Hawkeye 1x04 Recensione: festa di Natale in casa Bishop

Hawkeye si prende un momento di pausa e, a differenza della seconda puntata, stavolta lo fa nel modo giusto, bilanciando comedy e dramma.

Hawkeye 1x04 Recensione: festa di Natale in casa Bishop
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Hawkeye è una serie che, nel suo piccolo, riesce comunque a dire la sua e a sorprendere. Piccolo nel senso che non ha nulla ad esempio delle smodate ambizioni di WandaVision o del commentario sociale di Falcon and The Winter Soldier; vuole raccontare una storia diretta, semplice e, come già sostenevamo nella nostra recensione di Hawkeye 1x03; il suo punto di forza è proprio questo, perché gli consente di lavorare molto di più sui singoli momenti, sulle singole conversazioni, sui singoli personaggi piuttosto che su qualche immensa trama con più storyline da seguire e concludere.

In un contesto del genere le puntate di passaggio assumono allora ben'altra valenza, sono necessarie pause per far respirare gli avvenimenti, farli comprendere in tutte le loro conseguenze e conferire più tridimensionalità ai protagonisti. E, diciamocelo chiaramente, dopo un secondo episodio davvero troppo scanzonato e sbilanciato (e la nostra recensione dei primi 2 episodi di Hawkeye è lì a dimostrarlo), da questo punto di vista la serie Marvel doveva un po' farsi perdonare.

La quarta puntata è esattamente ciò; poco densa in materia di avvenimenti ma estremamente pregnante per il rapporto tra Clint e Kate, con una soddisfacente via di mezzo tra umorismo e dialoghi drammatici.

Frullati e maglioni natalizi

Ritroviamo subito il duo delle meraviglie sotto interrogatorio da parte di Eleanor (Vera Farmiga), la madre di Kate (Hailee Steinfeld), e il fidanzato Jack (Tony Dalton), ovviamente molto curiosi sul perché la giovane stia girovagando per New York con nientepopodimenoche un Avenger al suo fianco. I due riescono in qualche modo a cavarsela e a trovare qualche scusa efficace, tra l'altro in una scena che viene illuminata dalla meravigliosa chimica tra Renner e la Steinfeld, e si riuniscono nel "rifugio" per elaborare la loro prossima mossa, dopo aver scoperto una volta per tutte il coinvolgimento di Jack in attività non proprio legali.

Di più non ci sentiamo di dire anche perché in realtà non accade molto altro e a prendersi le luci della ribalta è la tenera celebrazione natalizia che Kate prepara per il suo idolo, spinta sia da un immancabile senso di colpa per aver costretto Occhio di Falco a star lontano dalla sua famiglia in un periodo così importante sia dalla voglia di legare ancora di più con una sorta di mentore e guida.

E dunque, tra frullati colorati, una maratona di film natalizi, Lucky the Pizza Dog che divora letteralmente qualunque cosa si trovi a portata di bocca e stilosi maglioni a tema, i due continuano a conoscersi, ad affezionarsi, e la reazione opposta che si crea in Clint è, a nostro avviso, di una coerenza e genuinità commovente. Non mancano neanche accenni molto dolorosi a Natasha e Ronin, per dare il giusto tocco di drammaticità e spalancare per quanto possibile le porte su un periodo della vita di Clint che abbiamo soltanto intravisto, su cui non si è fatto altro che speculare poiché fino ad ora dall'uomo in questione non avevamo avuto nulla.

Sembra una puntata effettivamente povera ed in parte lo è, non lo neghiamo. C'è davvero poco a spingere in avanti il puro aspetto narrativo dello show, a parte una piccola sorpresa alla fine. E in una miniserie da sole sei puntate questo è naturalmente un problema, si corre di nuovo il rischio di dover chiudere tutto in fretta per mancanza di tempo - infatti ci auguriamo che gli ultimi due episodi abbiano un minutaggio decisamente maggiore di questa quarta puntata, che senza i titoli di coda non raggiunge i 40 minuti.

A vantaggio di Hawkeye c'è la constatazione che la conclusione dell'arco principale, ovvero il mettere a tacere qualunque speculazione su Ronin, non appare tanto lontana e anche gli altri due grandi propositi sembrano risolvibili degnamente in poco tempo. Sottovalutare, però, la dolcezza mostrata da Kate nei confronti di Clint e viceversa sarebbe un errore, a nostro giudizio.

Hawkeye è innanzitutto questo, un inevitabile commiato - anche se non sono chiuse le porte per Renner ad un suo ritorno come Old Hawkeye - e passaggio di testimone, e di conseguenza sequenze come la festicciola di Natale acquistano un peso specifico non indifferente. Se poi vengono svolte e messe in scena in modi semplici ed al contempo efficaci, e soprattutto sentiti con una straordinaria chimica, allora il quarto episodio sarà pure povero, ma rimane un piacere da guardare.

Hawkeye Diciamolo subito, la quarta puntata di Hawkeye è un po' povera. Povera perlomeno per quanto riguarda la narrativa, che a parte un unico spunto ben coreografato nel finale non ha praticamente alcuna rilevanza all'intero dell'episodio. L'attenzione è infatti totalmente concentrata sul rapporto tra Kate e Clint attraverso la tenera festicciola di Natale che la giovane organizza per il suo idolo, spinta dal senso di colpa per averlo allontanato dalla sua famiglia in un periodo come questo. E allora sicuramente l'episodio non avrà molto da dire in quanto ad eventi, ma ha moltissimo da dire sul meraviglioso rapporto tra i due, che rimane il cuore pulsante dell'intera serie Marvel. Hawkeye è e vuole essere innanzitutto un commiato con conseguente passaggio di testimone, e allora un passaggio del genere funziona benissimo, specialmente in contrasto con la deludente e troppo scanzonata seconda puntata. Quindi povera sì, ma rimane un piacere da vedere per la tenerezza e genuinità che la pervade.