Arrow 8: il punto sulla serie prima del gran finale

L'ultima stagione di Arrow si avvicina ormai alla sua conclusione. Come si chiuderà il viaggio di Oliver Queen? Lo scopriremo a fine gennaio.

Arrow 8: il punto sulla serie prima del gran finale
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Le gesta di Oliver Queen(Stephen Amell), da sempre investito del doppio ruolo di martire e carnefice nei panni di Green Arrow, trovano la propria sublimazione definitiva proprio a ridosso - e probabilmente non è un caso - di uno degli avvenimenti più attesi da tutti gli appassionati dell'Arrowverse, chiamato a recitare un ruolo fondamentale nel destino dello stesso eroe "incappucciato": il crossover Crisis on Infinite Earths porta con sé eventi tutt'altro che gioviali. L'umanità è infatti in procinto di fronteggiare una minaccia senza precedenti, annunciata dalla sedicente divinità Mar Novu, meglio conosciuto come "The Monitor", il quale ha già messo in guardia lo stesso Mr. Queen sull'entità dei danni che tali avvenimenti porteranno alla sua persona.

Oliver, così come Barry, è destinato a scomparire durante la "Crisi". Per consentire all'umanità di sopravvivere, però, il ruolo del difensore di Star City è ancora centrale, seppur sconosciuto, e caratterizzato da una sola certezza: il "non ritorno". Le avventure di Oliver Queen sono destinate dunque a concludersi così, un po' come sono iniziate, con un sacrificio importante e inevitabile, e questa ottava ed ultima stagione sembra volercelo ricordare in continuazione. Discorsi di addio, lacrime, ricordi e moniti; tutto vira nella direzione più logica e, una volta giunti al giro di boa, siamo pronti a tirare le somme su questa ultima fatica dello show prodotto da The CW.

Lost in time

Ci eravamo lasciati, soltanto qualche mese fa, in compagnia di un momento struggente e capace di sconvolgere gli equilibri della serie. Oliver Queen, ormai libero dai fardelli del passato, aveva deciso di "abbandonare" la propria crociata, investendo definitivamente il suo amico fraterno John Diggle (David Ramsey) del ruolo di nuovo "Arrow".

Dopo aver condotto a quella che si prospettava una pace tanto agognata sia per stesso e la sua famiglia, sia per i suoi colleghi e amici, Oliver aveva deciso di "ritirarsi" lontano da occhi indiscreti, per consentire alla propria famiglia. La coppia formata con Felicity è infatti destinata ad allargarsi con l'arrivo della piccola Mia (la cui versione adulta abbiamo già avuto modo di conoscere per bene), che hanno deciso di "nascondere" dal resto del mondo per darle un futuro migliore rispetto al fratellastro William, soverchiato dall'odio e dalla paura già dai primissimi anni di vita.

L'idilliaca sistemazione però si è infranta poco dopo con la cruda realtà dei fatti. Mar Novu, desideroso di riscattare il debito con lo stesso Oliver, torna a bussare alla porta del protagonista, pronto a ricordargli che, nella sua infinita conoscenza, ha già pronto per lui un piano ben preciso.

E gli ultimi istanti della passata stagione ci avevano lasciati proprio sul più bello, ossia con l'inizio di una missione in realtà mortale, ma sconosciuta, a cui Oliver avrebbe dovuto adempiere senza alcun tipo di remore, per salvaguardare così il bene della sua famiglia, sia quella naturale sia, soprattutto, quella acquisita. Per farlo, questi viene sballottato un po' ovunque all'interno di viaggi interdimensioali continui, la cui funzione in realtà appare poco chiara già dai primissimi istanti.

La missione è una sorta di viaggio, una doverosa presa di posizione, in cui l'impavido eroe è costretto a prendere atto di una terribile verità: non importa quanti sforzi faccia e in quale direzione, la fine è inevitabile e non può essere sovvertita e, infatti, si palesa senza pietà proprio sul gong di una prima parte di stagione più che soddisfacente.

A mali estremi...

