Gomorra 3: intervista a Daniele Monterosi, interprete di Silvano

Abbiamo intervistato l'attore Daniele Monterosi, new entry del cast di Gomorra La Serie che torna su Sky il 17 Novembre.

Gomorra 3: intervista a Daniele Monterosi, interprete di Silvano
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Il 17 Novembre torna su Sky Gomorra La Serie, il fenomeno tutto italiano giunto ormai alla terza stagione che ha conquistato pubblico e critica. Dopo una speciale anteprima sul grande schermo il 14 e 15 Novembre, i primi episodi saranno disponibili tra poche ore per tornare a vivere le avventure di Genny Savastano e Ciro Di Marzio tra criminalità, onore, vendetta e cuore. Nel secondo episodio, in particolare, farà il suo debutto l'attore Daniele Monterosi nei panni di Silvano, un assistente di volo romano legato ad uno dei nuovi personaggi della serie tv. Egli si troverà faccia a faccia con Giuseppe Avitabile, il cognato di Genny, ma non vi sveliamo troppo per evitare spoiler.

Entrare a far parte di un progetto di successo come Gomorra - La Serie lascia il segno nella carriera di un attore e Monterosi, molto attivo in teatro e in tv come protagonista di fiction Rai e Mediaset tra cui Non Dirlo Al Mio Capo 2, RIS Roma 3, Che Dio Ci Aiuti 3, ha avuto la sua occasione. Pochi giorni fa è stato presente all'anteprima speciale del film Oh Mio Dio! di Giorgio Amato, nel quale ha recitato nella parte di Tommaso, mentre i suoi crediti cinematografici lo ritrovano ne Il Grande Sogno di Michele Placido. Prossimamente lo vedremo al cinema con Quando Corre Nuvolari, Finchè Giudice non ci Separi e altri progetti, ma qui di seguito ecco cosa ci ha raccontato di questa esperienza sul set della serie tv italiana più seguita del momento.

Intervista a Daniele Monterosi

Cosa hai provato quando hai avuto la conferma di partecipare a Gomorra 3?
Ogni provino è seguito da una fase di silenzio. Non sai come è andata. E in questa fase di silenzio il consiglio per vivere sereno è dimenticare proprio di averlo fatto, il provino. Resta il fatto che quella domanda ti gira nella testa: chissà se è andata? E alle volte dura settimane questo silenzio. Nel caso di Gomorra 3 ricordo che il silenzio durò 2 settimane. Poi una sera vedo il telefono squillare, era il mio agente. Cuore a mille. Mi dicevo: "resta calmo, magari ti sta chiamando per un altro motivo". E invece quella sera mi disse che il provino era andato bene e che sarei stato parte di Gomorra 3. E allora in quella fase si esulta, si festeggia, si ride. Alle volte si piange anche. Quella sera mi son concesso tutto il repertorio.

Parlaci un po' del tuo personaggio.
Il mio personaggio si chiama Silvano, entra in scena nel secondo episodio ed è legato ad uno dei nuovi personaggi della serie. E' uno steward di volo e non conosce il mondo di "Gomorra". Ad un certo punto gli eventi lo portano faccia a faccia con Giuseppe Avitabile, il suocero di Genny. Per sapere il resto, guardiamo la puntata!

Seguivi la serie da spettatore prima di entrare nel cast?
Mi piace sapere cosa succede intorno a me, professionalmente parlando. Mi piace seguire i progetti, i film, i successi della realtà produttiva italiana. Così si, seguivo già Gomorra. Credo sia importante per un attore avere anche questo tipo di attenzione e studio. Per "stare al passo" con ciò che ti circonda. Così se ti capita l'occasione puoi farti trovare pronto. In questo caso, spero di esserci riuscito!

Quali sono secondo te gli ingredienti di Gomorra 3 che la rendono una serie tv di successo?
Gomorra è una serie di successo perché in ogni reparto trovi dei grandi professionisti. Tutti mettono cura e attenzione nel proprio lavoro. Tutti danno il meglio al fine di contribuire per la buona riuscita del progetto. Il cinema è come una grande orchestra. E in Gomorra tutti "suonano" alla grandissima!

