarcasmo, mostra tutta la decadenza tipica dei film di Romero e trova il suo apice nel numero della zombie che balla una pole dance fino a smembrarsi. Sicuramente non c'è la critica sociale che infarciva i film del padre della iconografia di genere, ma Murphy con le sue idee e il suo cinico modo di approfittare dei morti viventi può ricordarla senza dubbio.
Il secondo episodio esalta invece l'altro elemento distintivo di Z Nation: è una sequenza apparentemente senza fine di azione, sparatorie, inseguimenti, ove Murphy è il motore che accende e smuove gli altri personaggi.
La caccia all'unico uomo che può porre fine all'apocalisse è, almeno per ora, la trama principale, con buona pace per ogni altro approfondimento, tra cui persino la seconda apocalisse che i personaggi devono affrontare: l'inverno nucleare.
In tal senso, almeno per ora, gli autori dimostrano di non aver voluto o potuto approfondire il discorso della guerra atomica e dei risvolti sulla vita dei protagonisti i quali non si sono minimamente preoccupati dello scoppio dei missili, come se fossero delle armi convenzionali e non dal potenziale estintivo anche sul lungo periodo.
L'idea era buona: in pieno spirito da B Movie, aggiungere al problema degli zombie e del virus che sta distruggendo l'umanità, un altro evento di portata devastante. Per ora tutte le potenzialità di questa seconda catastrofe non sono state sfruttate e lo scoppio delle armi nucleari è stato solo una scusa per chiudere la prima stagione con un colpo di scena e fare in modo che i protagonisti si dividessero provvisoriamente.
La trama si riduce così, almeno per ora, a un inseguimento e a infinite sequenze action che non approfondiscono i rapporti tra i personaggi o sviluppano la trama, ma danno al pubblico sono sparatorie e corse a perdifiato; persino la timida ironia che si era affacciata alla finestra del primo episodio della stagione, viene presto sacrificata sull'altare della dea azione.
Il vero cuore di Z Nation resta comunque Murphy, il guru degli zombie, l'unico a non patire del loro morso e che addirittura ne è diventato una sorta di messia. Su di lui si regge la trama orizzontale e su di lui anche tutto il comparto attoriale che, altrimenti, resterebbe paurosamente sotto la media.

Z Nation - Stagione 2 La seconda stagione di Z Nation si apre con un evento che potrebbe aprire nuovi scenari, aggiungendo apocalisse ad apocalisse, mentre l’ironia di un personaggio come Murphy potrebbe dare quella peculiarità per farla sopravvivere al confronto con la serie di Kirkman, dando alla serie una personalità che fino ad ora ha stentato a conseguire. I difetti della prima stagione sono però rimasti tali: troppa attenzione al lato più plastico e superficiale del problema zombie con un’attrazione per il lato action marcata all’inverosimile, e poco approfondimento dei personaggi che risultano solo blandamente tridimensionali e meramente strumentali ad una storia che solo a tratti si è rivelata interessante.