Bridgerton 2 Recensione: Shonda Rhimes colpisce ancora!

Dal 25 marzo Bridgerton tornerà su Netflix con la sua seconda stagione, ma cosa ci riserverà? Sarà all'altezza della precedente? Scopriamolo.

Bridgerton 2 Recensione: Shonda Rhimes colpisce ancora!
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La seconda stagione di Bridgerton sta per fare il suo debutto su Netflix e, dopo aver visto tutti i suoi 8 episodi in anteprima, è giunta l'ora di tirare le somme. Ma non lasciatevi ingannare dal titolo, perché c'è tanto da dire in merito, e non tutto è come sembra. Nella nostra recensione di Bridgerton avevamo applaudito l'operazione portata avanti da Shonda Rhimes e dal suo team produttivo nell'adattare e rivisitare per il piccolo schermo i romanzi di Julia Quinn; anche questa volta ci troviamo in una simile posizione. Diciamo che Shonda ha fatto nuovamente centro, contrariamente a quanto ci si potesse aspettare da uno show che, fondamentalmente, ripropone la stessa formula ma di volta in volta rielaborata.

In barba alle aspettative

Dobbiamo ammetterlo: raramente una seconda stagione di una serie, un sequel cinematografico o un secondo libro di una saga riescono a conquistare i propri fruitori. Spesso, d'altronde, si tratta di momenti di transizione, di situazioni ed eventi che dovranno necessariamente portare alla grande risoluzione, come avviene ad esempio nelle trilogie, siano esse filmiche o cartacee.

E, di solito, anche quando si va oltre il terzo capitolo, è quest'ultimo che reindirizza in un qualche modo la storia, a livello formale, ma anche per quanto concerne i contenuti. Per Bridgerton 2, ciò che possiamo dire è... E invece no. Non è questo il caso della popolare serie Netflix. E sebbene ormai gli spettatori abbiano ben presente la struttura dello show (ogni stagione è principalmente dedicata a un membro della famiglia titolare e alla sua vita sentimentale, rispecchiando lo schema seguito dai libri) non ravvisiamo un visibile calo di qualità nel passaggio del focus alle vicende di un componente piuttosto che ad altro. Non siamo dunque di fronte a una mera ripetizione di quanto è stato, pur osservando delle similarità tra la storia d'amore che ha tenuto banco nella prima stagione, quella tra Daphne Bridgerton e il Duca di Hastings (Phobe Dynevor e Regé-Jean Page, con solo la prima di ritorno nei nuovi episodi), e quella che invece ci ritroviamo a seguire nelle nuove puntate, la miglior storia d'amore secondo lo showrunner di Bridgerton 2, tra il Visconte Anthony e Miss Kate Sharma (Jonathan Bailey e Simone Ashley).

A questo giro, complice anche il fatto di aver già introdotto in precedenza la maggior parte dei personaggi e di aver dato un'impostazione abbastanza chiara alle vicende e alle dinamiche tra di essi, possiamo andare più a fondo. Possiamo scavare nella psicologia dei suoi protagonisti, ma anche e soprattutto nel loro passato, e vedere come determinati eventi abbiano formato il loro attuale modo di pensare e i loro comportamenti.

Sempre e comunque Bridgerton

È così che scopriamo cosa è avvenuto anni addietro nella ‘ton, specialmente in relazione alla famiglia titolare. Come un singolo evento in particolare abbia segnato il destino di un gruppo di persone e di coloro che vi hanno avuto e vi avranno adesso a che fare.

Ci si concentra, ovviamente, in gran parte sui protagonisti della stagione, che possono contare su un'ottima chimica e sul fascino di convenzioni narrative che troveranno sempre i propri sostenitori (il trope enemies to lovers, da nemici a innamorati, che qui gioca a rimpiattino con un triangolo amoroso un po' meno convenzionale del solito), ma non ci si dimentica di delineare ulteriormente anche gli altri personaggi. Uno dei punti di forza di Bridgerton, dopotutto, è stato fin dalla prima stagione il saper dosare lo screen time a disposizione per i vari "pezzi della scacchiera" (sebbene anche qui, come in precedenza, avrebbero potuto accorciare il minutaggio complessivo, e difficilmente se ne sarebbe lamentato qualcuno, considerando la durata media degli episodi), il sapere con esattezza dove posizionarli e quando farli entrare in gioco, nonché l'abilità di fornirci una panoramica abbastanza dettagliata di ciò che vedremo in futuro, pur non rivelando tutto fin da subito.

Ad esempio, malgrado manchi ancora del tempo al vero e proprio momento di Eloise, di cui per ora abbiamo solo degli assaggi (sempre stando all'impostazione dei libri che, come dicevamo, la serie sembra finora ricalcare), il personaggio interpretato da Claudia Jessie ci regala alcuni degli spunti più interessanti di Bridgerton 2 e trova la strada già ampiamente spianata per quando dovrà occupare una posizione centrale nella narrazione. In tal modo Bridgerton si assicura una fidelizzazione dello spettatore che, ormai affezionato ai vari membri della famiglia, continuerà ad accompagnarli nel tempo (Netflix ha già rinnovato Bridgerton per altre due stagioni), curioso di scoprire come si risolveranno le vicende personali di ognuno di loro.

E tra sfarzosi balli sulle note di Material Girl o Wrecking Ball (merito dell'assurda tracklist di Bridgerton 2, nella quale la rivisitazione in chiave classica di brani moderni continua ad essere un grande punto a favore per la serie), drammi, fraintendimenti, gelosie e tradimenti, nozze e fidanzamenti, e una frecciatina e l'altra di Lady Whistledown - la cui identità sarà un elemento ancor più centrale in questi capitoli che nei precedenti -, anche questa stagione degli amori ha dato i suoi frutti, e noi ne abbiamo fatto un lauto banchetto.

Bridgerton - Stagione 2 Di primo acchito, la seconda stagione di Bridgerton potrebbe sembrare una semplice ripetizione di quanto già fatto con quella precedente, ma la serie Netflix trova il modo di far risultare d’interesse anche le più iterative tra le convenzioni di genere, e metter su un continuo che non appare sottotono, né si adagia troppo sugli allori della prima. Se avete seguito con gusto le vicende della famiglia Bridgerton e della ‘ton, sono alte le possibilità che avrete una una simile esperienza anche in questo caso.

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