Cosa hai imparato sul set di Gomorra?
Ho avuto modo di ribadire un valore appunto: l'importanza della preparazione e della cura del dettaglio. E quando si ha l'opportunità di lavorare così, la sera torni a casa stanco ma davvero appagato!

Il tuo rapporto con le serie tv? Quali segui?
Sono un divoratore di serie tv. Ecco le mie preferite: prendi nota! Partiamo con due grandi classici imperdibili: Breaking Bad, Lost. Poi le serie che mi hanno ispirato per l'interpretazioni degli attori: The Night of con John Turturro, Westworld con Anthony Hopkins, True Detective con Matthew McConaughey e Woody Harrelson, Big little lies con Nicole Kidman, Reese Witherspoon e Laura Dern. Poi una serie che mi ha colpito per la scelta della situazione: The boot at the End. Le serie nostrane: The young Pope, Gomorra e Suburra e poi due serie del momento che consiglio davvero: This is us e Stranger things!

Da poco tempo su Netflix ha debuttato Suburra che molti hanno soprannominato il "Gomorra ambientato a Roma"! Lo hai visto e cosa ne pensi?
Visto e completato in due giorni. E' di sicuro un altro progetto Italiano di grande qualità. Il livello è altissimo, anche degli attori tra cui svetta un Alessandro Borghi straordinario. Mi piace la modalità narrativa che hanno scelto per raccontare gli episodi. E, parlando di sceneggiatura, il finale fa da cliffhanger ad una seconda stagione che potrebbe essere anche superiore alla prima.

Secondo te questo tipo di serie tv, come i film che parlano del mondo criminale in questi termini, non possono essere percepiti nel modo sbagliato dalle giovani generazioni?
Esiste questo rischio. Quando le storie ruotano attorno a dinamiche di potere risvegliano sempre nello spettatore una smania legata ad esso. Siamo tutti affascinati dal potere e tutti ne vorremmo avere di più, diciamo la verità. E' per questo che queste storie ci piacciono così tanto. Ma la cosa che sfugge spesso è il messaggio più profondo che questi personaggi portano con se: per inseguire quel potere infatti perdono tutto: affetti, amori, amicizie, famiglia. Insomma, per inseguire quel potere non fanno una bella vita e alla fine muoiono o si ritrovano soli e lontani da quel che volevano veramente. Sei davvero disposto a perdere tutto questo per ottenere quel potere? Forse allora potremmo cominciare ad osservare queste storie anche da quest'angolazione e augurarci che gli sceneggiatori ne diventino sempre più consapevoli.

Tu lavori anche al cinema e recentemente hai presentato in anteprima alla Festa del cinema di Roma il film Oh Mio Dio! di Giorgio Amato, cosa puoi raccontarci di questo?
Giorgio Amato è un regista a cui non fa paura sperimentare. Questo è il suo quinto film e non ce n'è uno uguale all'altro per tematica, linguaggio e stile. "Oh mio Dio!" parte da una domanda: cosa accadrebbe se Gesù tornasse tra noi, oggi? Ma oltre alla tematica ciò che rende davvero particolare questo film è lo stile che Giorgio Amato ha scelto per raccontarla: un Mockumentary nostrano. Il genere è quello della fiaba. Una fiaba a volte comica, a volte onirica, a volte grottesca, come la vita. Io interpreto Tommaso, si quello che se non vede non crede. Solo che in questa storia il mio Tommaso è un barista disilluso. Un film che col sorriso, ti spinge a non poche considerazioni e riflessioni.

Non hai mai pensato di fare un altro lavoro oltre all'attore?
Da piccolo volevo fare il calciatore e l'astronauta. Poi ho scoperto Indiana Jones e volevo fare l'avventuriero. Poi a diciotto anni ho deciso che sarei stato un attore. Per pagarmi gli studi ho fatto mille lavori: l'animatore, il meccanico, il rappresentante di condizionatori d'aria, il cameriere (un MUST nella carriera di un attore). Ma in testa avevo solo la recitazione. Ho realizzato quindi il mio sogno di bambino: essere calciatore, astronauta, avventuriero e mille altre cose.

