Celebrity Hunted 3 recensione: cambia la formula, non la sostanza

Il più amato game show di Prime Video, giunto alla terza stagione, riparte nuovamente da solide basi, cercando di svecchiare il format proposto.

Celebrity Hunted 3 recensione: cambia la formula, non la sostanza
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Celebrity Hunted - Caccia all'uomo è probabilmente il prodotto più esclusivo e controcorrente del catalogo Amazon Prime Video (a proposito, avete notato che da agosto è cambiata l'interfaccia di Amazon Prime Video?): siamo di fronte ad un game show che però riesce ad emergere tra le varie serie televisive e lungometraggi del servizio on demand del piccolo schermo. L'opera, che è stata lanciata per la prima volta nel 2020 ispirandosi ad un format di Channel 4, è una corsa contro il tempo in cui un gruppo di celebrità rivestono il ruolo di Ricercati che hanno il compito di fuggire per 14 giorni da una squadra di Cacciatori e sopravvivere fino al momento dell'estrazione. A fronteggiarli, un team di intelligence composto da poliziotti, psicologi, esperti di telecomunicazioni, hacker etici coadiuvato da un ex dirigente dei servizi segreti.

Dopo due stagioni che hanno incontrato il gusto di pubblico e critica, tra il 17 e il 24 novembre 2022 è arrivata su Prime Video la terza stagione di Celebrity Hunted con un ritorno dal sapore classico con un pizzico di evoluzione che non guasta. Nonostante il team creativo abbia scovato qual è il segreto del successo della serie, contemporaneamente ha anche compreso che qualche modifica è necessaria non solo per rinnovare la proposta, ma anche per mantenere viva l'attenzione degli spettatori. Il risultato finale è agrodolce: nei 6 episodi che abbiamo visto sono da apprezzare l'ingegno, la novità e i miglioramenti apportati al contenuto dello show, ma c'è anche da dire che non sono sufficienti per attualizzare un prodotto che si trova in una condizione statica.

Celebrity Hunted 3: il brivido della caccia è rimasto lo stesso

Dopo Roma e Venezia, il nostro gruppo di vip stavolta è partito dalla fascinosa Firenze, a Piazza della Signoria, per una sfida rocambolesca che inizia proprio tra i vicoli ricchi di storia della città medicea.

Come al solito, la produzione ha scelto una squadra assortita di artisti ognuno con le proprie peculiarità: la comica Katia Follesa è l'unica a gareggiare in solitaria, affiancata dalle altre 4 coppie: gli attori Marco D'Amore e Salvatore Esposito, Ciro Priello e Fabio Balsamo dei The Jackal, Luca Argentero e la moglie Cristina Marino ed infine il duo di cantautori Rkomi e Irama. In questo gruppo eterogeneo risiede l'anima più efficace del programma: con il cambiamento continuo dei concorrenti si riesce a fornire agli spettatori quello stimolo in più per seguire il programma che se è vero che rimane lo stesso nella sua formula più profonda, reinventa parzialmente la ruota lasciando a nuovi volti il compito di trasformare la caccia. Il brivido degli inseguimenti rimane sempre lo stesso, così come l'inventiva dei vari artisti sempre pronti a stupire e colpire i propri inseguitori con travestimenti, depistaggi, aiuti inaspettati, sfide al cardiopalma ed enigmi.

Come da tradizione, anche il team di Hunters trova delle figure inedite che contribuiscono enormemente all'indagine: la scelta più interessante, che forse emerge rispetto al resto, è il coinvolgimento di una giornalista, che effettivamente con la sua conoscenza del background dei Ricercati può dare un aiuto prezioso alla squadra. Detto questo, le modifiche più corpose di Celebrity Hunted 3 sono state fatte in regia e sul piano contenutistico vero e proprio, con un paio di aggiunte che però non sono state sfruttate a dovere.

Mutare le regole e la regia, incastrati in un loop qualitativo

Lo sguardo della macchina da presa, in un game show come questo, rappresenta non solo l'aggancio più importante al pubblico a casa che grazie alle inquadrature si addentra profondamente nella sfida, ma anche i diversi punti di vista sia dei concorrenti che dei loro inseguitori. Se l'occhio rivolto ai Ricercati è rimasto pressoché immutato, con scene in primo piano dei vip in fuga alternate da interviste dove le celebrità commentano l'accaduto, il cambiamento vero e proprio c'è stato dall'altra parte della barricata.

Proprio l'utilizzo più massiccio, da parte degli Hunters, di dispositivi più tecnologici come droni e un apporto maggiormente efficace della geolocalizzazione, hanno reso le sequenze di inseguimento estremamente coinvolgenti e dinamiche, trasformando ancora di più l'infrastruttura da game show in una sorta di action-thriller interattivo. Novità assoluta, inoltre, sono i bonus in possesso di entrambe le squadre, che danno ulteriore vantaggio alle due forze in campo.

Tale elemento, così come la simpatica variazione dell'episodio 1 dove i nostri eroi hanno dovuto risolvere un piccolo enigma per appropriarsi dei cellulari usa e getta e delle carte di credito limitate, sono però delle modifiche blande che hanno un valore molto piccolo perché di fatto non stravolgono l'inseguimento e anche la formula, ma la aggiornano in modo minore.

Si arriva quindi alla nota dolente della terza stagione di Celebrity Hunted: per quanto sia ammirevole il tentativo di innovazione e modifica dello spirito della serie, sia sul piano contenutistico che registico, il prodotto rimane comunque incastrato in un loop qualitativo dal quale non si esce. In fin dei conti si porta a casa un risultato comunque dignitoso che intrattiene e diverte moltissimo il pubblico, ma non si riesce ad andare oltre e ciò fa capire che forse l'opera, per quanto sia un simpatico appuntamento da riscoprire ogni volta, ha già detto tutto quello che era necessario almeno in questa struttura.

Celebrity Hunted - Caccia all'uomo Celebrity Hunted - Caccia all'uomo torna con una terza stagione che non cambia l'anima del game show che ha debuttato su Prime Video nel 2020, ma apporta qualche piccolo cambiamento allo scopo di aggiornare il prodotto. Da un lato la regia si fa più dinamica con l'utilizzo più massiccio di mezzi tecnologici da parte degli Hunters, mentre un paio di aggiunte mutano leggermente le regole della sfida. Per quanto il risultato sia sempre gradevole, riuscendo a tenere incollati sul divano gli spettatori, purtroppo l'opera rimane incastrata in una prigione qualitativa che non la vede trasformarsi in maniera profonda, ma solo superficialmente.

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