War Of The Worlds: intervista ai protagonisti della serie sci-fi su Disney+

War of The Worlds sta per tornare e noi abbiamo potuto parlarne con alcuni dei protagonisti, tra scherzi, sfottò ed esperienze in pandemia.

War Of The Worlds: intervista ai protagonisti della serie sci-fi su Disney+
Articolo a cura di

Il fascino di certe opere rimarrà quasi certamente immortale, inflessibile persino al rigido ed inevitabile scorrere del tempo. E l'aspetto più curioso è che alcuni capolavori resistono anche all'evoluzione del loro stesso genere di appartenenza: le strutture possono espandersi, la narrazione e i suoi topoi possono moltiplicarsi, la profondità di certe dinamiche e tematiche può mutare totalmente; eppure si torna sempre ai capisaldi, in un modo o nell'altro. La Guerra dei Mondi di H. G. Wells esprime al massimo una verità del genere, in quanto rappresenta la base più classica e semplice per un racconto di fantascienza, ovvero la razza aliena che invade il nostro pianeta.

Sarà forse l'universalità del racconto, il poter empatizzare con una paura così distante ed al contempo così reale e soprattutto la libertà di rielaborarlo in migliaia di direzioni differenti, possibilità che War of The Worlds, serie tv del 2019 la cui seconda stagione sbarcherà su Disney+ tra le novità Disney+ di ottobre, sembra aver compreso perfettamente.

Abbiamo così colto la possibilità di intervistare Ty Tennant, Bayo Gbadamosi e Pearl Chanda - interpreti rispettivamente di Tom, Kariem e Zoe - in quella che si è rivelata una chiacchierata leggera e spensierata, nonostante l'esperienza di dover girare in piena pandemia. Per saperne di più sulla prima stagione vi rimandiamo alla nostra anteprima di War of the Worlds.

Essere un attore in pandemia

Everyeye.it: È un immenso piacere fare la vostra conoscenza. Prima di tutto, come state tutti? Specialmente visto l'ultimo anno e mezzo.
Pearl: Tutto sommato va bene, non posso lamentarmi. Spero che anche in Italia la situazione stia migliorando!
Bayo: Sìsì, va tutto bene, grazie mille per aver chiesto!

Eveyeye.it: Com'è stato girare durante una pandemia? Com'era l'atmosfera sul set?
Ty: Non so per tutti gli altri, ma per me c'è stato sicuramente un pizzico di tensione e di ansia vista la situazione. C'è in corso una pandemia eppure volevamo finire questo progetto senza doverci interrompere a metà e sul set era forte la preoccupazione; siamo stati fortunati ad aver evitato una simile eventualità. A parte ciò, in un certo senso è stato più semplice recitare perché, insieme allo stare di nuovo con delle persone, era l'unica cosa che volevo fare. Almeno per me, la pandemia ha reso paradossalmente più facile dare una performance credibile, spero. Incrociamo le dita!

Bayo: Tra l'altro siamo stati una delle primissime produzioni a riprendere le attività e ci siamo sentiti quasi delle cavie per tastare il terreno (ride, ndr.). E sinceramente ero un po' nervoso per come sarebbe andata. Ma mi sono adattato piuttosto velocemente anche grazie all'intero team che ci ha fatto sentire sempre al sicuro, evitando oltretutto di compromettere la riuscita dello show e degli aspetti che lo rendono affascinante.

Everyeye.it: La Guerra dei Mondi di Wells è una delle pietre angolari della fantascienza, almeno per quanto riguarda le fondamenta, e negli anni si sono visti numerosi adattamenti. Secondo voi perché questa versione è diversa?
Pearl: C'è qualcosa in questa storia che colpisce nel segno nonostante le generazioni si susseguano, basti pensare allo spettacolo radiofonico di Orson Welles. E War of The Worlds vuole mostrare approfonditamente i rapporti umani che si creano in quel racconto, in modi che la fantascienza non sempre fa: a volte è più importante l'aspetto scientifico, altre volte l'ambiente prende il sopravvento sui personaggi. Qui, in uno scenario comunque apocalittico, a dominare è proprio la condizione umana.

Ty: Io più che altro penso al mondo in cui viviamo ora e al nostro rapporto con la tecnologia. È inimmaginabile oggi pensare di vivere senza, non credo neanche riuscirei ad essere un attore senza Instagram (risata di gusto di sottofondo di Pearl che non ha un profilo Instagram, ndr.). E quando la tecnologia ti viene sottratta c'è quel momento in cui ti senti perso. Ora immagina di vivere in un mondo dove sei obbligato, da un secondo all'altro, a rinunciare a qualunque strumento di questo tipo... come progredirà questo scenario?

La musica salvifica

Everyeye.it: Come si fa a raffigurare su schermo quel terrore, quella paura di un qualcosa che non si può comprendere?
Bayo: Innanzitutto un lavoro gigantesco è stato fatto dal team, che in pratica ha costruito il mondo con il set, il trucco e i costumi; ci ha aiutato moltissimo ad immergerci in un'atmosfera del genere. E poi c'è tutto un lavoro personale legato al connettersi con il proprio personaggio, cercando di capire come si sarebbe comportato in una situazione così al limite.

Pearl: Ci vuole molto lavoro, anche solo per recitare nei panni di una persona realmente spaventata. Mi aiuta molto ripensare ad alcuni momenti della mia vita e trovare qualche somiglianza, seppur minima, per trasportarmi in quello scenario, anche se in fondo nessuno di noi sa con certezza cosa farebbe sotto l'influsso di una paura talmente forte. Sotto certi aspetti è estremo e forse il fascino risiede proprio in ciò, è una sfida intrigante per un attore. Almeno per me questi ruoli danno gioia.

Everyeye.it: Prima Ty ha parlato di come la pandemia l'abbia aiutato almeno a concentrarsi sulla recitazione. Avete qualche tecnica di concentrazione particolare prima di andare sul set?
Ty: Lo so che è una risposta molto banale e scontata, ma per me la musica funziona sempre. Alla fine la musica è una sorta di estensione di ciò che proviamo e sentiamo, al punto che anche solo immaginarmi una canzone aiuta. War of The Worlds è e rimane un'opera di fantasia, per me è dura trarre ispirazione dalle mie vicende poiché sono radicalmente diverse. Quindi ho bisogno di uno spazio interamente dedicato a me in cui posso distrarmi e concentrarmi, interiorizzare certi pensieri e convincermi di essere in quel caos.

Bayo: Per me è la stessa cosa, la musica batte tutto. Un set può diventare un posto molto caotico, è normale che capiti, quindi ci sono molte distrazioni mentre devo raggiungere un certo stato emotivo in pochissimo tempo. Anche se ovviamente stiamo tutti lavorando per lo stesso obiettivo, può essere comunque molto confusionario. E allora la musica diventa una benedizione, magari persino una canzone o una colonna sonora che ho scelto appositamente per un personaggio o una scena specifici.
Everyeye.it: Purtroppo il tempo a nostra disposizione è finito, è stato davvero un piacere. Speriamo di rivederci per la terza stagione!