Arcane Recensione: la serie di League of Legends è eccezionale

Arcane è una serie che non potete perdere. Un titolo che soddisferà i fan di League of Legends ma anche i curiosi dell'ultima ora.

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Con l'uscita delle ultime tre puntate che racchiudono il conclusivo Atto III, Arcane è diventata la serie più vista al mondo su Netflix superando titoli che abbiamo imparato a conoscere grazie alla nostra recensione di Hellbound, alla recensione di Cowboy Bebop e alla recensione Squid Game. Fino al 21 novembre lo show animato basato sull'universo narrativo di League of Legends è ancora il più seguito in 34 paesi e addirittura nella Top10 in 90 nazioni. Un successo clamoroso per Arcane che, per stessa ammissione di Riot Games, è arrivato in modo del tutto inaspettato.

È chiaro che avere un enorme numero di videogiocatori ha aiutato, ma il rischio di deluderli non era nullo: come si suol dire, "più sono grossi e più fanno rumore quando cadono". Di cadute, però, non ce ne sono state: anzi, Arcane ha probabilmente aiutato League of Legends e gli altri videogiochi a tema, come Legends of Runeterra, a conquistare nuove fette di pubblico e di giocatori.

Obiettivo centrato

E non era assolutamente né semplice né scontato riuscire a raggiungere l'obiettivo non dichiarato: soddisfare le esigenze di chi a League of Legends gioca o è anche solo appassionato della sua lore, e di chi non ne ha mai sentito parlare.

Ciò che trasuda da Arcane è infatti la capacità di essere universale: da un lato perché sa attingere in modo eterogeneo alle narrazioni già esistenti, sia con le storie poi approfondite nel corso della serie - come nel caso dell'origine della follia di Jinx/Powder, frutto di più traumi che trovano giustificazione nel denominatore comune della sindrome dell'abbandono -, sia in quelle appena sfiorate, come la potenziale presenza di Warwick in futuro, una creatura di Singed (come raccontato nella lore del gioco); dall'altro perché sa parlare anche a coloro che arrivano a guardare la serie senza conoscenze pregresse, a volte forse addirittura avvantaggiati in quanto privi di aspettative e con un intero mondo da scoprire da zero. Non è mai facile realizzare un prodotto televisivo da un videogioco. Nonostante si parli di finzione in entrambi i casi, rimangono due mondi totalmente differenti e spesso lontani, difficili da sovrapporre. Lo stesso Nicolò Laurent, Ceo di Riot Games, due anni fa scriveva su Twitter di dover porre grande attenzione a come sarebbe stata presentata la serie Arcane in TV. Due anni dopo Riot sa di aver fatto centro realizzando uno dei migliori prodotti televisivi mai ricavati da un videogame. Un risultato arrivato dopo aver fidelizzato la propria community per oltre 10 anni e ponendo molta attenzione a ciò che avrebbe voluto raccontare. Ovvero storie.

Una, mille storie

La forza principale di Arcane risiede nella sua capacità di raccontare non una ma tante storie, accomunate da un filo rosso che le collega le une alle altre. Narrazioni profonde e legate a temi d'attualità con cui gli spettatori possono immedesimarsi. Runeterra è un mondo fantastico, con caratteristiche del magico, dello steampunk e del fantasy tradizionale; un universo totalmente inventato che tuttavia sa essere vicino allo spettatore coinvolgendolo nel profondo grazie all'utilizzo di temi profondi e mai banali.

