Better Call Saul 6X07 Recensione: lo scioccante midseason finale

La scintilla è scoccata. I piani di Jimmy e di Lalo vedono finalmente la luce, in un episodio convincente e senza sbavature.

Better Call Saul 6X07 Recensione: lo scioccante midseason finale
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Nelle scorse settimane abbiamo descritto una parabola non proprio in ascesa per Better Call Saul, soprattutto a livello di ritmo, perché l'approfondimento dei protagonisti e la loro introspezione è sempre stata tra le priorità dello spin-off di Breaking Bad creato da Vince Gilligan e Peter Gould (vi invitiamo a tal proposito a recuperare la recensione di Better Call Saul 6X06). I binari principali dello show si apprestavano ad incontrarsi, per generare un impatto dall'indelebile e sicuro effetto sulle dinamiche interne alla serie. Non ci troviamo ancora di fronte a tutte le estreme conseguenze che promettono gli episodi conclusivi di quest'opera, che è riuscita finora nell'intento di eguagliare l'ascesa e la caduta di Heisenberg (con il ritorno di Walt e Jesse in Better Call Saul sempre più vicino), ma possiamo affermare con certezza che questa puntata è l'inizio della fine.

Il destino di Howard

Il focus su Kim della scorsa settimana ci aveva fatto conoscere aspetti del personaggio interpretato da Rhea Seahorn che mettevano a fuoco il suo percorso al fianco di Saul, ponendo le basi per il destino che le riserveranno gli eventi a venire. Una letterale inversione di marcia che l'ha distolta da un futuro indubbiamente più radioso, ma che forse non avrebbe incontrato appieno la sua indole, come seminato doviziosamente dagli sceneggiatori nel teaser di puntata.

E così giunge il grande giorno. Il piano di Jimmy per screditare definitivamente Howard entra nel vivo ed è una scrittura stimolante e incalzante quella che fa scivolare le varie fasi di questa ennesima (e forse definitiva) truffa di Saul Goodman, che riunisce i maestranti della settima arte già visti in azione nelle stagioni precedenti per unire i puntini rappresentati dalle varie sequenze preparatorie delle scorse puntate, nel più machiavellico dei suoi numeri da mago dell'inganno. C'è dall'altra parte empatia per la sorte di Howard, che continua imperterrito a raccogliere indizi non comprendendo la portata dei tentacoli di Saul. Il tutto supportato da una messinscena che continua la sua coreografia con lo script, danzata da interpreti affiatati e sempre in splendida forma.

Il piano di Lalo

La vendetta è un piatto che va servito freddo, recita il proverbio, ma rischiava di essere immangiabile quello di Lalo Salamanca, scampato all'attentato ordito da Gus Fring alla fine della passata stagione per sbarazzarsi dell'erede di Hector, che stava ficcando troppo il naso nel suo piano per costruire il laboratorio sotterraneo che ospiterà le cucinate di Walter White in Breaking Bad. La caccia a Nacho da parte dei gemelli, la fuga di Lalo dal Messico alla Germania, alla ricerca di indizi su chi stesse scavando cosa e perché svariati metri nel sottosuolo di Albuquerque. La scia di sangue lasciata dal nipote Salamanca era stata fin troppo nascosta ai nostri occhi, così come le fila del suo piano, sebbene potessimo immaginarne la deriva.

Quest'ultimo episodio del primo blocco di Better Call Saul 6 non ci getta nella mischia, ma continua a tessere l'ordito della rivalsa di Lalo nello squisito teaser, fino allo scioccante finale che non è un colpo di scena clamoroso, sebbene di fatto lo sia. In questo, il midseason di BCS6 è una perfetta bomba ad orologeria che ticchetta inesorabile verso l'ultimo secondo, quando abbiamo già capito come e dove avverrà l'esplosione, ma ne rimaniamo comunque abbagliati e terrificati, perché è un punto di ritorno, forse la prima vera strada a senso unico dello show. Ed è incredibile quanta sia la voglia di non tornare indietro.

Better Call Saul - Stagione 6 Better Call Saul 6 si congeda fino a luglio e lo fa con un episodio tanto denso quanto ineluttabile nel suo incedere. Le carte rimaste scoperte nelle precedenti puntate iniziano a scoprirsi tra le mani degli sceneggiatori e quello che intravediamo è esattamente come ce lo aspettavamo. Non ordinario, ma consequenziale nella sua logica distruttiva, come lo era Breaking Bad. Il piano di Jimmy trova così modo di declinarsi nel naturale incedere dello script, nobilitato da una messinscena e da interpretazioni da manuale. La vendetta di Lalo è solo all’inizio, ma ci è bastato lo scioccante finale per farci capire che il confine è stato passato. Da lì non si torna più indietro. E noi non desideriamo altro.