L'attore è un lavoro bello ed emozionante, ma anche difficile come percorso professionale. Secondo te cosa bisogna avere per guadagnarsi da vivere con questo?
Non esistono regole. Alle volte può bastare una botta di "C" per intenderci. Ma su quella non ci puoi fare tanto affidamento. Posso dirti cosa faccio io: lavoro sodo su me stesso, studio, mi tengo in allenamento, continuo a crescere, sviluppo nuove competenze, nuove connessioni con altri professionisti, non resto mai fermo. Mai. Credo in quello che dice Andre Agassi: "Se non ti alleni non meriti di vincere!"

Quando si parla di attori, mai come in questo periodo, si parla di compromesso. Tu cosa saresti disposto a fare per il successo?
Parliamo un attimo di una tematica quasi obsoleta: i valori. Che cosa significa essere un attore di successo? Passare sopra a tutto e a tutti per un premio, un film in più, un rotocalco, una passerella, la villa al mare? Per poi magari ritrovarti solo e senza riuscire a guardare la tua immagine allo specchio? Io lo misuro diversamente il successo: prendi un foglio, scrivici sopra i tuoi 10 valori più importanti. Lavora duro, lavora sodo, fai tutto ciò che puoi ma non permettere a niente e nessuno di strappare nemmeno uno di quei valori. Non permetterlo a nessuno, soprattutto a te stesso. Arriverai dove arriverai. Il successo per me è proprio questo: un viaggio per diventare migliori - prima di tutto come esseri umani.

Cosa ne pensi dello scandalo che ha avvolto Hollywood in questi ultimi tempi?
Siamo nel pieno di un ciclone che non colpisce solo Hollywood ma anche il sistema nostrano. Non voglio entrare nel merito di nomi e dinamiche. Mi limito ad osservarne le possibili conseguenze. Ci sarà più attenzione e pulizia adesso. E mi auguro non solo nel cinema.

Ci sono dei ruoli che sogni di interpretare? Magari un villain?
Mi piacciono i personaggi dai colori forti, dai risvolti psicologici complessi. Ma mi diverto anche nelle commedie brillanti. Un attore può fare anche questo.

L'ultimo film che hai visto al cinema?
Proprio in questi giorni ho visto The Place di Paolo Genovese. Sono particolarmente legato a Paolo: con lui infatti, quasi dieci anni fa, ho fatto il mio primo spot per la tv al quale ne sono seguiti altri 5 nel corso degli anni, sempre con la sua regia. The Place - film tratto da una serie tv americana - è una scommessa bella e coraggiosa: un'unica location, poche inquadrature, tutta la storia è sulle spalle del lavoro degli attori. Con "The Place" Paolo Genovese ti porta a tavola, faccia a faccia, con alcuni dei migliori attori del cinema italiano. E ti spinge a fare i conti con una domanda semplice semplice: cosa sei disposto a fare per ottenere quello che vuoi? Imperdibile.
Ovviamente, consiglio anche la serie!

Cosa pensi della crisi della sala che ogni tanto è al centro dell'attenzione? anche a causa di realtà come Netflix o Infinity?
La crisi non è delle solo delle sale e la causa non è solo Netflix. E' il nostro modo di vivere che sta cambiando inesorabilmente. Viviamo in un mondo in cui ormai puoi vivere tranquillamente senza uscire di casa: lavori da casa, fai la spesa da casa, ordini cibo da casa, vedi film a casa. E' con questa nuova "modalità" di vita che il sistema deve fare i conti. Cinema, Teatro, artisti e produzioni devono essere consapevoli di questa sfida: i tempi che viviamo ci spingono verso un'evoluzione artistica per tirar fuori le persone dalla comodità delle loro case.

Se dovessi consigliare qualcosa ad un giovane aspirante attore?
Quello che Giancarlo Giannini consigliò a noi attori il primo giorno di Centro Sperimentale: Lascia perdere! Se poi però questo giovane attore scoprisse di non poterne proprio fare a meno allora gli consiglierei di studiare con i migliori e di lavorare sodo su se stesso in modo da scoprire presto il SUO modo di intendere e vivere questa professione.

Prossimi progetti?
E' un bel momento e ci sono tante cose che bollono in pentola. Ma il progetto per il futuro più importante è riuscire a vivermele con più serenità