Game of Thrones 7x06: Recensione Beyond the Wall

La televisione diventa puro cinema in questo nuovo episodio di Game of Thrones che, ancora una volta, dimostra le potenzialità di una Serie TV...

Game of Thrones 7x06: Recensione Beyond the Wall
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Sette anni fa, l'episodio pilota di Game of Thrones si apriva con un massacro. Era stato un Estraneo a smembrare corpi di innocenti e a uccidere due ranger dei Guardiani della Notte, eppure la minaccia oltre la Barriera non sembrava preoccupare gli spettatori, presi com'erano dagli intrighi politici ad Approdo dal Re e dalla guerra per il trono. Gli sporadici attacchi di Estranei ai Guardiani della Notte erano quasi una distrazione, un intermezzo tra un colpo di scena e l'altro. Poi è arrivato "Hardhome", ottavo episodio della quinta stagione, e la minaccia è diventata più reale che mai.
Mentre centinaia di morti venivano risvegliati dal Re della Notte, che con coi suoi occhi di ghiaccio trafiggeva Jon che scappava da Aspra Dimora con i pochi superstiti, anche il pubblico da casa ha capito che il vero pericolo arriva dal Nord e che la guerra più importante della serie sarà quella contro i white walkers e le loro armate di non-morti, inesorabilmente in marcia verso la Barriera. Con il pretesto di dover catturare un non-morto per dar prova del pericolo a Cersei, Jon torna ad affrontare il Re della Notte e il suo esercito, e lo fa in un episodio (diretto da Alan Taylor) che è puro cinema. Attenzione: l'articolo contiene spoiler sulla 7x06 di Game of Thrones.

Il confronto tra le sorelle Stark

A Grande Inverno si inaspriscono le tensioni tra Sansa e Arya, con quest'ultima che sembra essere caduta nella trappola tesa da Ditocorto in Game of Thrones 7x05 e, ancora accecata dai vecchi pregiudizi nei confronti della sorella, la accusa di aver tradito il padre e la famiglia. In un confronto verbale dal ritmo serrato, ben gestito dalle due interpreti Maisie Williams e Sophie Turner, Sansa risponde alla sorella minore, ribadendo che è grazie a lei se Jon è vivo e gli Stark sono tornati a Grande Inverno.

Arya sembra quasi farsi portavoce di tutti quegli spettatori che a sette stagioni di distanza ancora accusano Sansa di essersi fidata delle persone sbagliate quando era una ragazzina ingenua e innamorata, cresciuta a pane e favole. "Non saresti mai sopravvissuta a ciò a cui sono sopravvissuta io", dice Sansa, ed è vero: Arya, così impulsiva, irrequieta e selvatica, non sarebbe mai sopravvissuta ad Approdo del Re, perché avrebbe inevitabilmente stuzzicato i leoni Lannister con qualche azione avventata; e Sansa, così riflessiva e prudente, bene inserita in un contesto di corte, non sarebbe mai sopravvissuta ai vagabondaggi e agli scontri fisici. Le due sorelle Stark sono agli antipodi per carattere e atteggiamento (una è mentale, l'altra più fisica; una diplomatica, l'altra inflessibile), ma entrambe amano il Nord e la loro famiglia, e insieme sarebbero solo più potenti. Perché "il lupo solitario muore, il branco sopravvive". Devono solo capirlo entrambe (forse soprattutto Arya, le cui minacce sono a dir poco terrificanti).

La battaglia sul lago ghiacciato

Le scene oltre la Barriera sono dirette in maniera magistrale, alternando l'iniziale machismo e goliardia da buddy movie (il dialogo tra Tormund e il Mastino fa desiderare un episodio solo su di loro) alla tensione da film horror. Alcuni momenti fanno davvero sobbalzare, e per il resto l'azione si sussegue rapida e implacabile, lasciando lo spettatore col fiato sospeso finché i nostri eroi non si rifugiano su quella roccia in mezzo al lago ghiacciato in attesa di rinforzi.

L'arrivo di Daenerys non è di certo sorprendente dal punto di vista narrativo, ma resta di grande impatto scenografico grazie alla regia di Alan Taylor e al sapiente utilizzo degli effetti speciali. Il colpo di scena che segue è sottile e forse non granché inaspettato, visto che in tanti lo avevano immaginato, ma resta ben calcolato e potente a livello emotivo. Ancora una volta il vero pericolo non è a Sud ma a Nord: non è la gigantesca freccia di un'arma creata ad hoc per far fronte alla minaccia dei draghi, ma un giavellotto di ghiaccio che il Night King scaglia con precisione contro Viserion, abbattendolo. Vedere il drago inabissarsi nelle gelide acque del lago è straziante, e vederlo risvegliarsi con gli occhi blu degli Estranei a fine episodio è spaventoso. Il Re della Notte riuscirà a infrangere la magia della Barriera grazie a lui?

Benjen: il deus ex machina che non convince

Il grosso neo dell'episodio è la scena del tutto sacrificabile in cui Jon resta indietro a combattere i non-morti, per essere poi salvato da Benjen che cede al nipote il suo cavallo e resta ad affrontare i soldati del Night King da solo. Una scena non solo non necessaria, ma che risulta quasi ridicola, con Benjen che intima a Jon di scappare perché "non c'è tempo". Rimandare il ritorno di Jon sembra servire solo ad accrescere la preoccupazione di una Daenerys che ormai è comunque già irrimediabilmente infatuata.

E se magari il fatto che Jon la chiami "Dany" non convince del tutto, è ormai evidente che il legame politico si sta spostando sul piano sentimentale, com'era evidente fin dal loro primo incontro. Senza grosse sorprese, forse già nel finale di stagione scoppierà la passione tra i due. Ma la vera attenzione ormai è per la guerra che verrà.