Doctor Who: recensione dell'episodio speciale di Capodanno

L'unico episodio dello show ad andare in onda nel 2019 è incentrato sul ritorno di un vecchio nemico, con risultati spettacolari.

Doctor Who: recensione dell'episodio speciale di Capodanno
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Nel IX secolo, una minaccia aliena fu sconfitta da tre fazioni, che decisero di seppellire i resti dell'entità in tre luoghi diversi, lontani tra di loro. La persona incaricata di sbarazzarsi del terzo frammento morì prima di portare a termine la missione, nei pressi di Sheffield. Ai giorni nostri, due archeologi trovano il pezzo, che riesce a ricostituirsi e decide di conquistare il nostro pianeta ad ogni costo. Mentre il Dottore e i suoi amici volevano festeggiare l'anno nuovo, risulta evidente che sia necessario scongiurare ancora una volta la minaccia, tra le più antiche dell'universo. La creatura ha infatti un aspetto leggermente diverso, ma fa pur sempre parte della razza che ha dichiarato guerra eterna al Dottore secoli addietro: i Dalek. E com'è noto, anche un solo Dalek è in grado di fare danni irreparabili...

Niente più Natale


Dal 2005 al 2017 gli appassionati di Doctor Who hanno avuto diritto a un appuntamento fisso, il 25 dicembre di ogni anno: lo speciale natalizio, episodio solitamente extralarge che applicava la formula festiva, elemento ricorrente nelle produzioni televisive britanniche, al mondo dell'alieno che viaggia nel tempo e nello spazio. Tredici episodi, di cui cinque con David Tennant e quattro a testa con Matt Smith e Peter Capaldi: avventure che hanno tirato in ballo il Titanic, Charles Dickens, C.S. Lewis e persino Babbo Natale in persona (con le fattezze di Nick Frost), oltre a mostrarci due rigenerazioni consecutive (Smith e Capaldi). E proprio con il passaggio dal Dodicesimo al Tredicesimo Dottore questa tradizione è giunta a termine, cedendo il posto a una nuova data fissa per l'episodio speciale: il primo gennaio. Una scelta ponderata e sensata, poiché si mantiene la dimensione festiva ma senza il bisogno di ricollegare la trama, a livello tematico o iconografico, alla ricorrenza. Questa strategia facilita anche l'eventuale uso dello speciale per aprire o chiudere determinate sottotrame, evitando le polemiche legate ad alcuni speciali di Natale (tipologia di puntata che, per certi spettatori, costituisce l'unica visione annuale di Doctor Who), difficilmente fruibili senza conoscenze pregresse. Difatti Resolution, come suggerisce in parte anche il titolo, è il vero finale dell'undicesima stagione (e, come il primo episodio, non ha la classica sigla), come si può evincere dalla risoluzione della sottotrama dedicata a Ryan e suo padre. Ma è anche, a suo modo, un episodio fuori formato.

Un atteso (e gradito) ritorno

Presentando il nuovo ciclo di episodi al Comic-Con di San Diego la scorsa estate, il neo-eletto showrunner Chris Chibnall aveva dichiarato che nella prima annata del Tredicesimo Dottore non ci sarebbero stati avversari classici come i Dalek e i Cybermen. E per certi versi la promessa l'ha mantenuta: sì, in Resolution l'antagonista è un Dalek, ma non è il solito rappresentante della razza guerriera ideata da Terry Nation. È una creatura anomala che, come il Dottore nella premiere di stagione, passa gran parte dell'episodio senza gli elementi che lo contraddistinguono, compresa la voce (che è sempre del bravissimo Nicholas Briggs, ma con un timbro leggermente diverso).

Una reinvenzione necessaria per dare un senso drammaturgico all'arcinemico dei Signori del Tempo, la cui efficacia era stata progressivamente diluita durante la gestione di Russell T. Davies e poi parzialmente riabilitata da Steven Moffat che aveva deciso di non usarli su grande scala ogni anno. Chibnall torna alle atmosfere di Dalek, il primo episodio della nuova serie in cui apparivano: un solo alieno, destinato a seminare morte e distruzione ovunque, questa volta con l'aggiunta della variazione fisiologica/estetica che dà alla minaccia un vero e proprio tono horror.
Quanto al Dottore, si tende a dire che il vero metro di giudizio per ogni nuova incarnazione sia il primo incontro con i famigerati psicopatici provenienti da Skaro. E Jodie Whittaker, che nel corso dei dieci episodi precedenti ha messo in mostra le qualità più "umane" del personaggio, in questa sede dà sfogo al lato più alieno: imprevedibile, folle, pronta a tutto per sconfiggere una delle più longeve incarnazioni del male. E anche dotata della giusta qualità badass per scatenare nel Dalek quel grande momento di panico quando pronuncia quella frase, immortale e inscalfibile: "I am the Doctor."
Da questo punto di vista, Resolution (che nell'ambito di Capodanno significa anche "buono proposito") è davvero il finale perfetto per la prima annata del Tredicesimo Dottore, e una promessa di ciò che Chibnall è in grado di fare dopo aver chiuso il ciclo puramente introduttivo. L'unico problema è che per vedere realizzata quella promessa sarà necessario aspettare un anno intero: la prossima stagione inizierà infatti il primo gennaio 2020.

Doctor Who- Stagione 11 La celebre serie britannica abbandona la formula natalizia e chiude idealmente l'undicesima stagione con un episodio epico e al contempo intimo, dove pathos, fantascienza e horror si mescolano per ricordarci quanto sia sempre affascinante lo scontro fra il Dottore e il suo arcinemico. A quasi cinque anni dall'ultima puntata in cui avevano un ruolo sostanzioso, i Dalek sono tornati a essere assolutamente terrificanti.

8.5