Un po' come Barry, anche Oliver non sembra aver alcun "interesse" nel cercare di sovvertire l'infausto destino. Anch'egli, infatti, sembra ormai essersi rassegnato al fato incombente, e cerca di adempiere a un'ultima missione: salvare il mondo in nome di un lascito per chi verrà dopo di lui.

Quest'obiettivo assume una connotazione ancor più importante e intima, quando, durante le missioni al servizio del temibile Novu, il mondo presente e quello futuro finiscono per diventare un'unica cosa, portando Mia, William e Connor del futuro nel presente, componendo così una scomodissima ma apprezzata riunione di famiglia.

Lavorando a stretto contatto coi suoi ragazzi, specialmente con Mia (Katherine McNamara), la quale non ha praticamente alcun ricordo del padre, sparito prima della sua nascita e per il quale nutre un ovvio risentimento, Oliver innesca una sorta di viaggio di formazione (l'ennesimo) continuo e continuativo, utile a rafforzare all'interno della sua mente l'idea di aver, tutto sommato, preso le scelte giuste.

Una missione tutt'altro che semplice, in verità, poiché i continui riferimenti al passato, spesso impersonati da amici, nemici ma anche familiari (perduti o ancora presenti), sembrano voler ricordargli che tutti questi eventi sono in qualche modo una grossa conseguenza delle sue azioni. Per fortuna, questa sensazione di malessere e di frustrazione sparisce o comunque si assorbe nettamente con l'avanzare degli episodi e, soprattutto, degli incontri speciali.

Un po' in stile "Christmas Carol", il buon Oliver si trova a confrontarsi con persone fondamentali, che hanno rivestito un ruolo importante nella sua vita e che, lentamente, gli aprono gli occhi verso una concezione più precisa delle cose.

Che siano "fantasmi" di un passato doloroso o fervidi esponenti del rocambolesco futuro, ma anche improbabili eroi e antieroi dell'altrettanto incerto presente, tutti sembrano avere un ruolo chiave nella trasformazione, o per meglio dire definitiva maturazione del giovane, pronto finalmente, e senza alcun rimpianto, ad abbracciare il suo destino. E non è un caso se gli ultimi eventi prima della fine hanno come palcoscenico l'iconica isola di Lian Yu, la stessa dove tutto, ormai quasi nove anni fa, ebbe inizio.

Maturazione narrativa

La maturazione del protagonista, così come quella dei "comprimari", va di pari passo con una struttura degli episodi nettamente più "seria" e concisa, che lascia poco spazio a elementi di contorno e storie "accessorie" varie. Ricalcando lo stesso stilema della precedente stagione, l'ottava e ultima fatica di Arrow viene scandita da episodi molto solidi, che vanno dritti al punto, senza mai fermarsi per la strada.

Il travolgente ritmo generale non incide però sulla preparazione di ognuno dei tasselli del mosaico che, in un modo o nell'altro, finiscono col combaciare senza troppe difficoltà. La strada verso l'imminente "fine" è comunque lastricata di imprevisti e di situazioni che, per dirla tutta, possono risultare anche inaspettate. Tradimenti, ritorni poco auspicabili, vecchie e nuove conoscenze e qualche gradito colpo di scena si alternano nei primi sette episodi dei dieci previsti, in vista appunto di un rush finale (ambientato plausibilmente dopo gli eventi narrati in Crisis on Infinite Earths) che promette grandi emozioni per tutti quelli rimasti affezionati al Freccia Verde interpretato in maniera molto sentita e sicuramente convincente, durante tutti questi anni, da Stephen Amell.

Arrow - Stagione 8 La prima parte dell'ultima stagione di Arrow risulta convincente nella sua semplicità. I primi sette episodi riescono nel difficile compito di accompagnare sia il protagonista sia lo spettatore verso un finale che, con ogni probabilità, arriva nel momento migliore. Il viaggio di formazione di Oliver è ormai praticamente completo, ed egli sembra sempre più pronto a lasciare il testimone alle generazioni future. Dove, quando e in che modo avverrà, lo scopriremo negli ultimi tre episodi, previsti per gennaio 2020. L'attesa sarà lunga... ma, nel frattempo, c'è una Crisi da scongiurare!