Archive 81 Recensione: un'intrigante serie paranormale su Netflix

La serie prodotta da James Wan piega al suo volere le regole del found footage e regala una storia avvincente, nonostante venga spesso a mancare il pathos.

Archive 81 Recensione: un'intrigante serie paranormale su Netflix
Articolo a cura di

Linee temporali si intrecciano nella scia di una cometa incandescente, che perde pezzi nella sua corsa solitaria nello spazio siderale. Tra i frammenti di un ammasso di pietra stellare riposano i materiali capaci di costruire la porta verso un nuovo universo, ma gli esseri umani non hanno le capacità necessarie per tollerare una conoscenza che guarda al futuro così come al passato. In una realtà che trascende lo spazio ed il tempo risiede la divinità con le sembianze di un demone, che si dispera nel suo isolamento cercando di invadere il nostro piano esistenziale.

Con Archive 81 Netflix dimostra ancora una volta di saperci fare con i thriller fantascientifici: la serie tv prodotta da James Wan - riscoprite la nostra recensione di Malignant, il suo ultimo film horror - si dimostra capace di mescolare i temi del paranormale e della religione, all'interno di una trama che spicca per l'intelligenza con la quale è stata concepita. Alcuni difetti in fase di regia - ma soprattutto di montaggio - ammorbidiscono la potenza di diverse rivelazioni che, se gestite con maggior cura, sarebbero risultate molto più accattivanti: nonostante ciò Archive 81 è una serie da non lasciarsi scappare - e non perdete le altre serie tv Netflix di gennaio 2022 -, che ben si presta ad un binge watching forsennato alla ricerca del filo conduttore che lega un passato sepolto ad una divinità demoniaca.

In video veritas

Dan (Mamoudou Athie) è un appassionato di cinema: per lui le immagini non sono solo cibo per l'anima, ma anche fonte di guadagno. L'uomo lavora infatti come restauratore di pellicole, e proprio recentemente il suo ultimo incarico gli ha permesso di riportare in vita i filmati di uno show televisivo che tutti credevano perduto per sempre. La scoperta è importantissima e fa scalpore all'interno di una nicchia di appassionati, tra i quali figura il suo migliore amico Mark (Matt McGorry), che conduce un podcast nel quale trovano spazio inspiegabili storie sul paranormale. In seguito al ritrovamento, Dan viene assunto da Virgil Davenport (Martin Donovan), che lavora per la misteriosa LMG, per restaurare i nastri di alcune cassette danneggiate dall'incendio che ha distrutto gli appartamenti Visser.

Il ghiotto stipendio offerto dalla LMG convince Dan a trasferirsi in un edificio isolato sulle Catskill, dove potrà lavorare in solitudine e senza distrazioni. Le cassette si riveleranno essere la video-testimonianza di Melody Pendras (Dina Shihabi), una studentessa impegnata nella ricerca di una storia orale degli abitanti dell'edificio Visser nel quale lei stessa vive. Attraverso le interviste Melody si ritrova ben presto impelagata in un mistero che mette a repentaglio la sua vita: la pericolosità di ciò che accadde in quel palazzo riecheggia nel tempo intrecciandosi con la storia di Dan, che si ritroverà coinvolto in prima persona all'interno di un segreto occulto, dalle radici antiche e sanguinose.

Linee temporali e divinità solitarie

Il mistero intrecciato dalla trama di Archive 81 acquista consistenza con il passare del tempo, passando dall'essere un semplice resoconto di un incidente fino ad arrivare al culto di un Dio sconosciuto.

Nelle sue evoluzioni la storia si mantiene sempre viva ed interessante, grazie all'ottima gestione di una narrazione che si destreggia tra Dan e Melody: solo inizialmente seguiamo il punto di vista dell'uomo, prima di venire catapultati nella storia della studentessa intenta in una ricerca molto più personale di quanto non voglia dire. Il found footage sul quale lavora Dan si trasforma quindi in girato classico, e per lunghi tratti degli episodi si rimane nel passato, a seguire gli eventi incomprensibili che si sono svolti nell'edificio Visser pochi giorni prima che scoppiasse l'incendio. La trama gioca molto su ciò che Dan ha potuto vedere dalle cassette e ciò che invece lo spettatore conosce grazie al punto di vista di Melody, e non tutti gli eventi che l'uomo riesce a scoprire erano stati effettivamente registrati dalla ragazza (che filma spesso, ma non sempre), ma questo è un cavillo che possiamo perdonare ad una storia che teme di perdere il suo ritmo sostenuto.

Archive 81 è un nuovo mystery thriller targato Netflix, ma si rivela essere molto meno intricato rispetto a Dark, che per certi versi ne ricalca le tematiche di linee temporali intrecciate - riscoprite uno dei prodotti più sorprendenti di Netflix con la nostra recensione di Dark 3 -, ma questa semplicità giova alla scorrevolezza di una serie tv che riesce a tenere ben salda l'attenzione dello spettatore, il quale non si trova mai smarrito ed ha sempre ben chiaro cosa stia accadendo sullo schermo.

