Better Things Recensione: una serie divertente e attuale su Disney+

Better Things non è semplicemente una serie, ma è lo scorrere della vita di una madre divorziata con le sue tre figlie.

Better Things Recensione: una serie divertente e attuale su Disney+
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Con cinque anni di ritardo arriva in Italia Better Things e lo fa sulla piattaforma di Disney+ (scoprite anche le altre novità Disney+ di ottobre). Un arrivo che coincide con l'annuncio della produzione della sua quinta stagione, l'ultima per la comedy cancellata dopo le condanne del suo ideatore Louis C.K., ma che potrà salutare con affetto il quartetto delle protagoniste Sam, Max, Frankie e Duke pur lasciandosi alle spalle la collaborazione del comico da cui la serie è nata.

È infatti "dedicato alle mie figlie" sia l'inizio che la conclusione della prima stagione che vede Louis C.K. anche alla direzione di alcuni episodi. E che crea un senso di spaesamento dopo le accuse e le ammissioni di colpevolezza del comico allontanato per le sue inappropriate richieste sessuali sul luogo di lavoro, dove metteva tutta la propria artisticità all'interno delle produzioni, dimenticando di estendere il rispetto provato per i suoi personaggi femminili anche alle proprie colleghe.

Una serie avanti con i tempi

Perché è proprio un senso di verità e di ammirazione, di affetto e di tenerezza quello che si percepisce dietro alla realizzazione e all'assemblaggio di una famiglia come quella di Better Things, in cui a padroneggiare è anche quella Pamela Adlon collaboratrice da tempo di Louis C.K. e matrona della serie originale FX.

E sorprende come l'avanguardia di uno sguardo così femminista e progressista arrivi da una delle figure (giustamente) demonizzate dall'industria dello spettacolo, che al fianco di Adlon ha dimostrato una presa sui tempi anticipatrice di molti dei movimenti e dei temi che sarebbero stati portanti in seguito, stupendo per il loro sguardo lucido. Better Things non è infatti la solita comedy intelligente in cui dentro alla struttura a puntate verticali si inseriscono semplici argomenti attorno a cui vertere. E non è nemmeno quella tipologia di serie in cui la risata è il fine ultimo con cui accalappiare lo spettatore, che rimane al contrario assai libero di ridere o riflettere sulle situazioni offerte dal prodotto, rendendo questa introspezione ironica la chiave di lettura di tutto il suo contenuto. Better Things è lo sguardo neutrale eppure partecipe sulla vita di una donna che deve affrontare la vita in solitaria dopo il divorzio, ma sapendola sempre riempire di avventure di una notte, amici di vecchia data e l'impegno nel crescere le sue tre insolite, sveglie, stimolanti figlie. È una lavoratrice, ma è anche un'amante. È una mamma, ma anche una figlia. È la quotidianità stravolta di questo piccolo nucleo che non ha mai un vero cerchio che si apre e si chiude all'interno degli episodi ma, esattamente come la vita, lascia susseguire un flusso ininterrotto in cui sostanzialmente esistere.

L'animo indipendente di Better Things

Ad affascinare di un'operazione come quella di Better Things è la volontà di portare sul piccolo schermo una libertà espressiva che la serie riversa nel divenire della sua scrittura, slegata da qualsiasi impostazione chiara e definita, per poi ricondurla anche alle scelte visive di una regia da camera a mano e fotografia soffusa.

Un cinema indipendente che si impossessa della serialità e decide di farlo anche dal punto di vista registico, affinché l'identità del lavoro possa essere quanto di più autentico e distintivo dal resto del panorama e permettendo alla serie di acquistare un umore che appartiene a lei soltanto, rendendola un'esperimento unico e riuscitissimo. È così che in quel nido dove la chioccia Sam cerca di districarsi tra lavoro e partite di calcio, incontri con gli insegnanti e litigate con figlie adolescenti, lo spettatore finisce per sentirsi accolto, che riesce a comprendere il disordine che la macchina da presa ci lascia intravedere della grande casa delle protagoniste, per entrare nei giochi tutti personalissimi di quella madre con le sue figlie mostrate esattamente come potrebbero essere nella vita reale. Una sensibilità pungente che rende parte della famiglia, una di quelle in cui ci si urla contro, in cui ci si può addirittura odiare, ma che farebbe davvero di tutto per proteggerti ed amarti sempre. E, soprattutto, per accettarti e comprenderti.

Better Things Better Things è una serie anticipatrice dei tempi. Un prodotto femminista e progressista prima che tali argomenti diventassero centrali all'interno del dibattito comune e artistico, stupendo per la lucidità di uno sguardo che si posa sulla vita di una madre divorziata e le sue tre figlie, accogliendo lo spettatore nella loro insolita famiglia. Un lavoro che usa come chiave di volta un'introspezione ironica che non cerca mai la risata forzata, ma permette al pubblico di divertirsi e riflettere, sentendosi come in famiglia.

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