Bones, Stagione 12: Il lungo addio Recensione

La serie procedurale della Fox si è congedata definitivamente dopo 246 episodi, con un lungo commiato all'insegna della nostalgia.

Bones, Stagione 12: Il lungo addio Recensione
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La dodicesima stagione di Bones finisce esattamente come era iniziata e proseguita: celebrando la lunga vita del fortunato serial procedurale della Fox, con il ritorno dei vari personaggi e attori che hanno attraversato i corridoi del Jeffersonian Institute dal settembre del 2005 al marzo del 2017. Dodici episodi nel corso due quali, al fianco del cast fisso (Emily Deschanel, David Boreanaz, Michaela Conlin, T. J. Thyne, Tamara Taylor, John Boyd) abbiamo rivisto Eric Millegan, Carla Gallo, Stephen Fry, Ryan O' Neal ed altri, all'insegna di quella che in sostanza è stata una versione poliziesca della stagione di commiato di ER, una celebrazione di ciò che ha conquistato il pubblico più di un decennio fa: il mistero, l'humour nero, le interazioni impeccabili tra attori affiatati e capaci di rendere appassionanti discussioni scientifiche di vario genere. E, ovviamente, il duo centrale Brennan-Booth, talmente imprescindibile che la chiusura della serie è stata simbolicamente affidata ai loro interpreti in sede di regia, con Deschanel che ha diretto la premiere e Boreanaz che si è occupato del gran finale.

Questione di ossa

Nato come adattamento molto libero dei romanzi di Kathy Reichs (la quale ha detto che per certi versi la serie è un prequel dei libri, dove Brennan è più anziana e divorziata), Bones si è rapidamente trasformato in qualcosa di molto specifico, un procedurale dominato dall'ironia e da quell'alchimia semi-romantica tra i protagonisti destinata a protrarsi per anni. Un procedurale dove però le diverse trame orizzontali, dai vari antagonisti ricorrenti alla figura ingombrante del padre di Brennan, hanno sempre avuto un ruolo importante, cosa che viene ribadita in questo ultimo squarcio fino agli ultimi minuti, essendo il finale di serie incentrato su un killer legato intimamente ai trascorsi di Bones e Booth (senza dimenticare il catartico, inatteso ritorno di una gag ricorrente amatissima dai fan).

Ma la nostalgia in questo caso è legata a doppio filo al futuro, un avvenire che noi non vedremo ma che è coerente con la visione che Hart Hanson ha sempre avuto per lo show, con un occhio di riguardo per la "famiglia" professionale creatasi intorno a Brennan, il cui percorso di umanizzazione progressiva - basti pensare ai primissimi episodi, dove la protagonista si comportava spesso come Sheldon Cooper - può finalmente giungere a termine nel migliore dei modi.

Dodici anni insieme

Con queste ultime puntate diciamo addio ad una serie che, salvo alcune parentesi bislacche ma comunque affascinanti (l'episodio usato per lanciare lo spin-off The Finder, cancellato dopo una stagione, e il crossover con Sleepy Hollow nell'autunno del 2015), ha mantenuto una discreta coerenza nella sua formula episodica, resistendo nella maggior parte a tentazioni eccessive per cercare di migliorare gli ascolti (e in un caso specifico, vale a dire l'uso del personaggio di Zack Addy al termine della terza annata, questo ciclo conclusivo è servito anche come antidoto, riportando la situazione agli albori iniziali). Un livello medio che sicuramente non basterà per rendere Bones un capitolo imprescindibile nella storia delle serie televisive americane, ma che si dimostra più che sufficiente in quel sottobosco catodico che è l'entertainment procedurale, dove abbiamo più volte avuto modo di ridere ed appassionarci alle avventure di questi eccentrici personaggi, scritti con un vero amore per la materia thriller e scientifica. E in un panorama attuale dove è rimasto praticamente solo il franchise di NCIS, è difficile negare che un po' ci mancheranno.

Bones - Stagione 12 Bones si conclude passando in rassegna i suoi vari punti di forza, principalmente l'alchimia tra i diversi personaggi che hanno impreziosito per dodici anni i corridoi del Jeffersonian Institute. Salutiamo così una serie non proprio fondamentale, ma riuscita quanto basta per divertirci con regolarità dal 2005 ad oggi.

7.5