Arrow: recensione della settima stagione

La penultima stagione di Arrow ci ha regalato numerosi colpi di scena, in vista del gran finale previsto per l'anno prossimo.

Arrow: recensione della settima stagione
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La settima stagione di Arrow è stata veramente importante, per svariate ragioni: innanzitutto si tratta della penultima stagione in assoluto, in vista del gran finale, e inoltre ha segnato l'addio di alcuni personaggi principali. Ancora una volta il tema principale è quello della famiglia e dell'amore, ma anche quello delle scelte chiave, fatte appunto per salvaguardare le persone care. Come ormai la serie ci ha abituati, spesso e volentieri questo può voler dire separazione, lasciarsi alle spalle il passato e andare avanti a testa bassa cercando di trovare sempre nuovi stimoli. E con la serie che ormai si avvicina alla conclusione tutto ciò assume una maggiore rilevanza, giacché i tasselli del mosaico iniziano a prendere forma proprio in direzione della conclusione di una storia che si è aperta e, presumibilmente, si chiuderà basandosi sull'ormai iconico binomio: famiglia e redenzione.

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La stagione riprende direttamente da dove si era conclusa quella precedente. Oliver (Stephen Amell) è in prigione per difendere il suo team e la loro libertà, e Felicity (Emily Bett Rickards) è costretta a fronteggiare una nuova vita da sola, tormentata dai fantasmi di un passato fin troppo recente e soprattutto dalle minacce di Riccardo Diaz (Kirk Acevedo), ancora in libertà.

Con Oliver in prigione la città è difesa dai suoi "collaboratori", costretti però a lavorare separatamente e con mezzi diversi a causa proprio dell'accordo stretto da Oliver con il dimissionario capo della polizia. Per Oliver e il team Arrow la vita diventerà tutt'altro che semplice: la scissione della squadra diventa inevitabile e questo porta a un allontanamento generale di tutti membri che, per sopperire all'assenza del leader, decidono di difendere la giustizia in modi completamente diversi. In tutto questo il personaggio che più accusa il colpo è chiaramente Felicity, incapace di superare il terrore che le ha indotto il ritrovarsi faccia a faccia con la morte.

La fase iniziale della stagione si muove proprio su questi aspetti, rimarcando quanto sia fondamentale il ruolo della famiglia e la volontà di difendere le persone care. La stessa Felicity subirà una mutazione incredibile per quanto concerne la sua personalità, proprio perché costretta a sopravvivere in un mondo ancor più pericoloso di prima.
La prima metà della stagione si focalizza anche sul nuovo ruolo di Dinah, divenuta il nuovo capo della polizia e costretta per questo a recitare il ruolo da cattiva agli occhi dei suoi ex compagni. In particolare Rene (Rick Gonzalez) non riesce a comprendere il nuovo stile di vita dei suoi colleghi eroi e finisce con l'allearsi con una strana figura che sembra ricalcare le gesta passate dello stesso Freccia Verde. La comparsa di questo personaggio insieme al ritorno di Diaz fa da apripista a quello che sarà il plot narrativo di tutta la serie: la ricostruzione del team Arrow per far fronte a un nuovo terribile nemico.
Grazie all'intervento di un personaggio tanto enigmatico quanto carismatico, le cose sembrano mettersi per il verso giusto: Oliver riconquista la tanto agognata libertà, ma una volta fuori sarà subito costretto a prendere diverse decisioni molto difficili e a fronteggiare una situazione complessa e delicata oltre ogni immaginazione. Per fortuna però ci sono anche delle belle notizie.

Narrazione: futuro e presente

Seguendo quella che è la falsariga di tutto lo show, anche questa settima stagione di Arrow si muove su due archi cronologici fondamentali ai fini della narrazione. Questa volta la storia viene raccontata non attraverso i classici flashback, ma con degli sprazzi di un futuro apparentemente tragico e nefasto.
Star City è diventata una città invivibile, distrutta da una catastrofe di matrice tecnologica, generata addirittura da una delle scoperte di Felicity, che nel futuro è ormai dispersa e creduta morta. Proprio in questi flashforward il personaggio di Felicity sembra essere un elemento chiave per comprendere come sia caduta la città.

