Gli Anelli del Potere 1x04 Recensione: un episodio denso e carico di eventi

A poche settimane da un debutto quanto mai discusso, la serie Prime Video mette da parte le presentazioni e si concentra sulla narrazione.

Gli Anelli del Potere 1x04 Recensione: un episodio denso e carico di eventi
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Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere ha già diviso milioni di spettatori in tutto il mondo, scatenando accese discussioni e trovandosi persino al centro di vere e proprie diatribe (Tolkien sarebbe deluso da Gli Anelli del Potere?). L'adattamento targato Amazon Prime Video della Seconda Era di Arda prende ispirazione, come già noto, dalle Appendici de Il Signore degli Anelli e dai riferimenti in essa contenuti, approfondendo o comprimendo all'occorrenza con l'ausilio di nuovi personaggi e filoni narrativi.

Dopo aver concentrato la propria attenzione sulla presentazione dei personaggi e dei rispettivi contesti, Gli Anelli del Potere sposta buona parte dei propri sforzi sugli sviluppi di trama. Evitando di perdersi in chiacchiere o di crogiolarsi troppo nella propria ricercata estetica, J.D. Payne e Patrick McKay portano su schermo un episodio denso e carico di eventi. Pur avendo ancora molto da dimostrare per conquistare la fiducia di pubblico e critica, possiamo affermare con certezza che gli showrunner stiano imboccando una direzione sempre più chiara e per certi versi curiosa. Nell'attesa di scoprire se l'asticella si alzerà ulteriormente, approfondiamo insieme quanto mostrato in questa puntata.

Tra patti e minacce

Come accennato nella nostra recensione del terzo episodio de Gli Anelli del Potere, Numenor si trova ancora al centro delle vicende. Questa volta, però, l'alternanza fra i punti di vista è molto più intensa e si sposta costantemente tra l'isola, le sale di Khazad-dûm e le desolazioni delle Southlands ormai assediate dagli orchi.

In questo contesto, l'episodio si concentra particolarmente sulla figura di Tar Miriel (Cynthia Addai-Robinson), approfondendo il suo legame con il reame e il suo rapporto col padre Tar Palantir. Osservando da vicino la prospettiva del popolo, sarà possibile notare le mire di Pharazon (Trystan Gravelle) e l'incessante opera di convincimento da parte di Galadriel, desiderosa di riunire Umani ed Elfi per sconfiggere il male che sorge a est. Sempre nell'isola, il corso degli eventi porterà i figli di Elendil (Lloyd Owen) a subire le difficoltà di eccessive responsabilità o di triste gavetta.

Tornando poi a seguire il punto di vista dell'Elfo Arondir (Ismael Cruz Cordova), sarà possibile osservare per la prima volta in azione il misterioso Adar (Joseph Mawle), figura "paterna" per gli orchi delle Southlands e pronto a mettere a ferro e fuoco tutti i territori circostanti insieme al suo esercito. Ma non solo: quello che sembra a tutti gli effetti un Elfo, seppur corrotto nella sua natura, intende reclamare qualcosa di grande valore, intrecciando il proprio cammino con la resistenza degli Umani rifugiati nella torre di Ostirith.

Tra i due estremi delle terre di Arda, ci viene infine concesso un nuovo sguardo alle vicende che legano Celebrimbor (Charles Edwards) ed Elrond (Robert Aramayo), con quest'ultimo particolarmente impegnato nell'affrontare il compito affidatogli da Gil-Galad (Benjamin Walker) e al contempo curioso di scoprire ciò che l'amico Durin IV (Owain Arthur) gli sta celando riguardo all'operato nanico nelle profondità delle vecchie miniere. Tra proposte e presagi, i protagonisti della Seconda Era cominciano così a muoversi verso il futuro che li attende.

L'altra faccia del destino

Come accaduto nei precedenti episodi, Gli Anelli del Potere mette in mostra con grande e giusta enfasi il proprio comparto tecnico, lasciando a bocca aperta con atmosfere e scenari mozzafiato alternati da una cura estetica invidiabile sia per gli occhi che per le orecchie dello spettatore. A differenza delle puntate precedenti, tuttavia, si nota finalmente una spiccata intensità nel ritmo e nella gestione delle trame, con continui cambi di scenario e numerosi sviluppi su cui concentrare la propria attenzione.

