Brooklyn Nine-Nine 6 Recensione: la nuova vita del 99 su Netflix

L'apprezzata serie comedy torna in Italia con la sua sesta stagione. Ecco le nostre opinioni sui nuovi episodi dello show disponibile su Netflix.

Brooklyn Nine-Nine 6 Recensione: la nuova vita del 99 su Netflix
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Dopo l'annuncio di una chiusura inattesa e la conseguente rivolta sul web - non troppo dissimile dai rocamboleschi eventi che capiterebbero ai propri personaggi - Brooklyn Nine-Nine torna in grande stile sui piccoli schermi. La sola idea che lo show di Dan Goor e Robert Schur finisse per essere cancellato da FOX senza alcuna possibilità di salvezza ha fatto infuriare i fan, spingendo la NBC ad acquisire i diritti della serie per portare avanti le avventure del distretto di polizia più divertente della TV.

Peralta e soci tornano così con un nuovo ciclo di episodi e nella nostra anteprima di Brooklyn Nine-Nine abbiamo assistito a questa ripartenza esattamente da dove ci eravamo lasciati alla fine della quinta stagione. La serie, amatissima negli USA, e in gran parte del mondo, è stata salvata in tempi record, vista la grande richiesta dei fan e, a giudicare dalla ricezione e dal successo degli ultimi anni (oltreoceano già si attende Brooklyn Nine-Nine 8), l'approdo sul nuovo network ha permesso di portare avanti la produzione senza alcuna perdita in termini di qualità.

La sesta stagione gode di un rinnovamento che si nota sottotraccia, ma che non reca alcun disturbo: NBC, saggiamente, non cambia le basi di una squadra vincente, e anzi evolve le tematiche di un format sicuro rendendolo sempre più appagante per molti spettatori. In attesa di vedere anche le altre stagioni in onda nel nostro paese, ecco a voi le nostre considerazioni su questa sesta stagione, disponibile dal 10 gennaio su Netflix.

"Dove eravamo rimasti?"

Tralasciando volutamente tutte le dinamiche legate alla sua produzione, Brooklyn Nine-Nine torna a raccontare le avventure dei membri del novantanovesimo distretto esattamente dall'ultimo frame della precedente stagione: Holt ottiene l'esito dell'importante telefonata che potrebbe decidere la sua carriera, mentre Jake ed Amy sono ormai pronti a vivere la propria vita insieme.

Affrontando le conseguenze di quella telefonata e le nuove dinamiche createsi all'interno del distretto, tra costanti avversità, addii e sorprese, le storie del 99 vanno avanti e creano costantemente spunti per parlare di tematiche sociali e personali sempre più importanti attraverso le azioni dei protagonisti.

Per quanto normale possa sembrare, la storia avanza senza sosta ed è esattamente questo che ci si aspetta da uno show che ha sempre avuto nella sua struttura il segreto del proprio successo: episodi dal ritmo ben scandito, dalla comicità coerente e mai troppo estrema nelle scelte, accompagnati da una forte componente empatica ed emotiva.

Cogliendo l'occasione per sviluppare nuovi temi e raccontare gli eventi di un mondo che cambia costantemente, la base della serie si consolida ulteriormente sfruttando alla perfezione il proprio cast e i propri autori - i quali riescono a superarsi nel raccontare molto più di semplici sketch da workplace comedy.

La risata è uno spunto, non un fine

Se c'è infatti una qualità dello show che sembra non aver perso smalto, è lo stile comico che contraddistingue Brooklyn Nine-Nine dalle altre sit-com. L'idea dell'intrattenimento leggero ma arguto la fa ancora da padrone e, sorprendentemente, colpisce nel segno esattamente come nei primi episodi, bilanciando una struttura ferrea all'introduzione di nuove idee. Se in altri casi questo aspetto potrebbe esser visto come una fragilità, è proprio nella rigidità della sua produzione che la serie si fa sempre più forte; senza alcuna paura di risultare ripetitiva, la creatura di Goor e Schur riesce sempre a trovare nuovi elementi che possano arricchire e non snaturare un contesto ormai familiare a molti. Non mancheranno i cambiamenti, come sarà possibile vedere nel corso degli episodi, ma la sincerità e l'onesta che si celano dietro le risate si mantengono costanti e permettono allo spettatore di sentirsi sempre più parte del novantanovesimo distretto.

