La Casa Di Carta: intervista a Mario De La Rosa, interprete di Suarez

Abbiamo intervistato l'interprete di Suarez nell'amato show Netflix, che oltre alla Casa di Carta ha in serbo per noi molto altro.

La Casa Di Carta: intervista a Mario De La Rosa, interprete di Suarez
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Conosciuto dal grande pubblico per il suo ruolo dell'integerrimo Suarez nella Casa di Carta, Mario De La Rosa è un attore dalle mille sorprese, e con una vita avventurosa. Poeta, scrittore (ha all'attivo due romanzi, l'ultimo uscito il 14 giugno), lo abbiamo incontrato in occasione del Festival della Commedia di Montecarlo a inizio giugno, dove è stato scelto per essere in giuria dal patron della manifestazione Ezio Greggio. Insieme a lui Raoul Bova e Giacomo Ferrara, con il quale si è anche ipotizzato un simpatico crossover: "sarebbe bellissimo vedere Suarez sporcarsi un po' le mani nella malavita romana, o Spadino con la tuta rossa!"

Prima di lasciarvi alla nostra intervista, vi ricordiamo che La Casa di Carta 5 debutterà a settembre su Netflix e i più temerari possono trovare qui tutti gli spoiler su La Casa di Carta 5.

Un artista poliedrico

Everyeye.it: Oltre ad essere un attore sei uno scrittore, di cosa parla il tuo ultimo libro?
Mario De La Rosa: Si chiama "Emorragie e parla del sanguinamento che scaturisce dall'amore, dal cercare di capire la propria vita. È un flusso di ricordi, una voce interiore che ci guida verso la conoscenza e il miglioramento. Affronto paure e debolezze, partendo dalle fragilità e da ciò che fa più male per trasformarlo e imparare attraverso di esso.

Everyeye.it: Che rapporto hai con la commedia?
Mario De La Rosa: Mi piace tantissimo, tant'è che il mio ultimo film è una commedia. Spesso mi offrono parti action, o il ruolo di un poliziotto, o da cattivo, per via del mio fisico, ma piano piano sto riuscendo a sdoganare la mia immagine, sposo la citazione che dice: "La commedia è una cosa serissima", non potrei essere più d'accordo.

Everyeye.it: Conosci il genere della commedia all'italiana?
Mario De La Rosa: Conosco Benigni e tanti attori degli anni '70, ma sai cosa succede con i film che vanno forte in Italia nel mio paese? Li fanno uguali ma con attori spagnoli, facciamo remake di tutti i grandi successi italiani. Per esempio, io ho partecipato allo Smetto Quando Voglio spagnolo con un piccolo ruolo, ma il film anche da noi ha battuto ogni record.

Il destino di Suarez

Everyeye.it: Cosa rappresenta per te il ruolo di Suarez ne La Casa di Carta?
Mario De La Rosa: Suarez "put me in the map". Non ho una carriera lunga, ho 45 anni e ho iniziato 11 anni fa a fare l'attore; la gente pensa che alla mia età tu faccia parte del mondo dello spettacolo da molto, ma il mio percorso è stato differente, facevo altro e poi è successo. Non è stata una decisione che ho preso una mattina, è arrivata piano in un paio di anni. Lavoravo come venditore, contestualmente ero anche un attore e anche se le cose andavano bene e avevo partecipato a diverse produzioni internazionali, avevo timore a lasciare il posto fisso per così dire.

Quando è arrivata La Casa di Carta è cambiato tutto. È curioso, poi, perché il mio non è uno dei ruoli maggiori; sì lo è diventato, ma quello che è cambiato davvero per me è che ora quando vado ad un casting entro nella stanza e mi dicono "Ciao Mario, complimenti per la Casa di Carta". Certo non vuol dire che questo mi agevola nell'avere più parti ma, come ho detto, mi ha collocato all'interno di un mondo; in più mi sono divertito da matti ad interpretarlo.

Everyeye.it: Hai mai paura di restare incastrato in un ruolo, come in quello di Suarez?
Mario De La Rosa: Come attore si ha sempre la paura di restare incastrati in un ruolo, ma io la vedo in maniera differente, come una possibilità, ti dà esperienza ed è lavoro; poi è sempre bello spaziare e cercare di diversificare. Per esempio nell'ultimo lavoro ho interpretato una rockstar insicura, oppure un padre in un'altra serie Netflix. Col tempo e l'esperienza si riesce a cambiare la percezione che gli altri hanno di te.

Everyeye.it: Hai una spiegazione per il successo della serie?
Mario De La Rosa: Sinceramente? Non ne ho idea! Probabilmente, pensandoci, non siamo abituati a vedere questo tipo di rapine in una serie, di sicuro non in questo modo, in più lo show è stato curato nei minimi dettagli e ha un livello qualitativo davvero notevole. Siamo stati tutti sorpresi dal successo che ha avuto, dal primo all'ultimo.

Everyeye.it: Cosa dobbiamo aspettarci dalla quinta stagione?
Mario De La Rosa: Posso dire che Suarez ci sarà fino alla fine. Il mio è un personaggio a cui piace seguire le regole, poco incline nel provare sentimenti, ma piano piano diventa sensibile su molte cose e si accorge di quello che prima non vedeva e che non gli sembra giusto. La quinta stagione è veramente bella, strutturata tutta in un crescendo di action come mai prima d'ora.

Everyeye.it: Non ci puoi dire di più?
Mario De La Rosa: Se lo faccio mi uccidono (ride). Addirittura, prima firmi l'accordo di segretezza e poi il contratto, quando capita che fra di noi pubblichiamo qualche foto dal set e magari i fan notano dei dettagli negli outfit nelle scene, Netflix ci richiama subito all'ordine.

Everyeye.it: Come mantieni il segreto con amici e parenti?
Mario De La Rosa: Ho una famiglia divisa a metà, una parte non vuole spoiler e l'altra neanche guarda lo show!