Gomorra 3: Recensione degli episodi 5 e 6 della serie Sky

Una tornata di episodi meno virtuosi dal punto di vista estetico, ma non per questo meno intensi sul versante narrativo.

Gomorra 3: Recensione degli episodi 5 e 6 della serie Sky
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Il giro di boa per Gomorra 3 è arrivato un po' prima del previsto, al termine di un quarto episodio meraviglioso, che ha chiuso un parco di puntate semplicemente da antologia per diverse ragioni - narrazione, regia, recitazione, estetica. Abbiamo visto il nuovo appuntamento settimanale con la serie targata Sky Atlantic che, oltre alla normale messa in onda del venerdì sera alle 21:15, ha optato per un ulteriore servizio che non ha precedenti nella storia dell'emittente (e, probabilmente, nella storia della televisione): la messa in onda degli episodi 5 e 6 di venerdì 1 dicembre, infatti, è stata resa disponibile su Sky On Demand sin dal mattino, poiché nella stessa sera si è giocata Napoli-Juventus, partita valida per la 15esima giornata di Serie A.
In un contesto in cui il calcio - tanto nel nostro Paese, soprattutto nella città di Napoli - è vissuto come vero e proprio culto e in cui il popolo napoletano rappresenta una fetta importante dello share di Gomorra 3 (che resta, lo ricordiamo, di caratura internazionale), Sky ha deciso di "piegarsi" alla volontà dei fan: perché mettere i devoti all'uno e all'altro prodotto televisivo di fronte a una scelta del genere? Da qui la decisione di piazzare online gli episodi 5 e 6 del 1 dicembre, le cui conseguenze sugli ascolti televisivi saranno interessanti per capirne l'effettiva bontà. Un veto, in ogni caso, che dimostra quanto la serie diretta da Stefano Sollima si sia imposta nell'immaginario comune e nel cuore del pubblico, al punto da stravolgere il palinsesto di un colosso come Sky: e, a giudicare dall'andamento di questa terza stagione, ne ha tutti i motivi.

La paranza

Che Gomorra 3 avesse in programma di focalizzare la sua attenzione, per questa stagione, sul fenomeno della camorra emergente, delle baby gang e dei giovani criminali che terrorizzano i quartieri popolari del centro storico di Napoli, si sapeva ormai da tempo: è d'altronde storia vissuta, composta da fatti di cronaca recentissimi e purtroppo all'ordine del giorno il fatto che, in tutta Italia, la criminalità giovanile sia sempre più dilagante. È la parabola dei "ragazzi di Forcella", i Talebani capeggiati dal giovane Enzo - un sempre più convincente Arturo Muselli - e che popolano le strade del centro storico partenopeo tra schiamazzi, intimidazioni e piccoli furti per vivere alla giornata. È solo l'inizio, però, di un'ascesa verso il mondo criminale che conta, verso l'introduzione nel vero e proprio "Sistema" della camorra: un battesimo del fuoco che, gradualmente, passa attraverso il personaggio di Ciro. "L'Immortale morto" interpretato dal grande Marco D'Amore sembra essersi scrollato di dosso le vesti da doppiogiochista: il doloroso cammino di redenzione che ha attraversato nello splendido episodio 3 ambientato in Bulgaria è servito a Di Marzio per riflettere sulla sua vita, vivere un piccolo purgatorio e scacciare i fantasmi del passato che lo hanno perseguitato, a partire dall'omicidio di sua moglie Deborah - di cui egli stesso si è macchiato nel season premiere di Gomorra 2 - e della terribile esecuzione di sua figlia ad opera di Malammore.

Ora Ciro, tornato alle origini nella sua Secondigliano, prende sotto la sua ala protettrice Enzo e i ragazzi della sua banda, spronandoli a essere più lungimiranti, a uscire dal guscio di semplici criminalotti di strada e iniziare a investire i soldi che si sono guadagnati in pericolose e violente rapine. Gomorra 3 ci fa assistere alla nascita di una nuova camorra, giovane ed esuberante, che cresce sotto l'occhio vigile ed esperto di uno come Ciro, che la camorra l'ha vissuta, guidata, sconvolta e - da adesso in poi - ricostruita. Insieme al suo più grande nemico, una volta compagno inseparabile e ora nuovamente fratello: Genny.

(Ri)Nascita di un impero

Le vicende della quarta puntata di Gomorra 3, che meriterebbe di essere incorniciata per la sua capacità di fare grande cinema in meno di 60 minuti, hanno letteralmente rovesciato le carte in tavola, riportando anche il personaggio interpretato da Salvatore Esposito nella culla della sua formazione criminale, oltre che dei suoi affetti primari: Secondigliano. Il signor Avitabile, il padre di sua moglie Azzurra, lo ha spogliato di ogni bene, di ogni affetto, ma soprattutto della cosa che per un criminale del suo livello - un camorrista - conta più di ogni cosa: la dignità. Picchiato a sangue, umiliato di fronte al tradimento di tutti coloro che credeva alleati, gettato di peso sull'asfalto di Secondigliano "come un sacco della monnezza"; rattrappito e dolorante, al Savastano non resta che ripartire laddove tutto era iniziato: tra le vele di Scampia, al fianco del suo vecchio mentore.

