And Just Like That Recensione: perché convince il Sex and the City maturo

Carrie Bradshaw e le sue amiche sono cresciute, cambiate, maturate. E And Just Like That... non poteva che mostrare questo.

And Just Like That Recensione: perché convince il Sex and the City maturo
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Al suo principio And Just Like That... aveva suscitato non poche remore nei fan più appassionati. La morte di Big era stato un duro colpo per gli affezionati e per le azioni di Peloton, la società produttrice della bici elettrica che il personaggio stava utilizzando per fare esercizio fisico nel momento della sua dipartita. E per la serie ideata da Darren Starr, lo stesso creatore dell'originale Sex and the City e della moderna Emily in Paris, le complicazioni non sono finite qui, con le polemiche su Chris Noth per l'accusa di molestie avanzata proprio verso l'interprete e dichiarata a pochi giorni dal rilascio del revival capitanato da Carrie Bradshaw.

La burrasca, però, è passata proseguendo di settimana in settimana e vedendo uscire fedelmente le nuove puntate portando sempre di più l'operazione nostalgica al di fuori di polemiche e delusioni. È stato infatti un percorso tutto in ascesa quello che è riuscito a intraprendere il prodotto originale di HBO Max e che ha trovato sempre più approvazione nel corso degli episodi. Forse primo vero e proprio risultato degno per la realizzazione di un proseguimento di una serie iconica che aveva sconvolto con il suo arrivo negli anni Novanta e che dimostra di essere rimasta fedele e affezionata alle sue protagoniste.

Non il tornare indietro, ma il guardare in avanti

Più di qualsiasi altro ritorno in auge dei prodotti del passato, questa reunion ha saputo convincere, così come attestavamo nelle nostre prime impressioni su And Just Like That, perché ha avuto il coraggio e la coscienza di adoperare un distaccamento netto da ciò che la legava al fulcro originario, contrassegnato dalla dipartita del grande amore della vita di Carrie e dall'assenza per cause di forza maggiore - e di inimicizie - della Samatha di Kim Cattrall in Sex and the City.

Quello che da molti era stato visto come un tradimento, lo snaturamento di un racconto che forse si aspettavano ancora attinente ai discorsi dei 90s e a cui i personaggi dovevano rimanere saldamente attaccati, si rivela invece la maniera più coscienziosa di creare una nuova storia per la veterana Carrie Bradshaw. La perspicacia di non poter permettere alle influenze esterne o alla devozione esasperata di assumere il controllo della narrazione. Una concessione che ha portato ad osservare cosa è accaduto in questi quasi vent'anni dall'ultima uscita di Sex and the City (almeno in forma seriale) e a non riprendere da dove avevamo lasciato portando bensì dietro il bagaglio che Carrie, Charlotte e Miranda hanno trasportato per tutti questi anni. Ai discorsi sul sesso e alle relazioni lunghe il tempo di una puntata And Just Like That... ha sostituito il peso di un lutto che ha rimesso in prospettiva l'intera esistenza di Carrie Bradshaw e l'ha portata a riflettere sul suo presente, sul lavoro che ha svolto, sui rapporti che ha mantenuto.

Le new entry sono svariate e tutte apprezzabili nel revival che non vuole ripetere se stesso, ma ha la maturità che ogni adulto dovrebbe aver coltivato e che la serie sviluppa molto più in orizzontale. La costruzione di episodi che non si aprono e chiudono solamente in quaranta minuti, ma percorrono le esistenze totalmente cambiate delle protagoniste dimostrando di essere le uniche che avremmo potuto accettare di vedere riportate sullo schermo.

Sesso, coscienza e conoscenza di sé

Ironizzando molto su cosa erano state un tempo, mantenendo sempre uno spiccato stile e non avendo davvero paura degli anni che sono trascorsi, le protagoniste dimostrano non solo un affiatamento che lascia trasparire la complicità dell'età adulta, ma la comprensione di quelle trasformazioni che ognuna delle tre donne ha attraversato e che fanno parte di quella loro inedita fase.

Se a venti e trent'anni l'erotismo era ciò di cui scrivere e da praticare compulsivamente, a più di cinquanta è la conoscenza di se stesse a prevalere, il voler parlare della propria vita e non delle avventure di una notte, di voler sapere di poter essere ancora vive invece che rivangare solamente i decenni andati. Ed è soprattutto Carrie che, come per la morte di Big, porta dignitosamente questo peso, con una Sarah Jessica Parker che non è mai stata così onesta nel ruolo della sua eroina, forse perché per la prima volta riesce a comprenderla totalmente. Facendo anche attenzione al contesto in cui viene realizzato, lo show non tace sui mutamenti che hanno stravolto la società, trasformandoli anzi in carburante per il proprio racconto e rendendoli così parte integrante. Un'osservazione sul presente, sociale e personale delle protagoniste, che è ciò che più ha permesso di apprezzare And Just Like That... e di farci realizzare come si cambia realmente nella vita. Il piacere di ritrovare delle vecchie amiche e pensare: sì, sono davvero diverse. E questa è la loro bellezza.

And Just Like That... And Just Like That... a differenza di molte altre reunion o di prodotti nati per suscitare il tipico "effetto nostalgia" ha saputo convincere il pubblico proprio perché è riuscita a distaccarsi dal fulcro originario di Sex and the City e dimostrare come sono cambiate realmente le sue protagoniste. Il taglio di un cordone ombelicale che ha mostrato la bellezza di questa inedita fase della vita di Carrie, Charlotte e Miranda, integrando le loro storie nel presente e non permettendo alle donne di rivangare nel passato, bensì di guardare verso il futuro.

7.5