Un affare privato recensione: un giallo interessante ma convenzionale

Aura Garrido e Jean Reno sono i protagonisti di una serie che non innova il genere crime, ma cerca semplicemente l'affezione del pubblico.

Un affare privato recensione: un giallo interessante ma convenzionale
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Già dal nostro first look di Un affare privato, serie spagnola nel catalogo di Amazon Prime Video (non perdete i film Amazon di ottobre 2022), avevamo presupposto che il prodotto creato da Ramón Campos, Teresa Fernández-Valdés e Gema R. Neira avrebbe avuto uno sviluppo semplice e lineare. È esattamente quello che la storia dell'aspirante investigatrice Marina, interpretata dall'attrice Aura Garrido, ha presentato nel corso delle sue puntate, procedendo come ci si era immaginato e quindi soddisfacendo chi di dovere e non appassionando chi, al contrario, non è patito di gialli alla buona. Perché questa è la natura dell'operazione seriale iberica, pur mostrando una cura nella sua messinscena che ne esalta sicuramente il risultato. Ma è pur sempre indubbio che con Un affare privato lo spettatore non si ritrovi di fronte al più raffinato dei prodotti crime.

Sulle tracce di un serial killer

Nella ricerca del serial killer che marchia le sue vittime con il simbolo di un giglio, i personaggi della serie targata Prime Video si approcciano senza mai reale pericolo alle situazioni che si ritrovano a vivere. Una sensazione di sicurezza e stabilità che permette alla protagonista assieme al suo maggiordomo Héctor, un Jean Reno in versione spagnoleggiante, di potersi muovere sulle tracce di un assassino in un ambiente in cui anche il pubblico sa benissimo che ai suoi paladini non potrà succedere niente di male. Potendo per questo ragione seguire con leggerezza il caso che li vede coinvolti, lasciandosi travolgere dalla verve e dalla testardaggine di Marina.

Una protagonista tipica che le narrazioni hanno più volte tratteggiato, unica donna in un contesto anni '40 che cerca di sfidare il credere comune e che mette a repentaglio la sua stessa esistenza dimostrando che anche le donne possono essere delle ottime agenti di polizia. Una vocazione che la donna sentiva fin da bambina, trasmessa da un padre che ha sempre creduto nelle sue potenzialità, e che finalmente Marina potrà svelare anche al circostante non facendosi intimorire dalle minacce dell'omicida e concedendosi di andare sempre più in profondità nell'analisi e la scoperta della sua psiche.

Una messinscena curata per una storia prevedibile

Un affare privato palesa dunque la sua limpidezza di scrittura che non rincorre ghirigori o indagini mirabolanti, cercando solamente di intrattenere i propri spettatori. Una serie la cui mise en scène restituisce le atmosfere retrò evidenti nelle scenografie e nei costumi di ispettori e gentildonne, che animano vistosamente il clima del prodotto e contribuiscono a renderlo più gradevole per il pubblico che si appresta a guardarlo.

Un contenitore il cui fiocco viene messo dalla continua proposta di una colonna sonora che è ulteriore personaggio all'interno del racconto, un tappeto su cui i personaggi si muovono e che vuole indirizzare i sentimenti degli spettatori, facendoli sia tornare indietro nel tempo, che stilizzando le note delle consuete opere soft poliziesche. Il più grande problema di Un affare privato, perciò, è solamente il non aver voluto osare con una sceneggiatura che potesse limare alcune forzature e marcature dei personaggi e della propria storia, pur rendendo chiaro fin dal primo momento a quale visione voleva essere destinato. Quella di un pubblico che non ricerca necessariamente l'originalità, che non vuole essere scioccato o scosso, ma che come con un buon libro giallo ha la possibilità di mettere insieme i tasselli per scoprire la trama più grande che si nasconde dietro alle uccisioni, anche se è la medesima che ha già letto mille volte.

Un senso di déjà-vu è quindi più che giustificato mentre si fanno scorrere gli episodi della serie, la quale conosce bene la propria natura e decide di non fare nulla per cambiarla. Una produzione bonaria, seppur inevitabilmente superficiale. Forse il primo di molti casi per la protagonista Marina, la quale ha comunque le sue armi segrete con cui far affezionare il pubblico.

Un affare privato Un affare privato è un giallo convenzionale che non osa nella scrittura o nella creazione di personaggi originali, ma punta su una sceneggiatura semplice che possa essere letta e compresa immediatamente fin dalla sua prima puntata. Un'intenzione mossa dal voler realizzare un crime in cui poter curare la messinscena e donare agli spettatori una storia da poter seguire senza impegno, potendosi così affezionare alla sua protagonista, testarda e determinata come, però, ne abbiamo già conosciute tante.

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