Evoluzioni naturali ma intriganti

La trama si basa sugli eventi che sono accaduti a Melody, riprendendoli e trasformandoli quando si passa al punto di vista di Dan: inizialmente l'invasione temporale è sottile e subdola, tanto da far credere al protagonista di trovarsi in uno stato di agitazione a causa della solitudine e della natura delle cassette, ma in breve tempo l'uomo è costretto a prendere coscienza del fatto che ciò che è accaduto all'edificio Visser lo riguarda in prima persona. Di conseguenza i colpi di scena hanno un ruolo fondamentale nella restituzione di una scarica adrenalinica, e purtroppo non tutti vengono gestiti nella maniera ottimale.

Nel suo rigettare ogni tipo di complicazione, la storia si evolve in maniera estremamente naturale, ma le numerose spiegazioni che puntellano ogni episodio smascherano troppo spesso la sorpresa che era dietro l'angolo. Le modalità con le quali vengono presentate le svolte narrative risultano a volte scialbe, e questo è un difetto non da poco per una storia che basa gran parte della carica emotiva sullo shock provocato da rivelazioni inaspettate. Nonostante ciò la trama si mantiene appassionante e stimola la curiosità, mentre alcuni stravolgimenti (soprattutto quelli iniziali) si dimostrano davvero incisivi.

Temi classici rimaneggiati

Lo spunto centrale che dà vita alla trama di Archive 81 si basa su una divinità sconosciuta, proveniente da un piano dimensionale diverso dal nostro.

Questa entità ha un'ambivalenza netta, dato che è al tempo stesso un dio ed un demone, e ciò ha causato la nascita di due sette, entrambe pericolose nonostante le linee di pensiero in contrapposizione. Il tema arriva quindi a toccare la religione classica, soprattutto quella cattolica, e l'idea della famiglia come tempio e protezione. Archive 81 spruzza questi argomenti già noti legandoli ad una sequenza temporale tutt'altro che granitica, conferendo il tono misterioso che insaporisce il thriller. Lo svolgersi dell'intreccio rimane costante in un interesse sempre elevato, grazie alla totale assenza di tempi morti di una trama in continua evoluzione, che fornisce una risposta e al tempo stesso fa sorgere altre domande. L'utilizzo della parapsicologia si amalgama bene alla storia antica di un culto le cui radici sono perse nel tempo, e le considerazioni sul potere delle immagini risultano sagaci e non invadenti.

Una regia sottotono

Le interpretazioni degli attori principali restituiscono con fedeltà le emozioni dei protagonisti, e non era un compito da poco vista l'abbondanza di scene nelle quali devono semplicemente guardare una registrazione (in Archive 81 quasi tutti filmano ciò che fanno). Riuscitissima anche la colonna sonora basata sulla tastiera e sul sintetizzatore, che trasporta un po' il mood verso un horror anni '90, ma non convince appieno la scelta registica di focalizzarsi sui primi piani. Molto raramente le inquadrature di Archive 81 abbracciano più di un personaggio, e l'utilizzo della camera a mano fa trasparire la ridondanza di un'agitazione che è resa già ovvia dagli avvenimenti sullo schermo.

Come se non bastasse un'inquadratura instabile, le scene più disagianti vengono sottolineate dalla presenza ossessiva di un rumore bianco in sottofondo: un trucchetto semplice e per nulla elegante che, grazie alla precisione della sceneggiatura e alla bravura degli attori, non aveva ragione di esistere. Allo stesso scopo è mirato un montaggio veloce, spesso troppo rapido nel taglio di alcune sequenze dove avvengono i salti temporali, che aggiunge una confusione non necessaria al racconto.

Archive 81 Il catalogo di Netflix si arricchisce con una nuova serie di mistero, che sfrutta bene lo spunto offerto dal found footage per raccontare una storia avvincente che si dipana su due linee temporali differenti. L'avvento di un dio malvagio allontana Archive 81 dai lidi raggiunti da altre grandi produzioni sulla stessa piattaforma streaming, e dona allo show prodotto da James Wan un'unicità che ben si sposa ad una trama gestita con molta intelligenza. Purtroppo la regia modesta riesce a tarpare le ali ad uno spettacolo che avrebbe meritato maggior cura nella restituzione della sua storia, e alcune svolte narrative colpiscono troppo fiaccamente in seguito alle profuse spiegazioni che si susseguono negli episodi. Nonostante i suoi sparuti difetti, Archive 81 è una serie che lascia sensazioni positive, in attesa di una seconda stagione alla quale la trama si apre con estremo piacere.

7