Quello che subito è lampante è che i vigilanti sono ormai banditi e ritenuti responsabili di quanto accaduto. Continua intanto la battaglia morale dei protagonisti: il rapporto conflittuale di Oliver e Felicity con Wiliam, ma anche quello di Rene e Dinah, sempre in disaccordo sulla gestione delle loro risorse, e lanciati così in uno scontro che si protrarrà anche nel futuro.
Tutto questo senza dimenticare la figura fondamentale di John (David Ramsey), tornato a lavorare nella Argus per continuare a dare il suo apporto alla giustizia. Tutte queste storie si intrecciano e vengono ulteriormente esplorate nei flashforward, in cui un William ormai adulto è alla ricerca dei suoi genitori.

Sulla strada per cercare Felicity, il ragazzo si imbatterà in diverse vecchie conoscenze, ma finirà per scoprire una verità difficile sulla sua famiglia. Oliver e Felicity, così come si vedrà anche negli episodi finali della stagione, hanno avuto un'altra figlia, Mia (che nella versione adulta è interpretata da Katherine McNamara) che, così come il giovane William, ha sviluppato un rapporto a dir poco complicato con la sua famiglia.

Parole d'ordine: Evoluzione

Come dicevamo anche in apertura, questa stagione di Arrow ha costituito uno spartiacque fondamentale per buona parte dei protagonisti dello show. Ci piace sottolineare, ad esempio, la grande evoluzione dello stesso Oliver, divenuto ormai un uomo saggio, pacifico e dispensatore di grandissima saggezze per sé e per tutti gli altri, ma anche la splendida maturazione di Dinah (Juliana Harkavy), il cui personaggio è maturato grazie alle nuove responsabilità, senza per questo snaturare le origini di donna pronta a tutto per la giustizia.
La crescita più evidente però la vive sicuramente la "nuova" Laurel Lance (Katie Cassidy) che nel tentativo di onorare la memoria del compianto Quentin Lance cerca in tutti i modi di diventare una persona migliore e ci riesce su tutta la linea. La procuratrice distrettuale risulterà decisiva anche ai fini della scarcerazione di Oliver, sviluppando così un profondo rapporto di amicizia con la stessa Felicity che ritrova in lei una delle alleate nella sua personalissima battaglia. E proprio Felicity invece subisce un'involuzione alquanto massiccia, che la rende un personaggio a tratti fastidioso e difficilmente comprensibile.

Desta grande curiosità, a tal proposito, come il personaggio uscirà di scena, visto che è stato già confermato che l'attrice che interpreta Felicity Smoak non sarà presente nell'ottava ed ultima stagione dello show. Parlando di addii, la stagione ha salutato anche Curtis Holt (Echo Kellum). Con lo scioglimento definitivo del Team Arrow, il ragazzo ha lentamente smarrito la propria identità, fino alla scelta di trasferirsi definitivamente in quel di DC alla ricerca di una nuova e più felice esistenza.
Per concludere il quadro analitico sui più stretti collaboratori di Freccia Verde, non possiamo non tornare a parlare del signor Rene Gonzalez, i cui frammenti di futuro mostrano una versione dell'uomo completamente diversa da quella a cui siamo abituati. Un cambiamento non improvviso, ma generato col tempo, a causa anche di una numerosa serie di incompresioni e di scelte totalmente diverse rispetto a quelle del resto del team.

Villain di qualità, ma non troppa

Se la stagione parte con lo spettro ancora più che vivido di Ricardo Diaz, l'avanzare degli episodi ci mette di fronte a un nuovo, temibile villain.
Il nuovo personaggio si scoprirà essere legato a Oliver Queen ed alla sua famiglia: Emiko Adachi (Sea Shimooka) infatti non condivide solo lo stile di combattimento con Oliver, ma anche il sangue. La sorellastra vuole vendicarsi del padre biologico, Robert Queen, e per riuscirci arriva ad allearsi con Dante (Adrian Paul), uno dei ricercati più pericolosi al mondo, finito da ormai diverso tempo sotto l'occhio vigile della A.R.G.U.S.

