Bosch Legacy Recensione: la serie Amazon non tradisce le attese

Il detective creato da Michael Connelly è il protagonista di un crime thriller concreto, capace di mescolare con saggezza l'azione al legal drama.

Bosch Legacy Recensione: la serie Amazon non tradisce le attese
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Le azioni compiute in un momento cruciale, le scelte di vita abbracciate e seguite fino in fondo, così come la lotta per quegli ideali mai abbandonati, non scandiscono soltanto la vita di chi ha intrapreso un determinato percorso, ma lasciano un segno nel mondo del futuro e dei suoi abitanti, non importa quanto sia visibile e pesante il marchio impresso. Che si tratti di un patrimonio miliardario o di una caparbio desiderio di cambiamento, tutto ciò per cui si combatte riecheggia in un boato che supera il muro generazionale e si trasmette alle persone che verranno, le quali dovranno a loro volta decidere se valga la pena raccogliere ciò che altri hanno seminato per farlo germogliare in qualcosa di nuovo ed importante.

L'eredità, intesa come testimone da tramandare ancor prima che lascito economico, è il tema centrale e titolo immediato di una nuova stagione firmata Michael Connelly e Eric Overmyer. Bosch: Legacy è disponibile tra le serie Amazon di maggio 2022 e, nonostante l'operazione di rebranding obbligata dal passaggio produttivo a Freevee (comunque sussidiaria di Amazon), si rivela un sequel ordinario per lo show più longevo di sempre sulla piattaforma streaming di Jeff Bezos. Un crime thriller denso di avvenimenti, a tratti cinico nel suo tratteggiare una giustizia malandata e controllabile, ma sempre molto attento ad approfondire tutti i suoi temi senza lasciare nulla in sospeso, raggiungendo con naturalezza le vette narrative delle precedenti stagioni.

Jazz, terremoti ed omicidi

La Los Angeles del 2022 è un calderone di individui provenienti da numerose classi sociali, dalla bassa manovalanza alla nobiltà dei ricchi ereditieri, che ribolle di idee, paure e progetti irrealizzabili sotto il sole cocente della West Coast. Harry Bosch (Titus Welliver) ha restituito la pistola di ordinanza e il distintivo al distretto di polizia locale dopo una vita trascorsa come protettore del popolo, partendo dalla mimetica indossata in Vietnam per arrivare alla divisa blu dell'agente cittadino.

La sua visione di una giustizia commisurata al reato, impossibile da manipolare dall'esterno con soldi e ingerenze politiche, si è scontrata fin troppo spesso con la dura realtà dei fatti, per questo ha deciso di servire i suoi ideali come investigatore privato, mettendo a disposizione di clienti meritevoli la sua esperienza decennale nel campo dell'investigazione. La giovane Maddie Bosch (Madison Lintz) ha raccolto la pesante eredità lasciata dai genitori - la madre, agente dell'FBI, è rimasta uccisa durante un'indagine a Hong Kong, mentre il padre è una sorta di leggenda americana - unendosi alle forze di polizia di LA, ma si accorge ben presto che Harry l'ha sempre tenuta all'oscuro delle grosse difficoltà morali che aleggiano minacciose su chi indossa un distintivo.

La nemica storica del neo investigatore privato, l'avvocatessa Honey Chandler (Mimi Rogers), colei che tante volte ha difeso i criminali catturati da Bosch contribuendo alla sua intolleranza verso il sistema legale, si è ripresa dal coma farmaceutico indotto dai medici in seguito al tentato omicidio di un killer su commissione. Tornata al lavoro, sceglie di dedicarsi anima e corpo per far sì che Carl Rogers (Michael Rose) sconti la sua pena marcendo dietro le sbarre, perché la sua influenza monetaria e politica non gli impedisca di pagare per aver ordinato l'uccisione di Honey e del giudice Donna Sobel.

L'eco delle azioni

Le linee narrative, calibrate al millimetro per generare un ritmo sostenuto che non lascia spazio ai tempi morti, ruotano intorno ad un lascito concettuale ancor prima che materiale.

