Better Call Saul 6X05 Recensione: il tormento di Gus Fring

I protagonisti dello spin-off di Breaking Bad continuano a temere il ritorno di Lalo Salamanca, mentre Jimmy e Howard si affrontano.

Better Call Saul 6X05 Recensione: il tormento di Gus Fring
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Ci avviciniamo alla conclusione di questa prima metà stagione di Better Call Saul 6 su Netflix, sempre in attesa del ritorno di Walt e Jesse in Better Call Saul, mentre i nostri personaggi, ancora ignari persino dell'esistenza di Heisenberg e di Pinkman, aspettano un altro ritorno; quello di Lalo Salamanca, sopravvissuto all'attentato ordito da Gus Fring e deciso a vendicarsi con l'uomo del pollo e con coloro che ritiene coinvolti nella vicenda, forse persino con Kim e Saul. Quest'ultima era venuta a conoscenza della sorte di Lalo proprio grazie a Mike e dalla scorsa puntata aveva iniziato a guardarsi le spalle, come scrivevamo nella recensione di Better Call Saul 6X04.

La rivincita di Howard

La tensione è costante da entrambe le parti; da un lato la paranoia di Gus aumenta esponenzialmente, fino a sfociare in reazioni al limite dell'ossessivo compulsivo. Anche Kim è ancora disturbata dalla consapevolezza che Lalo è scampato alla morte e ciò si riflette nella paura che la tiene sveglia e le fa sbarrare la porta di casa. Ma il nipote di Hector Salamanca aveva detto di aver trovato la via per vendicarsi e sappiamo che questo avrà a che fare con il progetto del titolare di Los Pollos Hermanos di costruirsi un proprio laboratorio di sintesi della metanfetamina che abbiamo visto in atto nella scorsa stagione, con le relative conseguenze.

Intanto, nella puntata precedente avevamo assistito al tentativo definitivo di screditare Howard, mettendolo in cattiva luce agli occhi di Cliff Main che, dopo un incontro relativo alla causa intentata alla casa di riposo, confessa all'ex capo di Kim di averlo visto scaricare una prostituta dalla propria automobile. Howard però capisce subito l'origine di tutti i fraintendimenti relativi alla sua condotta e sfrutta la fama di Saul Goodman presso i criminali per organizzare un incontro e affrontarlo a viso aperto.

Tra scontri e attese

Il quadro generale di questa sesta stagione si sta componendo di episodio in episodio, come tante macchie d'olio che convergono l'una verso l'altra, in attesa della scintilla che scatenerà definitivamente la vendetta di Lalo. Melissa Bernstein riesce a giocare con gli stilemi della serie, dirigendo un episodio che affronta l'ossessione dei protagonisti giocando con il grandangolo e con i timelapse. Allo stesso tempo, continua la definitiva consacrazione di Jimmy in Saul; dopo aver chiuso la quarta puntata con la presentazione della location definitiva dell'iconico ufficio di Goodman, ci troviamo ora alle prese con la sfilza di clienti che dovranno essere gestiti da Francesca, che si imbarca ufficialmente nell'avventura che la porterà nello show principale di Gilligan.

I personaggi rimangono così il cuore pulsante di questo show che riesce anche nei momenti più compassati a far emergere le emozioni dei suoi protagonisti e a far sì che quest'ultime dettino lo spirito della narrazione, complici le grandi performance degli interpreti. In particolare, Howard riesce a ritagliarsi una deliziosa parentesi che inscena lo scontro finale(?) tra lui e Jimmy anche a livello diegetico, giocando con il contesto e la forma per portare letteralmente sul ring la rabbia dell'avvocato.

Better Call Saul - Stagione 6 “Black and Blue” è la prova di come Better Call Saul riesca a gestire pienamente anche i momenti più di passaggio; quelli nei quali la minaccia di Lalo pesa comunque come un macigno sulle vite di Gus e di Kim, mentre Saul deve vedersela definitivamente con Howard dopo i vari tentativi di screditarlo. A coronare il tutto una messinscena come sempre di altissimo livello, varia, che non ha paura di sperimentare con i punti di vista e la varietà delle inquadrature.