Fear The Walking Dead: Recensione della Stagione 3

La terza stagione dello spin-off/prequel sui morti viventi si chiude in vista di un quarto ciclo che dovrebbe segnare una svolta...

Fear The Walking Dead: Recensione della Stagione 3
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Durante il Comic-Con di New York è stato annunciato da un Robert Kirkman in persona che il prossimo anno avrà luogo crossover tra The Walking Dead e Fear the Walking Dead. Le modalità dell'incrocio sono ancora ignote, soprattutto sul piano cronologico (Fear the Walking Dead è, per ora, ambientato prima dell'inizio della serie madre), ma l'annuncio ha già fatto parlare di sé, in positivo e in negativo (la seconda opzione soprattutto da parte di chi ha abbandonato la visione di Fear the Walking Dead svariati episodi fa), e si ricollega in parte a un'altra notizia relativa allo spin-off: Dave Erickson, co-creatore della serie e showrunner delle prime tre stagioni, si è congedato al termine del terzo ciclo, e sarà sostituito dal duo Andrew Chambliss-Ian B. Goldberg (i due sono noti per il loro lavoro in tandem su Once Upon a Time), con l'aggiunta di Scott M. Gimple, l'attuale supervisore principale di The Walking Dead, come produttore esecutivo. Con questo passaggio di consegne Fear the Walking Dead potrà, forse, andare incontro alle modifiche necessarie per uscire dal circolo vizioso in cui è rimasto intrappolato per tre anni, nonostante le migliori intenzioni di Kirkman ed Erickson.

Una lunga agonia

Avendo sprecato la cartuccia drammatica più efficace, per quanto inferiore all'uso che ne ha fatto la serie madre (la morte di un personaggio importante, in questo caso Travis), nel doppio episodio d'apertura, la terza stagione ha poi continuato a mostrare la progressione dell'apocalisse, riproponendo in piccolo situazioni già viste con Rick Grimes e il suo gruppo (lotte intestine, mancanza di provviste, il rischio di diventare uno zombie) e aprendo la porta a una separazione del gruppo principale dopo aver passato molto tempo a creare una comunità iniziando in California e andando avanti in Messico. Il tutto gestito a un ritmo volutamente cadaverico ma senza le intuizioni narrative o le caratterizzazioni necessarie per riempire i vuoti che occupano gran parte dei singoli episodi, salvo mosse occasionali come la rimozione di personaggi di cui sopra.

Strade future

La terza stagione ci saluta con diversi percorsi possibili, lasciando il tutto sufficientemente aperto da consentire ai successori di Erickson di reinventare senza essere incatenati a una singola storyline dall'esito più o meno predeterminato (prescindendo dalla dimensione prequel di Fear the Walking Dead). Complice il crossover, quello che era iniziato come il poco interessante viaggio di un gruppo con pochi elementi interessanti (per fortuna c'è ancora Madison, interpretata da Kim Dickens con una grinta che compensa la maggior parte delle cadute di scrittura) può forse finalmente trasformarsi in uno show capace di arricchire il franchise di punta - per lo meno a livello commerciale - della AMC, anziché essere una parentesi ai limiti dell'irrilevante. Non ci resta che aspettare qualche mese per sapere se il passaggio di consegne dietro la macchina da presa darà veramente i frutti sperati.

Fear The Walking Dead - Stagione 3 La terza annata dello spin-off di The Walking Dead procede con gli stessi problemi delle due precedenti, aprendo però delle porte per dei cambiamenti che potrebbero manifestarsi con il cambio di showrunner. Nell'attesa di tale ipotetica svolta, le vicende di Madison Clark e degli altri aspiranti superstiti rimangono rigorosamente un evento per i fan.

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