Dopo tutto quel che ci siamo fatti l'un l'altro, siamo ancora qui. Io e te. I dialoghi tra Ciro e Genny sono tra i più intensi di questa tornata di episodi, forse rappresentano il vero fulcro della serie, certi aforismi che sono rimasti evergreen ormai da tre anni - altri su cui il web ci ha scherzato, altri meno. Il riscatto, la redenzione, l'amore per la famiglia, passano tutti per le parole dell'Immortale e dell'ormai ex giovane boss: questa città ci ha masticato e ci ha sputato fuori, ma una volta entrati in questo tipo di vita non ce ne si esce più. C'è un momento, però, in cui quella stessa vita ti offre l'opportunità di tirartene fuori, di voltare pagina, di mettere un punto sulla lunghissima scia di sangue che ci si è portati dietro. L'occasione che Ciro non ha colto, ignorando le preghiere di sua moglie, che ha ucciso a sangue freddo, rinnegando l'amore e la possibilità di una vita normale perché accecato dai soldi, dall'autorità, dall'ebbrezza di aver vinto ma di poter fare di più, dall'avidità: in una parola, accecato dal potere.
Quello stesso potere che ha sedotto Genny, portandolo ad allargare la sua mira espansionistica: da Napoli a Roma, da Roma in Calabria, dalla Calabria al Sud America, portandoci nel cuore del lato più moderno e imprenditoriale delle mafie, tra appalti illegali e società fantasma per riciclare valanghe di denaro sporco. La rivoluzione è in atto, parte da Secondigliano, ma la guerra non la si vince combattendo da soli: serve un esercito, serve l'alleanza con Scianel, servono le risorse dei giovani Talebani: nodi che vengono al pettine per la vendetta e il riscatto della propria famiglia. È tutto ciò che apparentemente interessa a Genny e - di rimando - anche a Ciro, al quale tutto ciò che è rimasto è far sì che il Savastano non viva lo stesso inferno che ha vissuto lui: se e come Genny approfitterà di questa alleanza, quanto ci tiene davvero alla famiglia e quanto all'appropriarsi nuovamente di tutto quel potere, sono risvolti che ci daranno soltanto i prossimi episodi.

La vera camorra

Le puntate 5 e 6 di Gomorra 3, com'è facilmente intuibile dal nostro racconto, portano decisamente avanti la narrazione, pur proseguendo su binari che per il momento restano prevedibili: il nuovo appuntamento settimanale con la serie targata Sky, questa volta, ci regala meno virtuosismi estetici e più sviluppi per la trama, priva questa volta di momenti o inquadrature memorabili ma non per questo meno d'impatto rispetto ai precedenti episodi. Anzi, lo show continua a mostrarci il lato più crudo e drammatico dell'agire mafioso ed è in questo uragano di emozioni che risiede ancora la grandezza del prodotto, nonostante gli eventi raccontati ci lascino intuire facilmente dove ci porterà la storia. E questa volta lo fa scaraventandoci in pieno volto tutta la malvagità e l'ingiustizia dell'agire camorristico. La rinascita del "regno" di Secondigliano, che ha subito il colpo del convogliamento di tutto il potere criminale tra Napoli Centro e Roma - tra la Confederazione dei "vecchi" camorristi e il fronte costituito da Avitabile e gli alleati calabresi - passa tutta da un ritorno alle origini, da faide e riciclaggio di prodotti rubati, spaccio nelle piazze e controllo delle attività commerciali di grido delle zone di periferia.

In questo il nostro Genny introduce un po' più di imprenditorialità, appresa nel corso dei suoi traffici che lo hanno portato ad acquisire l'impero edile del suocero, ed è qui che ritroviamo il lato più brutto e frustrante della camorra: l'agire implacabile sui più deboli, il controllo di una serie di infrastrutture che porterà all'attuazione di soprusi indicibili nei confronti di poveri lavoratori, rimasti disoccupati ai margini della società e caduti vittime della morsa mafiosa, che non si fa scrupolo nello sfruttare i più indifesi per far fruttare il suo tornaconto. La parte finale dell'episodio 6 è un pugno nello stomaco, una spedizione punitiva di cui viene incaricato proprio Enzo, come vero e proprio battesimo del fuoco per entrare nel Sistema e far la guerra con i grandi. Un atto orribile, necessario alla sceneggiatura per creare un legame solido tra i vecchi protagonisti e i nuovi, con un finale amaro ma che lascia presagire l'arrivo di una vera e propria guerra: la vecchia camorra contro la nuova.

Gomorra - La serie La nuova tornata di episodi di Gomorra 3 si impone con meno esercizi di stile dal punto di vista meramente estetico e visivo, ma ci riporta tra i vicoli di Secondigliano e della periferia di Napoli per mostrarci il lato più oscuro e infimo della camorra: il sopruso sui più deboli. Scene da vero e proprio pugno nello stomaco, che fanno immedesimare ancora di più lo spettatore risvegliandolo per un istante dal mito e dall'epica degli eroi oscuri creati dallo show targato Sky Atlantic, ricordando concretamente tutto il male che "il Sistema" infligge nel quotidiano alla città. La trama, ormai, sembra ben delineata verso un finale di stagione che ci auguriamo essere pieno di sorprese, ma nonostante questo sono i dialoghi e i temi trattati a rendere ancora una volta il prodotto godibile e al cardiopalma. L'appuntamento è al venerdì 9 novembre in prima serata con gli episodi 7 e 8 - questa volta solo alle 21:15, ma chissà che l'enorme impatto sulla cultura pop italiana avuto con Gomorra non cambi il metodo di fruizione di certi prodotti, inaugurato dalla decisione senza precedenti di Sky di far convivere Gomorra 3 e Napoli-Juventus senza che si escludessero a vicenda.