È così che sullo sfondo di macrotematiche come la lotta di classe e il mantenimento dello status quo, lo scontro tra magia e tecnologia, o il prezzo da pagare per raggiungere il progresso, si intrecciano le storie dei numerosi personaggi, divinamente rappresentati sia a livello grafico - con lo studio Fortiche che esce rafforzato da questa esperienza impegnativa e complessa -, sia a livello caratteriale; ognuno con una propria dualità, tra luci e ombre in contorni mai netti. Non esistono eroi o idoli perfetti, non esiste giusto o sbagliato: o, meglio, è lo spettatore a decidere cosa lo sia, chi sostenere, chi idealizzare e con chi condurre la propria battaglia personale su Runeterra. Immedesimarsi in un personaggio comporta sostanzialmente un viaggio nel profondo della sua anima, alla scoperta dei suoi valori e dei suoi difetti con l'obiettivo di comprendere fin dove riesca a spingersi per raggiungere il proprio obiettivo. La frase di Silco, l'anti-eroe per eccellenza della serie, disposto a sacrificare tutto e tutti, persino se stesso (ma non la "figlia" adottiva Jinx) pur di dare un futuro indipendente a quella che considera la sua gente, è emblematica della serie: "Il potere non è fatto per coloro che sono nati già forti ma per coloro che farebbero di tutto per raggiungerlo."

Un potere che può essere espresso in modi e a livelli differenti ma che è realmente il protagonista indiscusso dello show insieme a chi, in un modo o nell'altro, cerca di raggiungerlo. La ricerca del potere di controllare la magia per un bene superiore, secondo Viktor; il potere derivante dall'essere diventato il volto del progresso, per Jayce; il potere di appartenere a una delle famiglie più importanti di Piltover, per Caitlyn; il potere del legame familiare, per tutti. Il secondo grande tema è infatti la famiglia, declinata in tutte le sue sfaccettature e in modo inclusivo con l'amore che si oppone al potere: l'ennesimo dualismo presente nella serie serenamente definibile dicotomica.

Come l'affetto, probabilmente amore, tra Vi e Caitlyn, mai espressamente dichiarato ma che traspare candidamente dagli sguardi e dai discorsi tra le due ragazze, un amore messo a dura prova anche dalle rispettive provenienze: di Zaun, la città sotterranea e dei reietti, la prima, di Piltover, da una famiglia ricca e potente, la seconda. Un amore ostacolato dalla gelosia di Jinx, sorella di Vi, abbandonata più volte, incapace di elaborare le perdite subite negli anni e alle prese con un conflitto interiore che la dilania tra la vecchia, fragile e giovane Powder e la nuova, indipendente e forte Jinx.

Un conflitto interno che ha conseguenze anche sulle sue azioni sull'esterno, dettate dall'affetto per Vi e per il padre putativo Silco, colui che l'ha cresciuta, l'unico che non l'ha abbandonata, mai. E che costituisce un diverso tipo di famiglia da quella tradizionale, un rapporto basato sulla fiducia reciproca e sulla riconoscenza.

L'amore ai tempi di Piltover

C'è spazio anche per un amore più esplicito, il primo probabilmente mai visto su Runeterra: la scintilla che scocca improvvisamente tra Jayce e Mel, rappresentante della consulta e del potere supremo su Piltover. Un amore che per i due è quasi una via di fuga dai problemi personali che vivono con i rispettivi affetti esterni. Jayce ha un rapporto fraterno con Viktor, collega che lo ha salvato dall'oblio e dal compiere un gesto scellerato, dandogli fiducia e aiutandolo nel trovare la giusta via per creare e controllare la tecnologia Hextech, ciò che incarna il tema del progresso.

Un progresso che è tuttavia inteso in modo differente dai due, seppur entrambi ne condividano inizialmente lo scopo: se Viktor reputa il progresso a tutti i costi il modo migliore per rivoluzionare la società, aiutando i più deboli, in particolare i sofferenti di Zaun, mostrando un'empatia universale, per Jayce molto presto il progresso si scontra con le responsabilità del potere, con l'obiettivo della casta dominante di mantenere lo status quo in modo gattopardesco, accettando quindi il cambiamento senza che nulla però cambi realmente per chi governa, più o meno in ombra, la città.

Dall'altra parte il ritorno del peso familiare di Mel Medarda, rappresentato da una madre possente che rivela anche l'appartenenza noxiana (della regione di Noxus) e soprattutto nobiliare della protagonista. Esiliata, ritenuta debole e incapace di governare, Mel aveva trovato certezze e sicurezze a Piltover riuscendo a raggiungere una posizione di rilievo con le sue sole forze, salvo ritrovarsi improvvisamente fragile di fronte alla madre e al passato che rappresenta.

