Half season South Park - Stagione 14 - Seconda Parte

Il nostro parere sugli episodi 8-14 della Stagione 14

Half season South Park - Stagione 14 - Seconda Parte
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Raccolti i pensieri a seguito della visione dei primi sette episodi della Stagione 14 di South Park, affioravano prontamente più legami con le serie precedenti che rilevanti novità. Questo in grazia soprattutto delle puntate 200 e 201, organica celebrazione del doppio centone superato alacremente da Trey Parker e Matt Stone. La cosa ci aveva stupito dal momento che a quasi quindici anni dalla messa in onda di Cartman si becca una sonda anale era lecito attendersi un rimescolamento del cast, una qualche inedita trovata, onde scongiurare il rischio di ripetersi e quindi di perdere indipendenza e massacrante lucidità, marchi di fabbrica della serie tv.
E invece ad uno sguardo completo proprio per questo istinto autocitazionistico la quattordicesima stagione appare nella sua globalità assai riuscita, colma di momenti di forte ilarità e di consuete situazioni al limite della neurodeliri. Si direbbe ad uno sguardo più attento che la componente satirica si dilegua sommessamente rispetto alle ultime stagioni, concedendo, però, uno spazio maggiore alla dimensione narrativa, diluita sapientemente nelle sceneggiature delle singole puntate (ivi inclusi i notevoli riferimenti al background dei protagonisti) e coronata dalla trilogia Coon and Friends.

Data la natura particolare di uno show come South Park (ma si farebbe il medesimo ragionamento con gran parte delle serie tv animate di simpsoniana memoria) abbiamo in parte trasgredito alla deontologia di Serialeye preferendo un secondo Half Season alla vera e propria recensione. Essendo ogni episodio peculiare di per sè e non semplice tassello di un quadro narrativo più ampio ci è sembrato opportuno trattare le ultime sette puntate della stagione (andate in onda negli Stati Uniti come di consueto tra Ottobre e Novembre) attraverso un articolo da considerare in armonia con quello pubblicato nel Luglio scorso.

