First look Zero Hour - Stagione 1

Anthony Edwards ritorna protagonista con un serial dai misteri confusi e dalle svolte surreali

First look Zero Hour - Stagione 1
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Persino lo scrittore Dan Brown avrebbe faticato nel creare un intreccio così complicato e, a tratti, assurdo come quello del pilot di Zero Hour. La sceneggiatura, nonostante la trama improbabile, mantiene una sua coerenza per tutto l'episodio, ma le prospettive future per il nuovo serial ABC sembrano orientate verso una sua prematura cancellazione, anche se può contare sull'appeal della presenza di un volto molto amato dal pubblico televisivo come quello di Anthony Edwards, indimenticabile protagonista di E.R..

Un mistero dalle radici antiche

Hank Galliston (Anthony Edwards) è il direttore della rivista Modern Skeptic, in cui si analizzano presunti fenomeni paranormali e eventi sovrannaturali. Sua moglie, Laila (Jacinda Barrett), possiede un piccolo negozio di riparazione orologi e, dopo aver acquistato un modello antico in un mercatino, viene rapita dal misterioso terrorista White Vincent (Michael Nyqvist). Mentre l'agente dell'FBI Beck Riley (Carmen Ejogo) inizia le indagini sulla scomparsa della donna, Hank smonta il misterioso orologio insieme a Arron (Scott Michael Foster) e Rachel (Addison Timlin), suoi collaboratori e amici, scoprendo un diamante nascosto all'interno degli ingranaggi. Se illuminata, la pietra mostra una mappa con delle scritte in un linguaggio antico. Per decifrarle viene coinvolto un prete (Charles S. Dutton) che capisce l'importanza della scoperta, la associa al gruppo chiamato Rosicrucian e traduce le indicazioni per raggiungere un luogo, sperduto tra i ghiacci canadesi, chiamato New Bartholomew. Hank accetta di consegnare l'orologio pur di riabbracciare Laila, ma White Vincent uccide invece il religioso e si impossessa del diamante che gli era stato affidato. Il giornalista decide quindi di partire per il Canada con la speranza di ritrovare la moglie, mentre Aaron e Rachel si recano in Bavaria per parlare con il creatore (Jan Tříska) dell'orologio, uno dei dodici ordinati dai Rosicrucians per proteggere un segreto che avrebbe potuto cambiare per sempre le sorti dell'umanità.

Trama ai limiti della realtà

Paul Scheuring non ha certo lesinato fantasia e immaginazione nel dare vita a un intreccio così complicato e ambizioso, ricco di elementi e ricolmo di misteri di ogni genere. Il pilot eccede sotto ogni aspetto fin dal prologo ambientato nel passato in cui si mescolano profezie, reperti da salvare, un inquietante neonato e la minaccia nazista che incombe sull'Europa.
Per apprezzare Zero Hour si deve forse mettere da parte ogni pretesa di realismo e di logica, ma è un compito piuttosto difficile. La trama raggiunge dei livelli così elevati di follia che si fatica a trattenere le risate di fronte alle sorprese che riserva la storia in meno di un'ora. Bisogna, tuttavia, ammettere che il risultato finale in parte diverte e lascia la curiosità di capire come si potrà sostenere a lungo una struttura così traballante.

Anthony Edwards sostiene il serial

Trovare un aspetto positivo nel pilot di Zero Hour è arduo: i dialoghi sono approssimativi, la regia piatta, e personaggi ed eventi lasciano la sensazione di assistere a qualcosa di già visto, assemblato rubando ogni tassello del puzzle da film, romanzi e altri serial. L'interpretazione del cast ha molti alti e bassi, con l'eccezione di Anthony Edwards che non fatica a calarsi nel ruolo di un uomo semplice, del tutto impreparato ad affrontare un vero mistero che superi i confini della ragione, dopo tanti anni trascorsi nello scetticismo e nelle verità scientifiche. Un personaggio portato sullo schermo senza sbavature e con il giusto equilibrio tra razionalità e forti emozioni.
Nel primo episodio, invece, Michael Nyqvist è presente per un tempo troppo limitato per poter capire se il suo White Vincent sarà un cattivo in grado di sostenere con efficacia la sfida con l'FBI e Hank; elemento di primaria importanza per la buona riuscita della narrazione.

Zero Hour - Stagione 1 Zero Hour cerca di attirare gli appassionati di un genere che ha visto trionfare i romanzi di Dan Brown o i film come Il mistero dei templari con protagonista Nicholas Cage, ma non brilla per originalità. La trama non sembra per ora in grado di creare la suspance necessaria per il successo di un progetto di questo tipo, e non possiede nemmeno la giusta dose di autoironia per sdrammatizzare le tante esagerazioni sovrannaturali. Alla ABC non resta che affidarsi alla popolarità del suo protagonista per sperare di non aggiungere un nuovo titolo alla lista dei recenti insuccessi.