Il punto debole

Arcane è una serie, come abbiamo già sottolineato, matura, che va a esplorare le profondità dei suoi personaggi e delle loro storie. Eppure, un suo punto debole è molto spesso la frettolosa e scarna caratterizzazione di alcuni personaggi. Arcane fa intendere la presenza, in termini di tematiche e argomenti, di molto di più di quanto realmente racconta nel corso della serie. Storie lasciate a metà, ritratti accennati, abbozzati e mai dipinti interamente sono comuni nella prima stagione di Arcane mentre sempre più personaggi fanno la loro comparsa.

Personaggi che lasciano intendere di essere "importanti" per la trama, con un peso specifico che non viene tuttavia esplicitato. Un enorme malus, a nostro avviso, nell'analisi della serie se la si intende come autoconclusiva, come un prodotto fine a se stesso. Tuttavia, giustificato dall'intenzione di Riot Games di intraprendere un progetto più ampio, più esteso nel tempo, in cui dare il giusto spazio a ognuno dei protagonisti della storia e delle storie.

Lo stesso finale lascia lo spettatore in sospeso, incredulo, spiazzato e indeciso se sia effettivamente ciò che avrebbe voluto vedere o aspettarsi. Un giudizio che rimane pertanto nel limbo, in attesa della seconda stagione di Arcane: già confermata e in produzione ma che sicuramente non vedrà la luce nel 2022 per stessa ammissione di Riot Games. Il titolo pecca però di un vero e proprio picco emotivo: l'intera narrazione segue, tra alti e bassi, un climax crescente che sale di intensità episodio dopo episodio, promettendo l'arrivo di un momento epico che in realtà non arriverà mai, se non sul finale, lasciando un urlo strozzato a metà nello spettatore.

La cura dei dettagli

Rimane eccellente, come anticipato, il giudizio sulla qualità dell'animazione che compensa grandemente le mancanze caratteriali espresse. Molto di ciò che non viene detto lo si intuisce dai disegni, dai volti, dalle espressioni dei personaggi che sembrano quasi trasformare una serie animata in un live action per quanto sono profondi.

L'attenzione ai dettagli (non solo in forma di easter egg e riferimenti al mondo videoludico di League of Legends) è maniacale; le stesse scene si susseguono con un ordine perfetto, guidando tra colori e chine lo spettatore lungo la storia, senza mai farlo uscire dai "bordi". Le atmosfere, cupe da un lato quanto si parla di Zaun, e solari dall'altro quando si parla di Piltover, a un certo punto della narrazione si mescolano, si incrociano mostrando che i confini non sono così netti e che luci e ombre sono presenti in ogni aspetto, in ogni personaggio e in ogni relazione tra loro. A fornire il valore aggiunto sono le musiche, utilizzate in modo mai banale e anzi quasi didascalico.

Aver saputo coinvolgere, oltre ad artisti moderni come Imagine Dragons, Pvris, Mako e Bea Miller, anche un pezzo da novanta come Sting è indice della volontà di non utilizzare l'elemento musicale come semplice sottofondo alle vicende, ma come loro parte integrante; una vera e propria colonna sonora che aiuta lo spettatore ad avere una percezione ancora più ampia della narrazione, arrivando a raccontare quanto non esplicitamente detto.

Arcane: League of Legends Arcane è un prodotto di altissimo spessore, sia a livello di narrazione che, ancor di più, sotto il profilo delle animazioni, delle musiche, dei disegni e dei colori. I personaggi sembrano vivi, vicini a noi, moderni nonostante vivano in un mondo e un'epoca totalmente differenti, lontani nel tempo e nello spazio. Nonostante manchi quel quid che la renda esplosiva, come lo sono le intenzioni bellicose di Jinx, il giudizio finale non può che essere alto, influenzato anche dall'universalità della serie, fruibile realmente a tutti, appassionati della prima ora e nuovi arrivati: obiettivo mai semplice né, come abbiamo già detto, scontato.

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