And keep America looking good

Eric Cartman è chino sul proprio armadietto e piange a dirotto: ha un sogno nel cassetto ma sa di non poterlo realizzare. E si dispera come se non avesse un domani. Vorrebbe diventare un pilota di Nascar, il rumore e la velocità che sgorga dagli schermi televisivi ad ogni competizione vorrebbe fossero il suo brivido quotidiano, ma non può. E non è spaventato dalle difficoltose manovre e nemmeno dalla concentrazione richiesta a doppiare più e più volte l'ellisse, egli sa di non essere abbastanza "povero e stupido" da poter salire a bordo di una Nascar.
Sono sopratutto gli indigenti ad emozionarsi per tali gare automobilistiche e Cartman sa che per divenire un pilota deve abbandonare ogni bene materiale, ogni sudato risparmio (58 $ 32 cents), vivere nella sporcizia e nella totale ignoranza: deve, insomma, diventare come Kenny. E dire che ci riesce pure, sia a trasformarsi (?) in un completo idiota che a guidare un auto Nascar, salvo poi incontrare qualche guaio imprevisto. Assai notevole la puntata specie dal punto di vista tecnico, data l'introduzione di modelli tridimensionali a fianco della tipica bidimensionalità del look grafico: un espediente qui utilizzato sopratutto per i modelli delle macchine, ma che certamente entrerà pian piano all'interno degli strumenti a disposizione degli artisti dello show.
L'apertura della seconda parte di South Park Stagione 14 con l'episodio Poor and Stupid riporta lo spettatore nell'alveo della girandola di situazioni paradossali e financo non-sense. Una maniera comica tipica di South Park, addirittura cifra stilistica tale da decodificare lo show: gli autori hanno sempre cercato di propagandare precetti morali a partire da situazioni fuori dalla norma, non sempre hanno fatto centro, ma talvolta il risultato appare gradevole come testimoniato in Poor and Stupid. E come non testimoniato dal successivo episodio It's a Jersey Thing, una parodia di certi show televisivi attualmente in voga negli States, dai nomi bizzarri come Jersey Shore, The Real Housewives of New Jersey e Jerseylicious. Questi programmi televisivi, a metà tra il reality show e il teen drama che impazza su MTV, sono tutti ambientati nel New Jersey e hanno per protagonisti i concittadini di Abraham Lincoln. Purtroppo a uno spettatore italiano certi riferimenti sono difficili da cogliere e quindi difficilmente noterete le citazioni degli show di cui sopra (medesime osservazioni per l'episodio Crème Fraiche), così come sarà arduo capacitarsi del fatto che gli abitanti del New Jersey vestino incredibilmente male, oltre il truzzo e ben lontano dal buon costume. Parker e Stone calano tali proposte televisive così massicce all'interno di un progetto di jerseyzzazione di tutti gli Stati Uniti. E provate a indovinare quale sarà l'ultimo baluardo in difesa della civiltà e della cultura anglosassone? Esatto proprio South Park, i cui cittadini s'armano di patriottici fucili e costruiscono barricate onde fermare tali devianze televisive.
Il sistema parodico funziona e pure bene visti i numerosi riferimenti, ma manca un senso di compiutezza all'episodio e una degna conclusione.
L'organicità narrativa, invece, è dispensata sapientemente da Insheeption, evidente presa in giro dell'Inception di Christoper Nolan. Va detto che gli autori hanno candidamente ammesso di aver tenuto in considerazione la pellicola, senza, però, averla vista al cinematografo: quindi niente ardite ricostruzioni mentali di Leonardo Di Caprio, nessuna dietrologia sui sogni, ma soltanto il presupposto satirico del "solo perchè una idea è contorta e complessa non vuol dire che sia buona", come sentenziato da Sharon a un certo momento della puntata.
Al centro di Insheeption vi è una seduta dallo psicanalista in cui il Signor Mackey rielabora i propri ricordi infantili e un trauma subito durante una gita in quarta elementare, come cause freudianamente scatenanti dell'accumulo compulsivo che ha ormai riempito il suo ufficio di ricordini e cartacce inutili. Una mania che sembra aver contagiato anche l'armadietto di Stan, come la sua fidanzatina Wendy gli fa notare in maniera tanto ossessiva da mandarlo in escandescenza. Il legame tra l'infante e lo psicologo scolastico è bastevole per dare avvia, corposità e conclusione a un racconto che oscilla tra realtà e sogno, chiamando in causa una squadra di pompieri, un ragazzo delle pizze, un pastore della Palestina e infine la squadra di acchiappasogni del bel Leo.

