Dexter New Blood 1x04 Recensione: un risvolto fin troppo prevedibile

La quarta puntata di New Blood svela finalmente una delle sue carte principali ma troppo prevedibili, all'interno di un capitolo ancora altalenante.

Dexter New Blood 1x04 Recensione: un risvolto fin troppo prevedibile
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L'aspetto che forse ci sta deludendo più di tutti in questa ad ora bizzarra e particolarmente ambivalente riproposizione di Dexter è la piattezza totale del contesto. A parte l'innegabilmente affascinante direzione estetica portata dal setting invernale e nevoso, sembra infatti mancare il resto: non ci sono personaggi secondari realmente degni di nota, non esistono vere e proprie sottotrame e mancano cardini basilari di un buon world building; in sostanza, la ridente Iron Lake viene schiacciata e disintegrata dalla disturbante rappresentazione di Miami ritratta dalla serie madre.

New Blood in ciò è carente e la quarta puntata si incunea in una direzione opposta, piuttosto disinteressata a colmare una tale lacuna, preferendo uno sviluppo estremamente prevedibile - per quanto necessario, non lo neghiamo. Il problema che si palesa all'orizzonte è il dare cosi tanta attenzione al naturale climax che il revival vuole creare da annichilire il resto, trattato con esasperante superficialità, dalle tematiche ai personaggi. Siamo quasi a metà miniserie e New Blood non ha ancora trovato il suo equilibrio, piagato da una lentezza nonché banalità con cui sviluppa alcuni punti chiave - in primis il "misterioso" serial killer - che rasenta lo sconcertante, ma almeno qui prende finalmente una direzione dalla quale non si può tornare indietro.

Passeggeri condivisi e oscure tendenze

Le vicende riprendono subito il curioso finale dell'episodio precedente: un Kurt (Clancy Brown) ubriaco e in vena di festeggiamenti rivela a Dexter/Jim (Michael C. Hall) che suo figlio è vivo e di averlo sentito addirittura in videochiamata, versione che lo spettatore sa per certo essere impossibile nonostante il padre in quasi lutto la sostenga anche al cospetto della polizia e di Angela (Julia Jones). Nel frattempo Harrison (Jack Alcott) rimane ferito in un drammatico incidente a scuola, finendo per diventare un piccolo grande eroe della cittadina per aver sventato una possibile strage insospettabile agli occhi di chiunque. Eventi che lasciano il nostro protagonista interdetto, poiché vanno a grattare la parte dubitante della sua mente, che continua a suggerirgli quanto questi comportamenti non tornino e nascondino ben altro.

Ed è piacevole notare simili momenti molto alla Dexter, sebbene un po' persi in un mare altalenante, come già avveniva nella nostra recensione di Dexter New Blood 1x03. In particolare, le sequenze in cui il nostro discute con Kurt in modo tale che ogni parola e ogni domanda abbia almeno un doppio significato, o la superba scena dove analizza il teatro e le tracce del sangue della catastrofe sventata dal figlio, spiccano per densità di contenuti, virtuosismo delle inquadrature ed in generale degli escamotage visivi. New Blood qui dà il massimo e si può intravedere timidamente il senso di un revival di Dexter Morgan nel 2021.

Una cura dei dettagli che, purtroppo, manca appena ci si allontana dai punti salienti dell'episodio, fino a raggiungere vette speculari di sterilità creativa: si scopre ad esempio qualcosa in più sulla fantomatica Iris che Angela cita spesso, ma è svelato tramite una stantia esposizione priva di qualsivoglia pathos, mentre invece dovrebbe costituire un passaggio decisivo per un personaggio comunque rilevante e molto presente nell'economia narrativa; lo spettro di Debra (Jennifer Carpenter) si riconferma elemento trash della produzione, capace di stridere in modi terrificanti con il mood e le atmosfere circostanti; Harrison che per sbaglio ascolta un podcast dedicato a Trinity è un eufemisticamente goffo tentativo per sollevare interrogativi e dubbi nello spettatore, che però risultano lampanti già dal concept stesso di New Blood.

E allora perché non giocarci su questa chiara direzione da imboccare? Magari saltando qualche passaggio o introducendolo con molta più potenza e crudezza, e soprattutto evitando di renderlo una rivelazione scioccante quando in realtà è l'esatto opposto. Dexter era una serie ricca di finezze visive e narrative, di pensieri affilati come rasoi e frasi meravigliose da citare fino allo sfinimento, a partire dall'immortale "Hey, wanna play?" della primissima stagione; e New Blood semplicemente non sembra avere le capacità di ricalcare queste gesta.

Dexter Revival Come la terza, anche la quarta puntata di New Blood si rivela estremamente altalenante e divisiva, a livelli quasi sconcertanti. Va ammesso che ci troviamo al cospetto del primo e vero punto di svolta della miniserie, qualcosa da cui non si può tornare indietro e che chiama a gran voce dei confronti intriganti, pur nella sua prevedibilità fin dal concept stesso del prodotto. Un punto di svolta accompagnato da alcune meravigliose sequenze di dexteriana memoria, per così dire, ricche di conversazioni dove ogni parola ha un secondo fine o indagini in cui l'equilibrio tra eventi esterni e pensieri interni del protagonista la fa da padrone, rivelandosi ancora una volta un elemento vincente e intossicante. A fare da contraltare a ciò, però, vi sono numerosi momenti di una sterilità creativa a dir poco preoccupante, come ad esempio un climax emotivo di un personaggio mostrato tramite una stantia esposizione priva di pathos. C'è ancora tanto lavoro da fare per New Blood, almeno questo è certo.