Cobra Unità Anticrisi Recensione: il nuovo thriller politico di Sky

Il thriller politico targato Sky ci porta in una Gran Bretagna al buio, dove la società sembra vicina al collasso e la tensione regna sovrana.

Cobra Unità Anticrisi Recensione: il nuovo thriller politico di Sky
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Se avete letto il nostro articolo sulle serie in arrivo su Sky e NOW a luglio, saprete che omicidi, indagini e avventure nel passato saranno il piatto forte del mese appena iniziato. Questo, dopo gli intrighi portati in scena da Cobra che, come capirete da questa recensione, riesce a coniugare la politica ad uno scenario ad alta tensione. Nello specifico, la popolazione resta letteralmente intrappolata nel buio, mentre l'unica flebile luce sembra rappresentata dal governo, sotto pressione come non accadeva da anni. Dopo aver visto tutti gli episodi di questa prima stagione, eccovi il nostro parere riguardo un prodotto che, a conti fatti, convince solo in parte.

Il peso delle decisioni

Robert Sutherland (Robert Carlyle) è a capo del governo inglese, ma tra i compromessi quotidiani tipici della scena politica un imprevisto si fa strada, mettendo in apprensione il partito. Un'esplosione solare sta infatti per abbattersi sul pianeta, e le ripercussioni riguarderanno soprattutto l'interruzione della linea elettrica, in un mondo connesso che si scoprirà improvvisamente frammentato e fragile. Come scrivevamo nella nostra anteprima di Cobra, gli episodi di apertura sono proprio dedicati alla suddetta tempesta e alle prime catastrofiche conseguenze che questa causa. Le persone scendono in piazza seguendo un leader populista fuori controllo, e il governo sembra vacillare mentre la tensione sale alle stelle.

Robert, dopo l'indecisione iniziale prende in mano la situazione grazie all'aiuto di Anna (Victoria Hamilton), capo di gabinetto che in più di un'occasione toglie le castagne dal fuoco. Sia Anna che Robert sono le figure centrali di questa prima season e, oltre al loro lavoro, viene abbozzata anche la sfera privata dei due. Un approfondimento che si ripete anche per un'altra comparsa di rilievo, ovvero Fraser (Richard Dormer), a capo della segreteria per le emergenze civili.

Quest'ultimo si rivelerà fondamentale per la risoluzione del problema legato all'emergenza elettrica, e lo seguiremo mentre si muove nel paese per preservare i nuovi generatori in arrivo, affrontando in prima persona anche diversi ostacoli. Infine, tra i protagonisti impossibile non citare Archie (David Haig), appartenente al partito di Robert ma pronto a pugnalarlo alle spalle alla prima occasione. Sullo sfondo, mentre seguiamo i dibattiti e le decisioni che hanno luogo nelle stanze dei bottoni, si innalza anche la figura di Scott (Charlie Carrick), simbolo del movimento People's Justice che, utilizzando metodi che richiamano alla mente gli squadristi nazifascisti, cerca di prendere il controllo delle strade incarnando il populismo più becero della nazione, mettendo al centro dell'attenzione i veri inglesi, che devono venire prima degli altri. Una vera e propria bomba sociale pronta ad esplodere che rischia di sovvertire il governo, favorendo uno scenario distopico solido e spietato.

Radicato nel presente

Nella nostra anteprima avevamo già sottolineato come la vicenda politica risultasse un punto di forza della serie, a differenza del lato emotivo che riguardava soprattutto l'intimità dei protagonisti. Dopo aver concluso questa prima season, purtroppo, resta viva la stessa impressione, e le relazioni extra lavorative sembrano solo un pretesto per aggiungere altra carne al fuoco. Nonostante questo, è da sottolineare come anche questo aspetto meno riuscito sia capace di far emergere problemi che riguardano il nostro vivere quotidiano facendo riflettere. Un esempio è dato dalla figlia di Robert, implicata in un tragico evento e in balia delle reazioni che legge sul web, che la portano ad uno stato depressivo allarmante e credibile.

Un altro fenomeno che si lega alla nostra realtà è invece il populismo, che qui è chiaramente una critica verso la politica inglese e la Brexit. Per questi motivi, anche se la vita dei personaggi non tiene testa alla vicenda politica principale, Cobra riesce a mantenere vivo l'interesse dello spettatore, coinvolgendo e richiamando situazioni vicine che rendono il tutto più solido e credibile. Purtroppo, sul finale fa capolino qualche sbavatura in eccesso, lasciando la figura di Robert vittima di un'ostentata spettacolarizzazione, rendendolo più incisivo a livello narrativo ma meno realistico. Opinabile, poi, la scelta riguardante uno dei personaggi principali - a tutti gli effetti uno dei motori di questo primo ciclo di episodi - che viene improvvisamente accantonato, la cui identità non riveleremo per ovvi motivi. Una decisione che sembra figlia di un'eccessiva casualità, che taglia le gambe ad una delle maggiori fonti di interesse per il titolo. Un peccato, perché questa è una scelta che potrebbe anche riflettersi sulla seconda stagione, a quanto pare già confermata.

Se non siete appassionati del genere, quello che potrebbe maggiormente frenarvi è anche il ritmo: non ci sono molti momenti morti, ma i passaggi meno avvincenti potrebbero annoiarvi presto. Al contrario, chi ama le serie a sfondo politico potrebbe trovare in Cobra un valido compromesso, nonostante la mancanza di intrighi ad alto livello. Un altro difetto risiede nella volontà degli showrunner di unire lo scenario catastrofico a quello politico, e se l'idea di partenza è ottima, purtroppo l'evento è molto marginale e percepito soltanto attraverso le sommosse popolari. Passando invece agli aspetti più convincenti, ottime le interpretazioni dei protagonisti, anche se è doveroso sottolineare un aspetto riguardante la lingua.

Infatti, passando dalla versione inglese a quella italiana, la perdita più evidente riguarda gli accenti, i quali non sono secondari e denotano anche l'estrazione sociale del personaggio di turno. L'esempio lampante è Scott, che purtroppo in lingua italiana risulta inevitabilmente appiattito. Fatta anche quest'ultima considerazione, tutto sommato Cobra è una serie piacevole che mette in campo diverse idee interessanti. Il rimpianto più grande è legato soprattutto alla marginalità dell'aspetto catastrofico e ad un finale troppo pilotato e privo del giusto mordente, condizionato da alcune scelte rivedibili. Ci troviamo davanti ad un buon prodotto privo di particolari guizzi, ma se siete fan del genere vi consigliamo di dargli una chance, visto che la seconda stagione potrebbe cambiare ulteriormente le carte in tavola.

Cobra - Serie Cobra è una serie divisa tra buone idee e alcuni difetti evidenti, e questo è senz'altro dovuto anche alla sua natura. Infatti, l'idea di unire un evento catastrofico alla politica è convincente, ma quando i due fattori si intrecciano, il primo ne esce inevitabilmente schiacciato. La stessa sorte tocca agli approfondimenti relativi ai vari personaggi, che purtroppo non sempre convincono. Il risultato finale è una serie godibile frenata dai limiti descritti in precedenza e per questo, pur restando sopra la sufficienza, Cobra non riesce ad eccellere.

6.5