Emily in Paris 2: la seconda stagione su Netflix delude come la prima?

La serie sentimentale Emily in Paris con Lily Collins torna su Netflix per una seconda stagione dove tutto, però, rimane invariato.

Emily in Paris 2: la seconda stagione su Netflix delude come la prima?
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Emily in Paris, uscita per la prima volta nel 2020 e che trovate analizzata nella nostra recensione di Emily in Paris, ha richiamato tantissima attenzione. I motivi sono stati vari. La presenza di una protagonista come Lily Collins, l'esperienza parigina di un prodotto americano, la rabbia dei francesi nella sovrabbondanza stereotipi estenuanti e la nomination ai Golden Globe a dispetto di opere di ben altra caratura come I May Destroy You- con tanto di articolo su The Guardian a difesa dell'opera di Michaela Coel da parte di una degli sceneggiatori della serie Netflix.

Un successo, nel bene e nel male, che ha portato il progetto di Darren Star (papà di Sex and the City e del nuovo show che vi abbiamo descritto nelle nostre prime impressioni su And Just Like That) a una risonanza di livello mondiale, chi considerandolo un guilty pleasure con cui svagarsi, chi prendendolo volutamente di mira e chi, ancora, godendosi veramente a pieno l'intermezzo europeo di una ragazza statunitense nella città più romantica del mondo.

La leggerezza di Emily in Paris

Sicuramente le critiche avanzate dopo il suo debutto non possono essere state che prese ad esempio per poter migliorare e scrivere di conseguenza la seconda stagione, che ad un anno di distanza si presenta nuovamente sulla piattaforma streaming mostrandosi però, sommariamente, più o meno come la precedente.

Emily in Paris 2 non ha nulla di diverso rispetto alla struttura o alla scrittura del suo inizio, non forse per una limatura maggiore nella delineazione dei personaggi - soprattutto quelli francesi - e una semplicità ancora più rassegnata nell'evoluzione del racconto della protagonista. Emily non fa altro che struggersi per amore, struggersi per lavoro, struggersi per tutte le sue sfortune a cui riesce però ogni volta a rimediare uscendone positiva e vincente a dispetto dei vari inciampi. La sua solarità è forse l'unico incentivo che riesce a far continuare la serie allo spettatore. Quell'aura sempre fresca e leggera va però spezzandosi sul finire dell'ultimo episodio, che metterà la donna di fronte a una scelta: quella di dover ripartire oppure restare. Ma le lacrime che chiudono la prima stagione sono quelle che si asciugheranno presto nel proseguimento di una serie che, a pochi giorni dal suo rilascio, riesce addirittura a competere un altro prodotto attesissimo della piattaforma come il collega fantasy The Witcher (affiancate Geralt nella nostra recensione di The Witcher 2), proiettandola già verso la terza season.

Parola d'ordine: outfit

La dimostrazione di un successo di pubblico che, al contempo, dà la prova che lo show non ha bisogno di nient'altro se non del solito triangolo amoroso di cui si era già munita Emily in Paris l'anno passato, e che va allargandosi con l'aggiunta del personaggio londinese di Alfie (interpretato da Lucien Laviscount).

La conferma di un'esilità nella narrazione che, pur affinandosi velatamente con Emily in Paris 2, non ha bisogno di altro se non del consenso del suo pubblico di affezionati, di coloro che nel sogno parigino della giovane ci credono moltissimo e che, forse, proprio per la sua spensieratezza, vorrebbero riviverlo fantasiosamente a loro volta. Ora, più che in precedenza, gli outfit sono i veri punti di forza della serie, molto più chic e invidiabili di quanto erano nella prima stagione. Una vetrina per il mercato della moda globale - ma impossibili da acquistare, visti gli elevati costi - che finalmente rende Emily in Paris la glamour che tanto desiderava essere e che, almeno in uno degli obiettivi prefissati, riesce realmente a risaltare. Per il resto l'opera di Darren Star è una bottiglia di frizzantino spacciata per champagne mentre in un club addobbato a festa si sciorinano le bellezze della vita parigina e i sogni di un amore romantico. Una storia che non cambia e sembra che al pubblico vada bene così. Perché in fondo, alla fine, c'est la vie.

Emily in Paris Emily in Paris 2 è esattamente come la prima stagione, ma con qualche aggiustamento e degli outfit griffati in più. La storia prosegue sempre uguale tra triangoli amorosi e sfide lavorative, tutto ammorbidito dalla spensieratezza di una Parigi immaginaria e legata prettamente alla visione americana che si ha della capitale europea. Una serie che sa però come farsi apprezzare dal pubblico e, per questo, prosegue indisturbata il proprio cammino.

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