Godfather of Harlem: recensione della serie con Forest Whitaker

Bumpy Johnson, interpretato da Forest Whitaker, approda su Disney+ in una prima stagione contraddistinta da tanti pregi ma anche qualche difetto.

Godfather of Harlem: recensione della serie con Forest Whitaker
Articolo a cura di

Se scorriamo la storia del cinema focalizzandoci sui film dedicati alla mafia italo americana ci troviamo di fronte ad un genere tanto prolifico quanto ricco di perle, le quali tutt'oggi sono punti di riferimento per il grande schermo, grazie a storie e personaggi indimenticabili che ci hanno emozionati e coinvolti. Una marea che rischia di soffocare le nuove proposte, che cercano spazio per emergere in superficie.

Godfather of Harlem tenta di trovare proprio questo varco, percorrendo una strada diversa e immergendoci nella comunità afroamericana degli anni '60. Dopo la nostra anteprima di Godfather of Harlem abbiamo concluso la visione dei dieci episodi che compongono questa prima stagione. Vediamo se la serie con Forest Whitaker è riuscita nel suo obiettivo.

La mia Harlem?

La droga imperversa in strada così come la povertà, mentre la voglia di lottare per i propri diritti della comunità afroamericana cerca uno sfogo, in un disperato tentativo di uscire da una situazione opprimente e difficile da sopportare. Una scia di sangue e violenza che sembra ormai parte integrante del quartiere, mentre la criminalità organizzata trae beneficio dalla situazione attraverso lo spaccio e il controllo di negozi e immobili. La mafia italo americana ha ormai preso il controllo di Harlem, una zona a lungo in mano a Bumpy Johnson (Forest Whitaker), e l'uscita di prigione di quest'ultimo sembra essere il preludio di una guerra che abbraccerà l'intero quartiere su più livelli.

Come scrivevamo nella nostra anteprima, la serie si apre proprio con Bumpy intento a riaffermare la sua forza ad Harlem, in un episodio iniziale che parte col botto mettendo subito in scena personaggi convincenti e una storia affascinante. Nei capitoli successivi di questa prima stagione si susseguono tradimenti e alleanze a sorpresa, in parallelo allo sviluppo dei principali protagonisti; ognuno dotato di un ruolo preciso. Assistiamo quindi al conflitto che nasce tra l'organizzazione guidata da Johnson e la mafia italo americana gestita da Vincent Gigante (Vincent D'Onofrio).

Il conflitto, però, non si limita al livello criminale, visto che le lotte per i diritti portano alla nascita di nuove importanti figure, tra le quali spicca Malcom X (Nigel Thatch). Questi pone le basi per togliere dalle strade le persone facendole convertire all'Islam, creando un vero e proprio esercito che possa aiutare la comunità nelle proprie lotte, e divenendo simbolo di una ribellione che non accenna a placarsi.

Ed è qui che un'altra lotta emerge, ovvero quella per la conquista dei fedeli, che vede contrapporsi l'islamico Malcolm al reverendo e politico Powell Jr (interpretato da Giancarlo Esposito), in una storia che lega molte tematiche e personaggi, cercando di dare il giusto spazio e sviluppo ad ogni intreccio. I due non si amano, ma più di una volta si troveranno a collaborare sia tra loro che con Bumpy, amico d'infanzia di Malcolm. Non mancheranno anche eventi storici fondamentali, tra i quali la marcia su Washington e la morte di Kennedy, in una storia che mescola eventi e personaggi reali ad alcune aggiunte fittizie che però, purtroppo, non sempre sembrano riuscite.

La forza del reale

Se le lotte citate vi sembrano tante, sappiate che, oltre a questo contesto, un altro importante arco narrativo trova spazio in questa prima stagione, ovvero l'amore tra la figlia del boss Stella Gigante (Lucy Fry) e il giovane musicista Teddy Greene (Kelvin Harrison Jr.). La relazione è fittizia e non risale a eventi reali, ma non è questo il problema. Piuttosto, in un racconto così denso di eventi e personaggi, quello che è difficile da comprendere è il voler inserire un'ulteriore storyline che serve semplicemente a dimostrare i problemi che vivevano le coppie miste, in una vicenda che si intreccia agli altri personaggi in modo abbastanza maldestro, rubando spazio su schermo ad altri archi narrativi che avrebbero potuto essere maggiormente approfonditi.

Questo non è l'unico difetto della serie, e anche altri fattori sarebbero da rivedere, come la generale pulizia delle immagini, che contrasta in modo netto con la sporcizia di quanto raccontato e con l'ambientazione scelta. Non mancano il sangue o la violenza, ma in più di un'occasione la regia sembra non mettere in campo un carattere riconoscibile, in riprese ben fatte che però, più che sorprendere, sembrano abbastanza anonime. Anche la colonna sonora non sempre è azzeccata: in alcuni casi le canzoni rap si legano bene a quanto mostrato, ma in altri rovinano la tensione e l'emozione creata.

In questo senso, tornando a Stella e Teddy, la canzone composta da quest'ultimo prende un ruolo importante nella narrazione venendo riproposta in più occasioni, nonostante il pezzo sembri più adatto ad un musical dai toni leggeri che ad un racconto di questo tipo, dove le parole contribuiscono a sporcare le mani di sangue. Come avrete capito, i difetti ci sono e non ci troviamo davanti ad un prodotto perfetto, ma questo non vuol dire che Godfather of Harlem sia poco convincente. Infatti, se come detto in precedenza ci sono scene meno riuscite, d'altro canto sarebbe sbagliato non citare i momenti di grande impatto e tensione che si presentano in più di un'occasione.

Da sottolineare anche la gestione pressoché perfetta del minutaggio dedicato ai protagonisti, che dà vita a volti storici in modo incredibile, anche grazie ad interpretazioni di alto livello da parte di Vincent D'Onofrio, Giancarlo Esposito, Nigel Thatch e Forest Whitaker. I quattro ogni volta che sono in gioco riescono a catalizzare l'attenzione dello spettatore, dominando la scena ed uscendo a testa alta dal confronto con le loro controparti reali. Infine, ottima anche la scrittura della storia principale convince e riesce a coinvolgere fino alla fine, pur non rivoluzionando il genere. Considerando quanto detto, Godfather of Harlem per diversi aspetti si dimostra un ottimo titolo, ma cade vittima di alcune scelte che si rivelano sbagliate, peccando forse nell'inserire un numero eccessivo di intrecci e tematiche che in alcuni casi sono gestiti in modo impeccabile, ma in altri finiscono per risultare ripetitivi.

Nonostante queste sbavature, crediamo comunque che sia un'ottima serie e, sicuramente, una delle proposte più rilevanti del catalogo Star di Disney+. Lo dimostra anche la volontà da parte dei produttori di continuare a credere nel progetto ed il rinnovo di Godfather of Harlem per una seconda stagione ne è la conferma. A questo punto la prossima season dovrà cercare di portare avanti quanto di buono è stato costruito, in attesa di altre novità sul futuro dello show.

Godfather of Harlem - Stagione 1 Nonostante alcune imperfezioni, Godfather of Harlem segna un debutto convincente che trae forza da interpretazioni straordinarie e personaggi storici importanti, al netto di qualche idiosincrasia nella messinscena, in attesa di vedere come verrà gestita la già confermata seconda stagione.

7.5