Jerry Bruckheimer, ci parla dei progetti in TV

Jerry Bruckheimer parla del successo e dell'evoluzione dei progetti destinati alla televisione

Jerry Bruckheimer, ci parla dei progetti in TV
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Ammettiamolo: se conoscessimo il segreto del suo successo saremmo tutti come lui, Jerry Bruckheimer, geniale produttore capace di innovare cinema e tv precorrendo i tempi e, quando serve, anche dilatandoli. Prende un’idea e la moltiplica: nascono così franchise come I pirati dei Caraibi, su grande schermo, e C.S.I., sul piccolo.
Non scambiamo quell’intuizione con la fortuna: dietro esiste un accurato studio perché nulla venga lasciato al caso. Bastano pochi secondi per capirlo, com’è successo all'edizione numero cinquantaquattro del Festival della TV di Monte Carlo durante il quale è stato insignito del prestigioso riconoscimento della Ninfa d’Oro.
Calibrato e conciso, Bruckheimer non lascia spiragli aperti verso tentativi di deragliamento (o approfondimento) della conversazione: sa di detenere il verbo e lo distribuisce con parsimonia.

Nessuna formula magica

Esiste la via per il successo?
Per me è lastricata di buone idee che pian piano prendono vita e si spera proliferino con longevità.

Come sceglie cosa produrre?
Non conosco alcun segreto per il successo, forse perché non penso mai ai soldi che potrei incassare da un prodotto, ma produco quello che vedo e che mi piace.

Esiste una differenza sostanziale tra la produzione tv e quella cinematografica?
Sì, la velocità: per un film ci vogliono anni, persino decadi, prima che veda la luce. Il processo televisivo, invece, è rapidissimo: hai un’idea, a dicembre la proponi, se va bene giri il pilot e a maggio lo mostri. Se piace entro fine anno sai se diventa una stagione intera o no.

La tv sta realmente vivendo il suo periodo migliore?
Credo che stiamo assistendo ad un grande periodo. Sono in circolazione eccellenti produzioni seriali e non mi riferisco solo al panorama statunitense e ai network, ma al via cavo come HBO o a realtà come Netflix. Siamo nell’era del crossover dove il talento non ha barriere di medium e infatti troviamo Steven Spielberg impegnato in progetti per il piccolo schermo.

Trasformazioni in corso

Cosa succede ai talenti di Hollywood che bussano alla porta della tv?
Ovviamente nel cinema e nella tv entrano in gioco diverse modalità di produzione perché di fatto sono media diversi. Quando la tv prende i talenti del cinema li trasforma e si trasforma.

Avendo così tante produzioni in corso, riesce ad essere presente su tutte?
Certo: leggo ogni singola sceneggiatura, so cosa succede nelle puntate, me le guardo tutte, ho voce in capitolo nel processo di casting e lascio note ai registi. Al cinema, poi, devi sempre essere presente, ogni giorno, sul set. Nella colonna sonora, infine, sono estremamente partecipe perché ho una grande passione per la musica.

Che approccio ha con gli attori?
Non mi piace tenerli in riga, preferisco infatti quei registi capaci di lasciare il cast libero di andare oltre il copione.

Il cinema resta ancora un mezzo di serie A?
Esistente entertainment di primo livello sia al cinema, solo che l’aspetto creativo nel piccolo schermo ti permette di sviluppare un personaggio in 23 ore, durante la stagione, mentre un film dura due ore ed è fatta.

Cosa ne pensa dei social?
È una benedizione che si moltiplichino i canali che permettano il passaparola sui prodotti che produciamo. Li considero un’ottima forma di comunicazione.

Non stupisce, allora, che C.S.I.: Cyber tratti i crimini in rete..
Il mondo è cambiato ed esistono milioni di modi per commettere un crimine. Ogni volta che sfogli un quotidiano vedi quanto internet ti condiziona.

Come ha scelto Patricia Arquette come protagonista?
Ha fatto un ottimo lavoro in Medium e non avremmo potuto scegliere di meglio. Tutti vorrebbero lavorare con lei e siamo orgogliosi che tra tutte le opzioni abbiamo puntato sulla nostra..

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