Recensione Daredevil - Stagione 2

La seconda stagione di Daredevil si conferma un'ottima prova per la collaborazione tra Marvel Studios e Netflix; nonostante ciò, non è esente da difetti, soprattutto nella parte centrale...

Recensione Daredevil - Stagione 2
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Che compito delicatissimo quello affidato a Doug Petrie e Marco Ramirez! I due showrunner, infatti, sono subentrati a Steven S. DeKnight per sviluppare la seconda stagione di una serie acclamata da pubblico e critica, e definita 'il miglior serial tratto da un fumetto'. Una missione davvero difficile, insomma... come eguagliare la prima stagione di Daredevil? Petrie e Ramirez hanno pensato bene di trovare il punto di forza della precedente stagione e di riproporlo di nuovo, con un twist: al posto di Wilson Fisk, ad interpretare 'l'altro lato della stessa medaglia' c'è Frank Castle, che tanto villain non è. Peccato, però, che la serie finisca per perdersi un po' nel corso della stagione con l'introduzione di Elektra Natchios e della sottotrama dedicata a La Mano.

Year One

E' passato diverso tempo da quando Wilson Fisk è stato arrestato. Daredevil continua a pattugliare le strade di Hell's Kitchen ed assicurare i criminali alla giustizia, mentre il suo alter ego - il cieco avvocato Matt Murdock - continua a districarsi tra amicizie (con il socio Foggy Nelson) e potenziali amori (Karen Page). Però, il ritorno in città di Frank Castle - denominato The Punisher - porta di nuovo scompiglio nel quartiere; Castle è un ex militare che ha deciso di uccidere tutti i criminali e le gang di New York, arrivando ad utilizzare persino torture ed uccisioni sempre più complesse. La natura di Matt si scontra con quella di Frank: il primo pensa che Punisher non sia cosi diverso da un criminale e tenta di convincerlo che uccidere non sia la scelta giusta, il secondo pensa che il Diavolo di Hell's Kitchen sia un codardo che non finisce il proprio lavoro. A complicare le cose ci pensa anche Elektra Natchios, ex fidanzata di Murdock, che torna nella sua vita con una rivelazione: la gang de La Mano sta tramando qualcosa di enorme e deve essere fermata. Un Matt sempre più riluttante decide di allearsi con lei per debellare la minaccia, a discapito della sua vita privata...

Punisher vs. Daredevil

Senza ombra di dubbio, questa seconda stagione di Daredevil non ha nulla da invidiare alla precedente. Sembra proprio che Petrie e Ramirez abbiano corretto tutto ciò che non andava la prima volta: quindi via a tutte quelle lunghissime sequenze di dialogo che, alla lunga stancavano. La scrittura sembra più omogenea e, soprattutto, mai banale. Sono interessanti, in questo senso, i dialoghi che vedono contrapporsi Daredevil e Punisher: il primo pensa che Frank Castle non debba uccidere e sia, più o meno, una minaccia per la sicurezza di Hell's Kitchen; il secondo afferma che il Diavolo Rosso non porta a termine il lavoro e che il suo modus operandi (picchiare i criminali ed arrestarli) non serva a nulla. Ed è proprio in questi dialoghi la forza di questa seconda stagione che, a tutti gli effetti, vede uscire vincitore il Punitore tratteggiato da Jon Bernthal. Dopo tre pellicole (una nel 1989, una nel 2004, l'ultima nel 2008) discrete e dimenticabili, l'attore riesce ad azzeccare il personaggio e a dargli vita in maniera superlativa, rendendo un personaggio su carta potenzialmente bidimensionale, in uno a 360° di forte impatto emotivo. Indimenticabili, per questo, sono le sequenze che lo vedono protagonista: tra le più memorabili si può citare, oltre al dialogo sul tetto con Devil che omaggia la run a fumetti Bentornato, Frank di Garth Ennis, anche il suo struggente racconto riguardo la sua famiglia (un'interpretazione da brividi, da vedere e rivedere) e la scena al negozio dove acquista armi sottobanco ma che, al solo sentir parlare pedopornografia, si tramuta in una macchina da guerra ed uccide il commesso. Punisher e la performance di Jon Bernthal sono decisamente la cosa migliore di questa seconda stagione, e non è un caso che i fan stiano chiedendo a gran voce un serial stand-alone su di lui... tra l'altro possibile, considerando il finale e la promessa che il nostro caro vecchio Frank andrà alla ricerca di un suo carissimo amico, Microchip.

Un diavolo custode

Certamente, con il personaggio di Frank Castle spiccare, tutto il resto passa un po' in secondo piano. E' un po' quello di cui soffriva Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan (che, chi sta scrivendo, considera uno dei capolavori del genere cinecomics): un film che rasentava la perfezione ma in cui la performance di Heath Ledger e il suo Joker erano talmente ben fatti, da mettere in secondo piano tutto il resto, incluso Batman che diventava quasi il comprimario rispetto al villain. Daredevil è in una situazione simile: è caratterizzato in maniera ottima e Charlie Cox fa un incredibile lavoro nel ruolo, tuttavia le sceneggiature rendono talmente interessante il personaggio del Punitore che l'eroe protagonista quasi passa in sordina per lo spettatore. Non aiuta, di certo, la seconda storyline della serie che vede coinvolti l'Elektra Natchios di Elodie Yung e il clan de La Mano: elementi avvincenti sulla carta, un po' meno su schermo. Questa Elektra televisiva non è fedelissima alla controparte creata tra le pagine da Frank Miller, ma non è nemmeno quella anonima dei film con Jennifer Garner: la Yung sembra abbastanza azzeccata nella parte e tratteggia il personaggio televisivo più che bene. Peccato che il suo arco narrativo sia banale e debole, e che il finale a lei dedicato sia troppo scontato: sicuramente, anche per lei, il futuro potrebbe riservare grosse sorprese e c'è grande curiosità a riguardo. Per il resto, i comprimari della serie fanno tutti il loro lavoro egregiamente: Deborah Ann Woll continua ad interpretare una Karen Page molto più tosta e determinata rispetto ai comics originali, Elden Henson rende Foggy persino più interessante rispetto alla prima stagione, mentre i camei di Scott Glenn nei panni di Stick e, soprattutto, di Vincent D'Onofrio in quelli di Wilson Fisk - finalmente chiamato (o pseudo-chiamato) Kingpin - sono sempre graditi. In particolare, D'Onofrio riesce a rubare la scena a tutti in una manciata di sequenze che ha ed il suo 'duetto' con Frank Castle è da antologia. Per quanto riguarda il comparto tecnico, invece, troppo dark la fotografia, mentre più che buone le scene d'azione, con una menzione d'onore per quella che coinvolge Punisher in prigione.

Marvel's Daredevil - Stagione 2 La seconda stagione di Daredevil conferma il serial come il migliore tra quelli tratti da fumetti. Sicuramente, rispetto alla precedente, è un piccolo passo indietro e la storyline che coinvolge Elektra Natchios ed il clan de 'La Mano' non è avvincente su schermo quanto lo era sulla carta. Il personaggio di Frank Castle/Punisher spicca su tutti, grazie anche alla performance di Jon Bernthal, e finisce per rubare la scena agli altri: a quando una serie tutta su di lui?