Recensione Agents of S.H.I.E.L.D. - Stagione 1

La recensione della prima stagione di Agents of S.H.I.E.L.D.

Recensione Agents of S.H.I.E.L.D. - Stagione 1
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Quando i Marvel Studios - o meglio, la neo-divisione televisiva guidata da Jeph Loeb e non dal consueto Kevin Feige - annunciarono il loro primo serial televisivo autoprodotto per ABC, Agents of S.H.I.E.L.D., i fan di mezzo mondo, all'epoca in piena 'tempesta ormonale' post-visione di The Avengers, impazzirono letteralmente, facendosi trascinare da un hype via via sempre più enorme. In fondo, a capo del progetto, c'era Joss Whedon, famoso autore di alcune delle serie tv più amate degli ultimi vent'anni e, non ultimo, regista e sceneggiatore di quell'Avengers tanto adorato e, soprattutto, con l'Agente Phil Coulson - interpretato da Clark Gregg - morto durante gli eventi del film corale ma 'riportato in vita' per l'occasione. Un'attesa snervante senza precedenti per un serial tratto da un fumetto. Ma le attese sono state ripagate? In parte si ed in parte no. Ed ora che la prima stagione è finita, tiriamo le somme (ma attenzione! Vi avvertiamo che ci sono pesanti spoiler!).

Gli agenti dello S.H.I.E.L.D.

Il serial, come ormai tutti sanno, è incentrato su un piccolo team di agenti dello S.H.I.E.L.D. in un mondo post-battaglia di New York (quindi un mondo ormai a conoscenza di alieni, mostri verdi e Dei con martelli). Capitanata dal 'resuscitato' Phil Coulson (Clark Gregg), il team sembra inizialmente sgangherato e composto da novellini piuttosto che da agenti speciali. Ne fanno parte la fredda Agente May (Ming-Na Wen), esperta di arti marziali e pilota, soprannominata 'La Cavalleria'; la spia Ward (Brett Dalton), anche lui esperto di combattimenti corpo a corpo e armi, dal passato piuttosto oscuro; i due "scienziati" Fitz (Iain De Caestecker) e Simmons (Elizabeth Henstridge) esperti, rispettivamente, in tecnologie delle armi e in scienze biologiche. A loro, durante il pilot, si unisce anche la bella hacker Skye (Chloe Bennet), anche lei con un passato turbolento e misterioso. Quelle che non sanno è una grossa minaccia venuta proprio dall'interno li porterà nel bel mezzo di una guerra senza precedenti.

La prima metà

Per parlare di questa serie, dobbiamo necessariamente dividere la stagione a metà (più o meno). I primi dieci episodi sono infatti semplicemente discreti, con qualche vetta e parecchi punti bassi. Dopo un pilot di forte impatto ma sicuramente non incredibile, la serie procede molto lentamente, non costruendo una vera e propria minaccia ma reggendosi sugli episodi auto-conclusivi. I due showrunner, Jed Whedon (fratello di Joss) e Maurissa Tancharoen, infatti, pensano bene che l'unico motivo che costringerà i tanti appassionati, ma anche il pubblico generalista, a seguirla è il mistero che coinvolge il ritorno di Coulson. Decisamente troppo poco per suscitare l'interesse generale ed, infatti, dopo un paio di episodi, il serial perde spettatori e rating. Le missioni sono piuttosto anonime, le puntate non hanno mai mordente e i personaggi, troppo spesso, diventano semplici macchiette. Quindi May diventa la fredda che picchia, Ward una spia innamorata, Skye la bella di turno e Fitz-Simmons la coppia apparentemente comica del gruppo. L'unico che cerca di spiccare sembra proprio Coulson, grazie all'apporto del sempre bravo Gregg, che trascina la baracca a fatica, ci crede e spera. E si vede. Mentre le puntate procedono, l'aria di stanchezza generale è comprensibile. La stessa scrittura degli episodi risulta banale, i dialoghi non imbarazzanti ma sicuramente anonimi e i personaggi non subiscono alcuna evoluzione, sono quel che sono, sono relegati a quello e basta. Certo, non mancano delle puntate piuttosto interessanti, come "La Risorsa" (The Asset in originale) che introduce il personaggio del Dr. Franklin Hall e che costruisce una situazione di eventi molto fumettosa. Ma se pensiamo, invece, che in un episodio come '0-8-4' la parte più emozionante e di qualità la ritroviamo nel siparietto finale con il cameo di Nick Fury (Samuel L. Jackson), questo la dice lunga su questa prima metà della stagione.

