Bang Bang Baby - Parte 2 Recensione: un finale di stagione esplosivo Recensione

Famiglia, identità e pallottole: arriva su Amazon Prime Video la seconda parte della serie di successo Bang Bang Baby.

Bang Bang Baby - Parte 2 Recensione: un finale di stagione esplosivo Recensione
Articolo a cura di

Con un evento speciale Amazon Prime Video aveva aggiunto al suo catalogo di aprile le prime puntate di Bang Bang Baby dividendo lo show tutto italiano in due parti seguendo, rilasciando così solamente cinque episodi e aspettando qualche settimana per il gran finale, tra le serie Amazon di giugno 2022. Un numero altrettanto sostanzioso di puntate poste a sancire il patto criminoso che la protagonista Alice Barone ha voluto e dovuto intraprendere per ritrovarsi con il padre mafioso Santo Barone e assieme al resto della propria famiglia. Quella che la giovane non sapeva di avere, ma di cui ricomincerà a fare presto parte, facendosi strada nel cuore della malavita con la scaltrezza di chi quel mondo sembra di averlo sempre conosciuto e, addirittura, lo sente scorrere nelle vene.

La parabola della famiglia Barone

La nostra recensione di Bang Bang Baby Parte 1 non poteva che sottolineare l'originalità del trattamento riservato ad un argomento trito e ritrito nella nostra cinematografia o serialità, qui condito con luci al neon e ispirazioni visive surreali, a sottolineare la creatività che il prodotto Amazon voleva suscitare. Un risultato che ha portato al successo di pubblico una serie la cui conclusione vira ancora di più sul senso identitario, privato e familiare della giovane protagonista Barone.

Lasciando quasi da parte i sotterfugi e le malefatte che tanto arricchivano le puntate iniziali di Bang Bang Baby, con il sopraggiungere della sua fine l'operazione ideata da Andrea Di Stefano va concentrando le proprie attenzioni sui passi commessi dall'adolescente al centro della narrazione e sul compimento di un percorso che arriverà al suo apice. Se in apertura la storia cercava di intrigare lo spettatore mostrando gli incastri che avevano portato alla morte di un esponente politico e alla ricerca matta e disperata del papà di Alice, nella seconda parte Bang Bang Baby va approfondendo la natura che denota le persone e quali sono le azioni che vanno definendola.

Dal padre a figlia

Sono l'amore, il bisogno di affetto, il tentativo di ricongiungersi con i propri cari a fare spesso da motore dell'azione anche in un circolo criminale come quello in cui la protagonista si è ritrovata, ma in cui ha dovuto imparare che è forse proprio l'attaccamento la più grande delle debolezze da dover estirpare e che diventa tristemente facile farlo quando non c'è nessuno di cui ci si può fidare.

Così vediamo Alice maturare ancor di più nel corso degli ultimi episodi. Non su una strada fatta di ripensamenti o redenzione in cui il suo futuro potrà rimanere immacolato nonostante quelle due o tre marachelle commesse in gioventù (tra cui occultamento, associazione a delinquere, omicidio), bensì la presa di coscienza di dover diventare padrona di se stessa e di qualsiasi decisione dovrà prendere per il resto della propria vita. Anche quando significherà scontrarsi con l'autorità o mettersi contro i propri genitori. Nella fitta rete di rapporti che Bang Bang Baby espone, quella del veleno tra parenti è destinata ad infettare come un virus il resto dei componenti della famiglia Barone e di tutti i personaggi della serie, che sentiremo quanto mai isolati nel loro tentativo di ritagliarsi un posto su questa terra, che sia al fianco di una persona amata o a capo di un gruppo di delinquenti. L'innocenza non viene ritrovata in Bang Bang Baby, non viene più desiderata o, forse, non lo è mai stata. A scalpitare è il voler uscire dall'adolescenza, il capire molto presto che in questo mondo si nasce e, molto spesso, si muore da soli. Che l'importante, però, è essere il primo a premere il grilletto. Meglio se con una colonna sonora trascinante e una ricostruzione dell'Italia anni Ottanta impeccabile.

Bang Bang Baby Il gran finale di Bang Bang Baby arriva su Amazon Prime Video e mostra come Andrea Di Stefano, creatore della serie, sia riuscito a trattare con originalità un tema trito e ritrito nel panorama italiano come quello della malavita. Nel proseguimento della seconda parte, la protagonista Alice scoprirà ancora di più quanto nella vita si nasce e si muore da soli, non potendosi fidare di nessuno, nemmeno dei propri cari. Tanta musica, tanto neon e tanta attenzione ai dettagli anni Ottanta. Un'ottima serie, tutta italiana.

7