Il personaggio in questione, in verità già accennato nella precedente stagione, copre qui un ruolo nettamente più centrale, diventando a tutti gli effetti uno dei villain principali della stagione. Tenendo fede al nome che porta, la cui ispirazione è ben chiara, l'uomo è un grande oratore e manipolatore, oltre ad avere una grande preparazione fisica e una quasi sovrannaturale resistenza ai danni.

Non ci sorprenderebbe se si scoprisse che Dante abbia avuto un allenamento simile a quello di Oliver, o magari un incontro fin troppo ravvicinato con la morte come Sarah Lance (Caty Loitz) e Thea Queen (Willa Holland), trasformatesi in vere e proprie macchine da guerra dopo il contatto con il Pozzo di Lazzaro. In verità, comunque, lo scontro finale non è con Dante ma con la giovane Emiko, desiderosa come non mai di regolare I conti una volta per tutte. Da qui si aprono le porte per un finale di stagione in cui, ancora una volta, il bene sembra trionfare, ma a un prezzo altissimo: legandosi pesantemente con quel che sarà l'inizio dell'attesissimo crossover Crisis Infinite Earth, che coinvolgerà anche gli altri show dell'Arrowverse, le sequenze finali ci mostrano un futuro incerto e, soprattutto, mette in scena un lungo e straziante addio a quelli che sono diversi pilastri della produzione. Una soluzione, se vogliamo, alquanto inetivabile, giunti ormai all'ultima stagione della serie.

Una direzione più matura

Uno degli elementi che maggiormente risalta all'occhio è sicuramente la vena più drammatica e se vogliamo pessimistica di cui tutto la show viene attraversato. Al netto dei - pochissimi - momenti felici e le sporadiche buone notizie, la settimana stagione di Arrow continua quel filone già intrapreso negli ultimi anni, rimarcandolo con ancor più veemenza.

Ogni cosa sembra destinata all'oscurità, come si evince anche del drammatico futuro mostrato nei salti temporali, e i ventidue episodi della stagione sembrano non fare altro che confermarlo a più riprese. Una stagione, quindi, dai temi più cupi che mai, e se vogliamo anche più violenta. Omicidi efferati, nemici nettamente più violenti e spietati, che costringono spesso I protagonisti a ritornare sulla spinosa questione dell'uccidere o meno per difendere la propria crociata. Questo elemento, però, riesce a giocare un ruolo fondamentale (in positivo) nella resa scenica dei vari attori protagonisti.
Ciò, sicuramente, è anche merito di una scrittura e di una sceneggiatura molto più precisa e coincisa, in cui ogni personaggio sembra avere un ruolo ben più preciso e delineato e, soprattutto, gli attori sembrano maggiormente a loro agio nell'interpretarlo. In generale, comunque, questa stagione si è mantenuta su ritmi tutto sommato alti, in cui i momenti veramente morti sono ridotti all'osso, grazie anche a un filone narrativo unico.

Arrow - Stagione 7 La settimana stagione di Arrow è stata una piacevole sorpresa. Gli sceneggiatori sono riusciti a portare avanti con successo l’ottimo impianto narrativo sviluppato negli ultimi anni, portando su schermo una delle stagioni più mature di sempre, capace di approfondire, modificare e perché no rivoluzionare il background narrativo di più di uno degli iconici personaggi che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni. La serie, in vista anche del gran finale, previsto per la prossima stagione, vira su aspetti nettamente più cupi e lo fa discretamente bene, grazie anche alla presenza di villain tutto sommato funzionali. Tra addii, ritorni e riscoperte, I 22 episodi da cui è composta la stagione, accompagnanti da una straziante scena finale che getta le basi per il tanto atteso crossover Crisis on Infinite Earth, sapranno accompagnarvi con decisione fino al finale. Se avete apprezzato le ultime stagioni dello show, insomma, vi sentirete subito a casa.

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