Countdown Inspiration4 Mission to Space Recensione: la frontiera di Netflix

Il viaggio nello spazio intorno all'orbita terrestre di quattro civili, per un'esperienza indimenticabile e ricca di fascino.

Countdown Inspiration4 Mission to Space Recensione: la frontiera di Netflix
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Fantasticare su quello che si trova oltre il nostro sguardo è parte della natura umana, un istinto che ci spinge ad incuriosirci in rapporto a ciò che ancora non conosciamo, portandoci a viaggiare con la mente oltre i confini visibili. E se la curiosità muove la nostra vita conducendoci verso nuovi orizzonti, portare a compimento quei viaggi e quelle fantasie è sicuramente più complicato.

Countdown: Inspiration4 Mission to Space punta proprio a rendere colmabile questa distanza, dando il via alla prima missione in orbita intorno alla Terra con a bordo cittadini che non fanno parte di nessuna agenzia spaziale. Dopo aver visto i 5 episodi che vanno ad esplorare il dietro le quinte di questa incredibile impresa, ecco cosa ne pensiamo. Prima, però, non dimenticatevi di dare un occhiata alle serie Netflix di ottobre.

Make humanity a multiplanet species!

Che SpaceX ed Elon Musk stiano testando e studiando modi per conquistare traguardi spaziali mai raggiunti prima è indubbio, e anche questa missione è sicuramente parte di un nuovo modo di intendere l'esplorazione spaziale, dando la possibilità a dei civili di prendere parte a quello che potrebbe essere il primo capitolo legato al turismo spaziale.

Ovviamente, l'obiettivo principale di Countdown: Inspiration4 Mission to Space è quello di mettere in risalto il ruolo dei membri dell'equipaggio, la loro storia personale e il loro addestramento, cercando di renderli dei punti di riferimento per chi ha sempre sognato di prendere parte ad un'impresa simile. Il veicolo utilizzato è il Crew Dragon Resilience, dove i protagonisti hanno passato tre giorni orbitando a 500 km dalla superficie terrestre (sopra la Stazione Spaziale Internazionale). In questo senso, è inevitabile fare subito una riflessione riguardante il sogno che questo viaggio sembra suggerire: la missione è finanziata in gran parte dal miliardario statunitense Jared Isaacman, leader del gruppo, ed è quindi chiaro che i costi legati all'iniziativa facciano cadere da subito l'illusione per la maggior parte delle persone di avere un'occasione simile.

Che poi in futuro ciò possa cambiare è ovviamente difficile dirlo ora, ma le belle parole e la patina emozionale che avvolgono questa docuserie non possono non scontrarsi con la realtà. Fatta questa premessa, tornando alla volontà del progetto di essere fonte d'ispirazione raccogliendo anche dei fondi per il St. Jude Hospital, possiamo dire che la missione è compiuta. In particolare, risulta vincente la scelta di affidare lo show a Jason Hehir, che già si era occupato della regia di The Last Dance (qui la nostra recensione The Last Dance), e che in questi cinque episodi organizza in modo ottimale sia la parte introduttiva che quella della partenza e dell'addestramento, lasciando spazio ad un approfondimento sui partecipanti nei primi capitoli.

L'inizio è quindi dedicato principalmente ai membri della missione e alle loro famiglie, mostrandoci il momento in cui i vari candidati scoprono di essere stati selezionati. Ognuno di loro rappresenta una diversa qualità che li ha portati ad essere scelti, ovvero la leadership per Jared, la speranza per Hayley, la generosità per Christopher e la prosperità per Sian. L'emozione che traspare gioca un ruolo fondamentale, e questo riguarda soprattutto Hayley Arceneaux e Sian Proctor, le quali riescono a coinvolgere ed emozionare grazie alle loro toccanti vicende personali, che riflettono le qualità che rappresentano.

Hayley, in particolare, ha dovuto affrontare il cancro da piccola, e ora lavora per il St. Jude Hospital dove era stata curata, che è al centro della raccolta fondi della missione. La call fatta nello spazio insieme ad alcuni bambini in cura non può lasciare indifferenti, e indubbiamente Hayley diventa un'ispirazione importante e fonte di speranza. Altra nota positiva è anche la volontà di far comparire Musk soltanto in due brevissimi frangenti, sventando il rischio di vedere una presenza ingombrante come la sua togliere la scena all'obiettivo del gruppo. Alcuni mantra dell'eccentrico miliardario ogni tanto emergono, ma d'altronde parliamo pur sempre di SpaceX ed è quindi naturale che siano presenti.

Tutto secondo i piani

Partiamo subito da un dato di fatto: le riprese, la colonna sonora, il montaggio e la maggior parte degli aspetti riguardanti il lato tecnico convincono, eppure la sensazione che una storia tanto reale sia filtrata in modo eccessivo è ben presente. Tutto è costruito e confezionato in modo da emozionare e far scattare qualche lacrima nello spettatore, ma ci sono dei passaggi che restano fin troppo limati alla perfezione, regalando da una parte immagini che ispirano e coinvolgono, ma dall'altra lasciando fuori gran parte dei problemi legati alla missione.

Certo ci mostrano le difficoltà riscontrate nell'addestramento, ma sono piccoli assaggi che vengono surclassati dai boati del razzo e dalla colonna sonora dal tono epico, facendo sembrare tutto molto più artificiale di quanto in realtà sia. Detto ciò, la qualità generale è sicuramente alta, e le immagini della partenza del razzo che squarcia il buio sono impressionanti, così come l'incredibile panorama che i membri della spedizione vedono attraverso la cupola della capsula.

Sul lato delle emozioni, oltre alla già citata call nello spazio, sia nella parte iniziale che prima della partenza ci sono diversi spezzoni molto coinvolgenti, ed è difficile non sentirsi parte di quanto viene mostrato. I momenti che precedono il lancio riescono a far intuire la tensione delle famiglie visto che, come ripete lo stesso Jared, il rischio che qualcosa possa andare storto c'è sempre.

L'ultimo episodio è stato messo a disposizione soltanto dopo la conclusione della missione, e va a chiudere il cerchio mostrandoci il ritorno sulla terra e l'atterraggio nell'oceano, che simboleggia l'inizio di un modo di intendere il viaggio spaziale nuovo ed affascinante, che coinvolge innovazioni che avranno sicuramente un impatto sul prossimo futuro.

Come detto anche in precedenza, la voglia di dare un tocco ancora più epico al tutto crea un effetto leggermente artificioso che va ad inficiare alcune situazioni che forse sarebbero comunque risultate memorabili anche senza un accompagnamento sonoro. Se da bambini sognavate di diventare astronauti, il luccichio che intravediamo negli occhi di alcuni dei protagonisti dell'Inspiration4 vi emozionerà di certo, perché in fondo è ciò che vediamo come irraggiungibile che ci spinge a superare i nostri confini.

Countdown: Inspiration4 Mission to Space Countdown: Inspiration4 Mission to Space è una docuserie che sa emozionare grazie ai suoi protagonisti e a delle immagini sorprendenti, ma forse la volontà di dare un tono ancora più epico all'impresa ha finito per rendere il tutto meno impattante. Nonostante questo, ci sono riprese che lasciano senza fiato, e se l'intento era quello di dare ispirazione, sotto molti aspetti il traguardo è stato raggiunto.

7.5