La vita bugiarda degli adulti recensione: Elena Ferrante arriva su Netflix

Un altro romanzo di Elena Ferrante viene trasformato in prodotto seriale: è il turno di La vita bugiarda degli adulti, diretto da Edoardo De Angelis.

La vita bugiarda degli adulti recensione: Elena Ferrante arriva su Netflix
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Elena Ferrante è un bacino da cui l'audiovisivo continua a trarre, dividendola tra serie e film. Nel medesimo giorno, nel catalogo dei film Sky di gennaio 2023 e tra le serie Netflix di gennaio 2023, compaiono rispettivamente La figlia oscura e La vita bugiarda degli adulti. Due opere che sono entrambe rivisitazioni della penna della scrittrice misteriosa, che si rivela quando si fanno scorrere tra le dite le pagine dei suoi romanzi. E che mostrando quanto i lavori della letterata continuino a essere una fonte inesauribile di adattamenti, i quali cercano di affrancarsi dall'ombra di L'Amica Geniale, anche se devono al contempo riconoscerne le porte che ha spalancato.

Un successo tale che ha portato a scoprire sempre più approfonditamente il materiale della scrittrice e a spolparne il potenziale per lo schermo. Che non sempre raggiunge le medesime vette o risultati altrettanto soddisfacenti, pur rendendo ogni qualvolta visibile l'emotività nascosta e spesso plumbea dei suoi personaggi.

Lo stile e la messinscena di Edoardo De Angelis

È ciò che avviene col lavoro di Edoardo De Angelis, il quale al fianco di Laura Paolucci e Francesco Piccolo (stessi sceneggiatori proprio di L'Amica Geniale), rivisita il libro di Ferrante cercando di mescolare alle sue parole la propria visione della protagonista Giovanna e del rapporto col resto dei suoi familiari, dei conoscenti più grandi, del mondo.

Anche questa volta La vita bugiarda degli adulti è un percorso di formazione che guarda al momento di stacco dall'innocenza fanciullesca all'entrata brutale in un'esistenza in cui ognuno mente a discapito degli altri per ricavarne il maggior beneficio. In cui ogni persona ha un segreto che non vuole confessare e ha innalzato muri per nascondere la realtà, la quale è stata mistificata al punto da non essere più intatta, riconoscibile. Rimodellata per confondersi in ricordi e memorie che non ne riporteranno più la verità o la purezza. Allora tanto vale dimenticarsene. Andarsene e cercare di crescere lontano da quelle radici che non lo sapevamo, ma partivano già avvelenate, toccate dagli impulsi e dalle cattiverie con cui ci hanno infettato gli altri. La storia di Giovanna, nel suo particolare di un'adolescenza in una Napoli che viene a più riprese evocata grazie alle scelte musicali del regista, ha al proprio interno l'universalità di quando ci si disgiunge completamente dai propri genitori e li si comincia a guardare sotto un occhio diverso.

Quando figure come quella della zia Vittoria, interpretata da Valeria Golino, entrano per scombussolare tutte le certezze che ci eravamo costruiti fin da infanti, per vederle crollare sotto un cinismo e una freddezza che dovremo imparare a dimostrare a nostra volta. Ma proprio dal contatto con questi adulti disastrati, inferociti, rancorosi, Giovanna cercherà di tratteggiare una propria strada che non saprà bene dove la condurrà, sicuramente a non ripercorrere i passi della sua famiglia.

Il viaggio di Giovanna

In una messinscena che sembra essere in grado di rendere attraverso l'arte visiva lo spunto letterario da cui La vita bugiarda degli adulti parte, lo sguardo di Edoardo De Angelis contribuisce a mantenere intanto lo spirito cartaceo del romanzo, rifacendosi sia alle intenzioni scritte di Elena Ferrante, sia proseguendo su una fedeltà che inserisce la serie nel corpus della sua filmografia. Ma alla poeticità stilistica del prodotto e alla stesura di una sceneggiatura i cui dialoghi e le cui interazioni sono di altissimo pregio, non corrisponde un trasporto adeguato nell'introspezione e interiorità richiesta dalla storia.

Non c'è coinvolgimento, c'è poca passionalità, si osserva Giovanna addentrarsi in luoghi e vie sempre nuove, non rimanendo travolti dai cambiamenti che subirà in questi suoi viaggi. Nemmeno la bravura degli attori contribuisce a un ardore che bolle al di sotto delle immagini della serie, il quale non esce mai fuori. Un contenitore suggestivo, che allontana il pubblico da quella famiglia che a ogni puntata è sempre più distante dalla protagonista. Una ribellione che sfogherà nella Giovanna dell'esordiente Giordana Marengo, ma che rimarrà anche intrappolata durante la visione della serie.

La Vita Bugiarda Degli Adulti Elena Ferrante viene interpellata nuovamente nell'ambito della serialità, stavolta per il suo romanzo La vita bugiarda degli adulti. L'aria letteraria si respira enormemente nella messinscena e regia di Edoardo De Angelis, così come nella stesura della sceneggiatura delle sei puntate. Il coinvolgimento, però, non riesce ad essere mai trascinante e il viaggio della protagonista Giovanna rimane quasi staccato dal trasporto degli spettatori, che osserveranno le suggestioni della serie, senza però mai entrarci completamente.

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