The Flash: le prime impressioni sulla terza stagione

Dopo il crossover con gli altri eroi DC, si conclude la prima metà della terza stagione: proviamo a fare qualche bilancio sugli episodi trasmessi

The Flash: le prime impressioni sulla terza stagione
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Con l'episodio andato in onda ieri sera, intitolato "The Present", si è chiusa la prima metà di questa terza stagione di The Flash, ambientata come sapete in una nuova realtà alternativa (Flashpoint) creata dal viaggio nel passato di Barry Allen al termine dello scorso anno, una manovra spazio-temporale che ha innescato una serie di complicate conseguenze nella vita dell'eroe di Central City. Tante le premesse e alta era la posta in gioco, se non altro per il modo in cui gli sceneggiatori avrebbero dovuto rimescolare le carte in funzione di un reset, quasi assoluto, delle storyline dei personaggi, alla luce di un inedito presente che sembra davvero il pericolo più grande. Col senno di poi e a giudicare dalla manciata di episodi rilasciati finora dalla CW, gli equilibri di The Flash sembrano rimasti intatti, così come le dinamiche dei rapporti (‘velocemente' riportati alla normalità, fin troppo e poco credibile) e lo schema classico che prevede l'arrivo di un villain, in questo caso individuato nella figura di Savitar che manipola la mente di Julian rendendolo schiavo dei poteri di Dr. Alchemy.

Un futuro non ancora scritto e un presente da vivere

Partendo proprio dall'ultima puntata, la nona della terza stagione, l'aspetto sicuramente più interessante riguarda una delle sequenze finali, con Barry lanciato in una finestra sul futuro per sbarazzarsi della pietra filosofale (ritrovata da Julian quattro anni prima, e ce lo ricorda un flashback in apertura) che assiste inerme all'uccisione di Iris per mano di Savitar. "Il futuro non è ancora stato scritto" è il suggerimento paterno di Jay Garrick "Ma ora devi concentrarti sul presente", una sorta di monito a non farsi condizionare da quanto visto perché potrebbe distrarlo dal vivere ogni istante con la stessa lucidità, oltre che con lo stesso fattore umano che da sempre Barry un eroe diverso, un personaggio sostanzialmente pacifico, generoso, un amico che si precipita in aiuto di chi è in difficoltà. L'aver assistito dal vivo ad una tragica proiezione della sua vita in un ipotetico domani, unito all'incapacità reale di salvare Iris dalla morte, potrebbe gettarlo in uno stato mentale fragile, e ricordiamoci che il capitolo con Julian/Alchemy non si è ancora del tutto concluso e altri villain faranno la loro comparsa nel corso della serie.

Ancora in questa prima metà di stagione si è consumato l'atteso crossover in tre parti con gli eroi DC di Supergirl, Arrow e Legends of Tomorrow, un evento televisivo che purtroppo non ha mantenuto le promesse: affondato da una sceneggiatura debolissima e poco brillante, lo speciale intitolato "Invasion" non ha brillato per gestione degli intrecci ma che, tutto sommato, ha consegnato agli spettatori qualche ora di spettacolo leggero (com'è tradizione consolidata del network) e tracce di inaspettata umanità (vedi il confronto tra Oliver Queen e Barry Allen sulla questione Flashpoint).

Si riparte dalla delusione del crossover

Sono poche quindi le note di merito al netto di quanto visto finora e che hanno riempito gli spazi di scrittura prima del midseason, appena nove puntate in cui The Flash ha rivelato una pericolosa minaccia, per ora risolta, ovvero Julian aka Alchemy e ha trovato l'occasione, anche se solo per un piccolo cameo, di inserire Mark Hamill nel ruolo che aveva vestito già nella 1x17 e nella serie originale degli anni Novanta (Trickster). Per il resto, se togliamo il crossover e qualche breve sconvolgimento di trama, la terza stagione procede con il suo usuale ritmo rapido e scanzonato, stavolta un po' meno del solito, e questa potrebbe essere davvero la chiave della svolta. Staremo a vedere.