Non è facile prevedere quanto possa andare avanti lo show, ma con questa coerenza e questa frequenza, forte di una qualità produttiva che garantisce molte possibilità di osare in sicurezza, ci sono buone probabilità di vedere il 99 in vita ancora a lungo. Questo perché la risata non viene mai vista come il fine ultimo da raggiungere, ma come lo spunto per raccontare l'intimità dei personaggi e per affrontare argomenti più o meno delicati. La potenza di certe scene, unita ad uno stile ormai inconfondibile, evidenzia in più occasioni come Brooklyn Nine-Nine riesca ad essere una delle poche comedy in grado di reinterpretare il mondo con leggerezza, mostrando allo stesso tempo la tenacia di chi intende combattere i mali di ogni giorno.

La diversità al centro

Proprio la diversità è da sempre stata uno dei pilastri su cui si è saldamente poggiato l'intreccio delle varie stagioni, e non si parla solamente di inclusione. Per quanto la scelta di inserire personaggi appartenenti alla comunità LGBTQ+ e di puntare sulla multiculturalità sia già di per sé lodevole, è proprio l'idea di puntare forte su personaggi estremamente diversi fra loro (e per questo unici) a fornire costanti spunti narrativi e comici.

Andy Samberg e soci hanno dato vita a personaggi dall'animo gentile alle prese con difficoltà di varia natura, e ciascuno di essi le affronta in maniere del tutto differenti, con azioni dettate da personalità chiare e ben delineate. Anche questa stagione, continuando il dialogo della passata, continua a remare verso questa direzione e a puntare molto sulla componente empatica che lega lo spettatore ai membri del distretto.

La scelta si rivela ancora azzeccata, nonostante gli equilibri vengano spesso messi a dura prova, e ciò non è affatto scontato. L'amalgama tra i membri del cast è evidente e permette a ciascun personaggio di avere il proprio momento di gloria. Se il quinto ciclo di episodi puntava i riflettori sull'idea di amore, questa stagione pone il fallimento fra i temi principali: se, da una parte, alcuni necessitano di fallire prima di capire ciò che vogliono davvero, altri hanno bisogno di fallire per scoprire quanto siano bravi a reagire. Ponendosi sempre contro gli stereotipi e i luoghi comuni, Brooklyn Nine-Nine emerge dalla calca come un prodotto completo e inaspettatamente profondo, con spunti di riflessione ben più pungenti di una bella battuta.

Alla luce di ogni considerazione, emerge però una cosa ancora più importante: vedere da vicino individui tanto diversi che fanno gruppo e riescono a prendersi cura gli uni degli altri ci fa stare bene. Vedere personaggi così gentili, ingenui e talvolta fragili affrontare ogni step necessario a superare le avversità ci rende parte di quel processo. Con tutte le sue stramberie, e a maggior ragione per il periodo tribolato in cui viviamo, il novantanovesimo distretto ci fa sentire sempre più vicini. Un po' come fosse anche nostro, un po' come fosse casa. We all need the 99.

Brooklyn Nine-Nine - Stagione 6 Pur non facendo scalpore per la novità dei suoi elementi, la sesta stagione di Brooklyn Nine-Nine rispetta alla grande le aspettative e getta le basi per una seconda vita sotto il network NBC. Coerente fino alla fine, solido e forte come sempre, il 99 non smette mai di convincere, mentre continua a evolversi silenziosamente, regalando emozioni e risate anche agli spettatori più difficili da soddisfare.

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