Un'eredità miliardaria che Bosch cerca di garantire al figlio di un imprenditore sul punto di morte, il peso di un cognome che Maddie legge negli occhi dei nuovi colleghi ai quali si presenta, la responsabilità di un'avvocatessa che ha il potere di rimediare alle storture di un sistema giudiziario fallace. I protagonisti di Bosch:Legacy sono uomini e donne attempati, ma non ancora stanchi, privati di quell'egoismo giovanile che scompare lentamente con il passare degli anni, consci del fatto che le loro azioni avranno forti ripercussioni sul mondo in avvenire, con il potere di ispirare le persone e guidarle su una strada più onesta. Ma è anche un'eredità metanarrativa quella che riveste l'opera tratta dai romanzi di Connelly, una serie appesantita da un nome pesante nel genere crime - nonostante sia stata sempre lontana dagli echi della popolarità, Bosch ha goduto del consenso costante e appassionato della critica fin dal suo primo episodio, come vi raccontavamo nell'anteprima di Bosch Legacy -, un fardello che questa nuova stagione sopporta con dignità ed orgoglio, regalando ai suoi spettatori uno spettacolo che regge senza alcun patema le forti pressioni dell'attesa.

Un thriller senza fronzoli

Nella trama di questo "spin-off", se vogliamo utilizzare il termine con il quale veniva presentata la nuova stagione di Bosch, trovano posto le varie tonalità che caratterizzano lo spettro tematico del crime-thriller: ad Harry è affidato il ritrovamento di una persona, e di conseguenza porta avanti una classica linea investigativa, composta da ricerche sul campo e interrogatori;

sua figlia Maddie è un'agente di polizia alle prime esperienze, per questo deve fare i conti con inseguimenti, arresti e odiosi crimini urbani che farà fatica a scrollarsi di dosso; infine l'avvocatessa Chandler cerca di lasciare il segno utilizzando il codice penale, spingendo sul piano del legal drama disputato tra i banchi del tribunale (se siete tra gli appassionati del genere, scoprite qui quali sono i migliori legal drama su Netflix). L'intreccio gestisce con rara intelligenza le diverse sottotrame, creando un ritmo narrativo sostenuto e pieno di eventi cruciali, riuscendo ad approfondire i suoi personaggi senza perdersi in tediose scene dense di sentimentalismi. L'emotività di Bosch e dei comprimari, infatti, si palesa molto raramente con le parole, ma sono i gesti e le azioni a descrivere il loro carattere, tratteggiando personalità complesse e sempre plausibili. Gli sviluppi ruotano attorno alla tematica centrale dell'eredità gettando luce sulle sue diverse sfaccettature, utilizzando come specchio riflettente un numero elevato di storie estremamente semplici, prive di fronzoli o voli pindarici, ma incastrate in modo tale da creare un mosaico narrativo crudele e concreto, così come sa essere crudele e concreta la vita di tutti i giorni.

Regia e fotografia ineccepibili

Guardando al lato puramente tecnico del prodotto, lasciando quindi da parte le meraviglie di una sceneggiatura sempre plausibile e veloce, Bosch: Legacy riprende in toto le peculiarità che hanno fatto la fortuna delle precedenti stagioni firmate Eric Overmyer. La regia condivide con la narrazione il suo gusto per la semplicità, seguendo senza particolari spunti creativi i numerosi dialoghi che puntellano la visione, ma brilla nella presentazioni degli interni e nelle panoramiche su una metropoli caratterizzata da un terribile divario sociale, con lunghi movimenti di camera che impongono un tono deciso alla visione.

Grande cura è stata riservata anche alle rare scene d'azione, che restituiscono con estremo realismo la velocità e la pesantezza degli scontri a fuoco. La fotografia punta sulla saturazione dei toni caldi per formare un'immagine luminosa e tetra al tempo stesso, giocando con i chiaroscuri che si celano dietro alle luci della Los Angeles lontana dai riflettori, enfatizzando il concetto di profonda ingiustizia che scorre sotto la pelle di un'America impossibile da correggere.

Bosch: Legacy La nuova serie dedicata al detective di Michael Connelly e Eric Overmyer si dimostra ben più importante dell'appellativo di spin-off con il quale veniva presentata, consolidandosi per tematiche, personaggi e qualità generale come un vero e proprio sequel per la serie Amazon Prime Video più longeva di sempre. La trama concreta e semplice da seguire, ma dal ritmo elevato e densa di avvenimenti grazie alle tre linee narrative gestite in maniera più che egregia dagli sceneggiatori, è il fiore all'occhiello di uno show che abbraccia il genere crime in tutte le sue forme, dal cinico legal drama all'action movimentato. La scrittura impeccabile tratteggia protagonisti e comprimari dalle personalità profonde e sfaccettate, ognuno alle prese con il proprio concetto di eredità, mentre la regia priva di fronzoli fa da spalla ad una fotografia che si dimostra didascalica nel suo gioco di luci ed ombre.

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