La seconda metà

Incredibilmente (e, sicuramente, a causa delle troppe critiche dei fan), la serie si risolleva pian piano dall'episodio 10. Fortunatamente, da questo episodio (ma è onesto dire che qualche seme era stato piantato anche prima), tutto ciò che abbiamo visto nella prima metà sembra esser collegata ad una storyline molto più ampia, che introduce un villain - chiamato Chiaroveggente - interessato non solo ai misteri della morte di Coulson (come lo spettatore) ma anche a Skye. Inizia una serie di episodi che sembrano far parte di un'altra serie, scritti decisamente meglio. I personaggi, soprattutto, iniziano a subire delle evoluzioni più che ottime e creeranno anche degli ottimi plot twist non da poco. Grazie anche all'uscita del film Captain America - The Winter Soldier, in cui scopriamo che l'HYDRA è infiltrata nello S.H.I.E.L.D. -, il serial fa un balzo di qualità e da "serietta scialba da seguire quando si è annoiati" diventa piuttosto interessante. E sebbene la rivelazione di come è sopravvissuto Coulson è sicuramente più banale di quanto pronosticavano tutti, la scoperta che Ward, probabilmente "il protagonista" del serial (il pilot è narrato dal suo punto di vista), è in realtà un 'agente' dell'HYDRA sotto copertura e uno dei cattivi, è sicuramente una sorpresa inaspettata e la sua uccisione, brutale, di Victoria Hand (Saffron Burrows) è decisamente di forte impatto. Questa seconda metà è aiutata anche dall'introduzione di due nuovi personaggi, l'agente Triplett (B. J. Britt) e John Garret (Bill Paxton), il carismatico 'Chiaroveggente', nonché dal ritorno di Mike Peterson (August Richards), tramutato nel cyborg Deathlok, uno degli antieroi più amati dei fumetti della Marvel. Meno siparietti comici fuori luogo e una scrittura su alti livelli, fanno arrivare la serie ad uno scoppiettante epilogo che, anche se non spettacolare, non delude le aspettative.

I camei

Sono in molti i personaggi, soprattutto dei film, a fare dei camei nel corso della serie. Maria Hill, interpretata da Cobie Smulders, appare in due episodi; lo stesso Nick Fury (Samuel L. Jackson) appare in altri due episodi. Ma ci sono anche Jasper Sitwell (Maximiliano Hernandez), Lady Sif (Jaimie Alexander) e l'Agente Blake (Titus Welliver). Immancabile anche il cameo di Stan Lee.

Il nuovo status quo

Alla fine di 'Beginning of the End' si crea un immancabile nuovo status quo che creerà alte aspettative per l'annunciata seconda stagione. Anche se i fan di Ward hanno sperato fino alla fine, gli sceneggiatori sono stati bravi a non dare al personaggio un barlume di 'redenzione' e terminare la stagione con lui 'cattivo'. E' difficile pensare ad un suo ritorno da 'buono' in futuro (ma siamo nell'Universo Marvel, tutto è possibile). Quel che sembra chiaro è che l'agente Triplett è promosso a series regular e sostituirà Ward nel team di Coulson. Resta in sospeso il futuro di Fitz, che nel serial, grazie ad una scrittura più equilibrata, riesce a diventare uno dei più amati: l'epilogo ci fa capire che è quasi morto, che ha subito dei danni e che non sarà "più lo stesso". Per quanto riguarda Deathlok, è chiaro che gli sceneggiatori vogliono 'tenerselo buono' e in mancanza di grandi nomi, l'antieroe potrebbe essere uno dei pochi 'supereroi' ad apparire nello show. E' ovvio, però, che gli occhi di tutti sono puntati verso Coulson, a cui Fury ordina di ricostruire lo S.H.I.E.L.D. dalle ceneri e promuove a direttore; sarà divertente vedere se questo suo nuovo incarico lo farà apparire nuovamente anche nei prossimi film. L'epilogo ci mostra anche i futuri villain, la cui 'dinastia' procederà con Ian Quinn (David Conrad) e Raina (Ruth Negga): il primo è il possibile ritorno del Dr. Hall come Graviton, il secondo (confermato) sarà il padre di Skye, le cui origini - almeno per questa stagione - rimangono ancora un mistero.

Agents of S.H.I.E.L.D. - Stagione 1 Agents of S.H.I.E.L.D. è una di quelle serie che non si può abbandonare dopo i primi tre-quattro episodi. Dopo un inizio scialbo e stanco, e una metà stagione piuttosto anonima, la serie si risolleva con più di dieci episodi di qualità, scritti decisamente meglio e con personaggi che subiscono buone evoluzioni e plot twist niente male. La speranza, ora che la stagione è finita, è che nella seconda si inizi con il botto e che il serial mantenga gli standard qualitativi di questi ultimi episodi, senza ripetere gli errori fatti. Gli ingredienti, in fondo, ci sono tutti.