Coon vs Coon and Friends

The Coon, il supereroe-procione sotto la cui maschera si cela nientemeno che Eric Cartman, è ben più che un pagliaccio mascherato. E' un marchio, un brand, un nome da spendere sull'altare del dio denaro: così la pensa il nostro paffutello amico all'atto di fondazione del gruppo simil-Avengers Coon and Friends, in cui naturalmente il richiamo del procione ha la meglio sugli sconosciuti comprimari. Eppure noi ci ricordiamo un vuoto cosmico in occasione della prima Cooncon organizzata durante il secondo episodio della tredicesima stagione, in cui furono introdotti sia l'alter ego di Cartman che il suo rivale "mediatico" Mysterion, ambedue in lotta con il Dr. Chaos (Butters) e il malefico Generale "I Simpsons lo hanno già fatto" Distruzione.
Mai avremmo pensato che Parker e Stone avrebbero ripescato questo supereroe con la panza e debosciato e mai avremmo pensato di rivederlo all'opera in una trilogia così potente come quella al centro della seconda parte della stagione quattordici.
Di trilogie in effetti lo show televisivo ne ha proposte ben poche, ad ora la sola eccezionale Imaginationland, meritevole di una raccolta tutta per sé in DVD. Il ritorno di The Coon quindi diventa un'occasione ghiottissima per sfruttare il filone supereroistico che ha definitivamente conquistato Hollywood negli ultimi anni e gli autori di South Park si rivolgono prevalentemente alle avventure con cast corali come ad esempio I Fantastici Quattro, Watchmen e i futuri Avengers.
La voglia di sviluppare un plot di grande spessore si evince dal fatto che il perfido Dr. Chaos è ora definitivamente sconfitto e ben al sicuro all'interno di una speciale cella di cartone e vernice blu costruita appositamente per isolarne i poteri. Il nemico questa volta è ben più grande, tale da aprire squarci e mettere in crisi l'affiatato team Coon and Friends.
Tutto ha principio quando la British Petroleum trivella accidentalmente le profondità del Golfo del Messico generando il ben noto disastro ambientale ed economico che ha vessato la Louisiana nei mesi passati. Il tentativo di ripulire la marea nera conseguente alle scuse pubbliche del CEO della BP, Tony Hayward, si risolve in un fallimento e per giunta apre un portale verso un'altra dimensione da cui fuoriescono alieni ed aberranti creature.
Convocato d'urgenza il Consiglio d'Amministrazione, si delibera per avviare una serie di perforazioni del suolo lunare (non lontano da dove giace stecchita una ben nota orca e pure quel famoso attore...) allo scopo di squilibrare la gravità terrestre e placare gli sconnessi idrici del Golfo a sud degli Stati Uniti.
L'ennesimo fallimento vuole che si risvegli al creatura demoniaca Cthulhu, l'entità cosmica nata dalla fantasia di H.P. Lovecraft. Con essa ecco arrivare 3000 anni d'oscurità per il pianeta...
Il gruppo Coon and Friends è spaccato: tra chi vorrebbe avvicinare l'immondo invasore e inaugurare con lui una nuova era di giustizia (The Coon) e chi lavora per escogitare un nuovo piano allo scopo di risolvere la situazione (Mysterion e i "Friends").
La trilogia dedicata a Coon and Friends è l'ennesimo pezzo di genialità southparkiana, colma di citazioni alla pop culture (dal fumetto a stelle e strisce al Totoro di Miyazaki, dal Batman nolaniano ai seguaci della fittizia divinità Cthulhu) e di una ironia assai particolare alla campagna di scuse pubbliche del CEO della British Petroleum ed al giornalismo d'inchiesta (Captain Hindsight, il supereroe-reporter che concorre in popolarità con Cartman e amici ha il potere di riconoscere l'ovvietà, cioè spiegare cosa si "sarebbe dovuto fare per scongiurare il fattaccio", ma ovviamente a fattaccio già avvenuto. Pretty useless, eh!).
All'ovvio confronto con Imaginationland e con gli episodi 200 e 201, le qui presenti tre puntate appaiono meno complesse dal punto di vista narrativo e si scorge il sentore che si sarebbe potuto raccontare l'intera vicenda in sole due parti, facendo quindi a meno di certi vacui orpelli registici. E tuttavia l'assetto di rapporti amico/nemico, fiducia/tradimento, tipico della fumettistica americana, ha qui un degno recupero e al tempo stesso una degna parodia.

South Park - Stagione 14 Guardando a questo punto alla stagione 14 nella sua globalità possiamo promuoverla senza se e senza ma. Laddove la tredicesima appariva stanca e derivativa oltremodo, vivendo più di singoli momenti riusciti (le puntate Margaritaville, Whale Whores e Dances With Smurfs) che di un filo logico comune, la quattordicesima appare indubbiamente più coraggiosa, sia ripescando intriganti situazioni passate dando largo spazio alle citazioni (su tutte gli episodi 200 e 201 alla trilogia Coon and Friends), sia attraverso nuovi indirizzi comici espressi da Sexual Healing sugli scandali sessuali della gente famosa, You have 0 Friends sul fenomeno universalplanetario di Facebook, per poi passare a Crippled Summer tra umorismo alla Looney Tunes e il ritorno di Asciughino ed infine Inshheption parodia dell'Inception di Christoper Nolan. Si tratta di un percorso di coerente qualità a rivangare una serie che dopo più di dieci anni di trasmissione ininterrotta gode di un vastissimo consenso e di una voglia di sperimentare senza pari nel panorama dei cartoon televisivi made in USA.