Nel caotico marasma di elementi narrativi in tumulto e in continuo movimento, anche i frangenti meno gradevoli appaiono più digeribili. Persino la Galadriel di Morfydd Clark sembra giovarne, evitando di soppiantarsi in continue estremizzazioni della propria ferocia e prendendosi le giuste conseguenze finché non mostra (forse per la prima volta) i barlumi della propria grandezza d'animo. A spiccare oltre ogni misura sono Tar Miriel, ben più sfaccettata della propria apparenza, e il solito Elendil che brilla come già aveva fatto nello scorso episodio - forse, per stile ed estetica, il casting migliore finora. Aggrappandosi convintamente ai suoi punti di forza, tra le interessanti sequenze che vedono protagonista Arondir e i nefasti scenari palesati a Numenor, sono ancora Elrond e i Nani a rubare la scena. Il personaggio di Robert Aramayo incarna alla perfezione l'Elrond che i fan speravano di trovare, al netto di un'estetica che non rende del tutto giustizia alla sua interpretazione.

Tra rimandi alla lore di Tolkien e piccoli dettagli che donano ulteriore carattere al personaggio, Elrond è anche presente in tutti i dialoghi più dolci e intriganti dell'episodio - eccezion fatta per l'intenso scambio tra Miriel e Galadriel. Se la maggior parte dei ruoli di primo piano appare in grande spolvero, lo stesso non si può dire per alcuni comprimari dello show: il giovane Theo, per quanto con molto più spazio a disposizione, continua a non mostrare grandi pregi e i giovani Isildur ed Earien non giovano minimamente dell'innumerevole sequela di eventi per acquisire adeguato spessore rispetto ai colleghi.

Speriamo che anche questi ultimi (e Isildur in particolare) possano mostrare un altro lato del proprio personaggio nelle puntate a venire. Sotto la direzione di Ye Chen, l'intera ora di visione si contraddistingue anche per degli affascinanti esercizi di stile: spiccano un ampio piano sequenza e una splendida gestione dei campi lunghi, ma a tratti perdura la sensazione che lo show si piaccia troppo, insistendo su rallenty e primi piani leggermente eccessivi. Ciononostante, il comparto tecnico continua a primeggiare al fianco di una narrazione che inizia a emergere.

Oltre l'orizzonte

Caricando i propri eventi di fascino, mistero e pathos, il quarto episodio de Gli Anelli del Potere riesce finalmente a smuovere le acque in maniera convincente, muovendosi con disinvoltura tra i diversi filoni narrativi fin qui presentati. Una puntata, forse la prima fin qui, che fa della concretezza e della passione i propri punti di forza - eliminando, non a caso, scenari come quello dei Pelopiedi che poco riescono a legarsi al contesto presentato fin qui. La Terra di Mezzo ospita numerosi eventi, e altrettanti sono destinati ad accadere molto presto.

Ora più che mai, abbiamo la sensazione che le varie pedine si stiano muovendo verso un'unica direzione: in un modo o nell'altro, la serie dovrà fare i conti con la propria responsabilità nei confronti di una storia che aspetta solo di essere raccontata e desideriamo prepararci a grandi cose in vista della seconda metà di stagione. Non possiamo che sperare in un crescendo continuo, che da qui parta per farsi ammirare dagli spettatori di tutto il mondo - esaltando, una volta giunta la sua fine, la forza di una grande storia di tributo al magico universo tolkieniano.

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere - Stagione 1 La quarta puntata de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere si accende come una fiamma nella notte, acquisendo intensità e densità mai mostrate finora. Guidati da una regia ambiziosa e da un comparto tecnico eccellente, cominciamo ad affezionarci ai personaggi e a un mondo carico e vibrante d'energia. Nell’attesa di conoscere l’esito degli eventi mostrati sin qui, possiamo guardare al futuro con più certezze che dubbi su ciò che lo show ha da offrire - nel bene e nel male.