Better Call Saul 6x08 Recensione: un ritorno col botto sul Netflix

Saul Goodman torna su Netflix con un episodio che porta alle estreme conseguenze le vicende del midseason finale.

Better Call Saul 6x08 Recensione: un ritorno col botto sul Netflix
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Ci siamo. Inizia da oggi il conto alla rovescia che ci porterà ad assistere al finale di Better Call Saul su Netflix il 9 agosto. L'unica altra certezza è che prima di quel momento assisteremo al ritorno di Walt e Jesse in Better Call Saul, incrociando i destini dello spin-off di Breaking Bad con la serie madre. Finora, a parte qualche frangente sottotono, la serie di Vince Gilligan e Peter Gould ha regalato grandi soddisfazioni confermandosi tra i drama più ispirati e riusciti degli ultimi anni.

Il percorso che ha trasformato Jimmy McGill in Saul Goodman non ancora giunto al termine, ma il capolinea è all'orizzonte e l'inizio di questa seconda parte chiude le fila del piano di Lalo Salamanca, deciso a tutti i costi a smascherare i progetti di Gus Fring e ad ottenere vendetta per lo zio e per se stesso, dopo l'attentato ordito dal personaggio magistralmente interpretato da Giancarlo Esposito. L'ordito va ovviamente intrecciandosi alle esistenze di Jimmy e Kim, che avevamo lasciato atterriti dopo lo scioccante midseason finale che avevamo analizzato nella recensione di Better Call Saul 6X07.

Tanta azione

Eravamo giunti ad uno stallo. Un Howard disperato dopo i tentativi di Jimmy e Kim di screditarlo aveva raggiunto i due per un confronto finale. Peccato che ad avere la stessa idea era stato anche Lalo Salamanca, sempre più deciso ad eliminare Gustavo, ma non prima di aver fatto luce sui lavori sotterranei presso la lavanderia industriale dell'uomo del pollo; quella stessa struttura che ospiterà in futuro il laboratorio di metanfetamina presso il quale lavoreranno Walt e Jesse, e grazie al quale Gus Fring otterrà un indiscusso vantaggio sulla concorrenza. Quel momento non è però ancora giunto e quindi ci troviamo nuovamente proiettati nella fase successiva dello scrupoloso piano che Lalo ha ordito dopo la fuga dal Messico in seguito al fallito attentato alla sua vita.

Da qui in avanti i destini di Gus, Kim, Jimmy e Mike si intrecciano sotto la guida del nipote di Hector, ma a farla da padrone è un'azione che, date le circostanze, lascia non troppo spazio all'introspezione dei personaggi che ci ha cullato fino a questo fatidico momento, sebbene tutto il necessario venga comunque espresso a schermo. Non c'è spazio per rallentamenti, ma nel corso del viaggio forse avrebbe giovato un'ulteriore per il cuore pulsante di questo splendido drama.

Poca introspezione?

Un cuore che batte comunque con prepotenza, mettendo in scena una partita a scacchi nella quale molte volte è il linguaggio della macchina da presa a restituire i sottotesti di scrittura implicati negli sguardi e nelle prese di coscienza dei personaggi, soprattutto per quanto concerne Jimmy e Howard, al quale il teaser dell'episodio rende un meritato "namasté" (un foreshadowing che rappresenta una consuetudine negli show di Gilligan). In ogni caso non possiamo fare a meno di considerare quanto questo episodio sia comunque riuscito, anche alla luce di un tempo diegetico che quasi si bilancia con quello della visione. Tutto accade in presa diretta ed è vincolato alla frenesia e ai sentimenti del momento, in un gioco di azione e reazione che coinvolge tutte le pedine sulla scacchiera.

La messinscena traduce esattamente questo stato d'animo, diventando sempre più cupa man mano che ci avviciniamo alla fine dell'episodio, con richiami espressionisti nella fotografia che gioca sulla contrapposizione tra luce e oscurità, sui punti di vista e sull'alternanza di campi e piani con uno stile come sempre impeccabile. L'episodio porta proprio la firma di Vince Gilligan, che affronta deciso le pagine dello script proprio come i suoi personaggi, ancora una volta fiore all'occhiello di questo show, con un Giancarlo Esposito che riesce sempre nell'incredibile magia di dare spessore incontrastato al suo Gustavo. Un inizio che rappresenta anche la chiusura di un capitolo e che ci traghetta direttamente verso le vicende a venire.

Better Call Saul - Stagione 6 Better Call Saul 6 ricomincia esattamente da dove ci eravamo lasciati e lo fa con una scrittura che, non lasciando troppo spazio all'introspezione dei dialoghi, bilancia l'elemento action con una buona gestione del sottotesto emotivo, restituito da una regia decisa e senza sbavature, che riesce a valorizzare attraverso una fotografia che sprofonda nell'espressionismo la discesa agli inferi rappresentata in quest'ora televisiva. Un confronto attesissimo che rilancia lo show e i suoi personaggi verso l'ultima corsa, quella decisiva.