House of the Dragon 1x06 Recensione: un nuovo inizio

Cambiando metà del proprio cast, lo spin-off di Game of Thrones mantiene inalterata la propria qualità ed esalta con stile la propria identità

House of the Dragon 1x06 Recensione: un nuovo inizio
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Fino a qualche settimana fa, intorno al progetto di House of the Dragon aleggiavano per lo più paure e perplessità: una nuova operazione commerciale legata al mondo delle opere di George R.R. Martin avrebbe rappresentato un ulteriore salto nel vuoto per HBO dopo il doloroso finale di Game of Thrones - uno sforzo difficile da sopportare anche per i fan più affezionati. Se Il Trono di Spade passerà alla storia come un'onta troppo grande da cancellare, a poco più di un mese dal debutto di questa serie non è prematuro affermare che Ryan Condal e Martin abbiano fatto centro.

Lo show disponibile su Sky e NOW si sta conquistando un posto nel cuore degli spettatori a suon di colpi di scena, interpretazioni memorabili e narrazioni dal grande impatto. Con tanto di budget imponente e la magistrale direzione creativa di Miguel Sapochnik a far da perfetta cornice per un successo assicurato. Lo stile che aveva fatto le fortune di GoT è stato prima riportato al suo apice (i rewatch di GoT battono persino House of the Dragon!) e poi persino superato in termini qualitativi, raggiungendo il punto di svolta con il midseason finale della scorsa puntata (qui la nostra recensione di House of the Dragon 1x05). Il tanto atteso salto temporale è ora arrivato, e molti si chiedono se gli stravolgimenti previsti possano aver inficiato sulla serie nel suo complesso. Per fortuna, la risposta è negativa. Vediamo insieme quanto mostrato nel sesto episodio.

Al Trono, tra dieci anni

Contro molte delle speculazioni nate con il finale della puntata precedente, dopo dieci lunghi anni Viserys Targaryen (Paddy Considine) siede ancora sul Trono di Spade. L'episodio offre a chi osserva una prospettiva estremamente familiare eppure completamente nuova: i volti dei personaggi di punta sono ora adulti, diversi, sempre turbati dagli affari o dalle proprie faccende private.

Ma questo ampio salto temporale non porta soltanto una nuova luce su volti noti, bensì concede lo spazio per nuove pedine che sarà importante conoscere a dovere per seguire il prosieguo delle vicende. La maggior parte dei giovani che avevano occupato la scena nello show sono ora genitori, immersi in un contesto sempre più delicato e complesso come quello della Fortezza Rossa di Approdo del Re. Se, col passare del tempo, molti volti hanno potuto riconquistare una posizione di rilievo all'interno delle gerarchie, allo stesso tempo gli anni hanno portato all'avvicinamento di altre personalità finora accennate o ancora tutte da scoprire. Soltanto Daemon (Matt Smith), ora protagonista di una nuova vita, sembra lontano da tutto ciò che accade alla capitale. Il dedalo di intrighi e inganni ruba ancora la scena mentre la Regina consorte, sempre più sul piede di guerra, intende contrastare la propria vecchia amica ed erede al Trono con ogni mezzo a propria disposizione.

Questa volta non c'è più spazio per esitazioni o dubbi, e l'atteggiamento di tutti i personaggi coinvolti ne è la prova: ogni passo falso potrebbe scatenare un putiferio che il solo Re, avvizzito e malato, non potrebbe più sorreggere con le sole proprie forze. Mentre l'ombra di un nuovo conflitto si staglia all'orizzonte, questo nuovo inizio riporta alla luce vecchi dissapori e nuove alleanze: gli schieramenti di Verdi e Neri, già accennati in più occasioni, si fanno sempre più palesi ogni giorno che passa. La lotta tra Rhaenyra (Emma D'Arcy) e Alicent (Olivia Cooke), per quanto velata, si fa sempre più intensa in un episodio che punta a mostrare sin da subito la posta in gioco. Tra scontri più o meno aperti e mosse sconvolgenti, la casata Strong tanto fedele a Viserys si rivelerà cruciale nei primi risvolti del conflitto.

La principessa ed erede deve infatti fare i conti con un oscuro pettegolezzo che metterebbe in discussione la propria posizione e quella della casata di ser Lyonel (Gavin Spokes), ancora al servizio in veste di Primo Cavaliere del Re. Neppure i Draghi, cresciuti e addestrati esattamente come i figli che un giorno ne controlleranno la forza, potranno bastare a sedare delle macchinazioni subdole e completamente imprevedibili.

Il peso degli eventi

Se la maggior parte dei fan, innamorati di molti dei volti di punta (Milly Alcock su tutti) avevano palesato più di qualche timore riguardo all'ampiezza del principale salto temporale della serie, il lavoro compiuto da Sapochnik riesce a fugare quasi ogni paura sul buon prosieguo della narrazione. Per quanto il contesto sembri del tutto differente, la direzione avvolgente del regista permette di entrare immediatamente nell'intimità dei personaggi: il lungo piano sequenza della prima parte di episodio, così come le spettacolari scene in esterni con campi lunghi e montaggi serrati sui Draghi, tengono incollati allo schermo.

Ma non solo: la gestione del ritmo in ogni dialogo o scambio fra i personaggi è più serrata che mai e permette di godere appieno sia della qualità degli script, sia delle interpretazioni attoriali. Il cast, in buona parte rinnovato, riesce nel difficile compito di lasciar trasparire rapidamente i cambiamenti caratteriali e la maturazione di molti dei personaggi, concedendo più di qualche momento interessante per comprendere natura e prospettive di ciascuno di essi.

Nel tentativo di mostrare una folta sequela di eventi in un periodo limitato di tempo, il lavoro compiuto da HBO riesce perfettamente a far sentire chi osserva a casa, ma rischia in alcuni frangenti di apparire troppo frettoloso nella sua voglia di stupire. Complici gli sviluppi della seconda parte dell'episodio, portati su schermo in maniera repentina e dirompente, la sorpresa e il pathos prevalgono in una sequenza memorabile che ha come unica sbavatura la sua natura improvvisa e inattesa. Alcuni dei personaggi presentati si sono rivelati tanto intriganti che sarebbe un peccato non vederli maggiormente approfonditi nel corso degli episodi a venire - per quanto sappiamo bene che certi eventi siano inevitabili per il prosieguo della trama.

La fedeltà all'opera di riferimento, complice una splendida drammatizzazione degli eventi che fa percepire la mano di Martin sulla sceneggiatura, potrà soddisfare ancora molti fra i fan più accaniti. L'approfondimento dell'autore a narrazioni appena accennate in Fuoco e Sangue soddisferà anche i più curiosi tra easter eggs e citazioni argute. Nell'esaltare la caratura tecnica dello show, finalmente appaiono numerosi Draghi e ciascuno di essi è semplicemente stupendo: chi conosce gli eventi o l'importanza di determinate creature non potrà che gioire davanti alla loro rappresentazione su schermo.

L'amore è la nostra rovina

Scrollandoci di dosso qualsiasi timore, possiamo confermare che Condal e soci stiano traendo il massimo dal materiale a loro disposizione per offrire un prodotto che riesca a mantenersi costantemente ai vertici qualitativi e narrativi del medium. Il nuovo cast riesce in pochissimo tempo a creare sintonia con lo spettatore e il nuovo duo al centro della scena porta su un nuovo livello il contrasto costruitosi nei primi cinque episodi. Con una colonna sonora che sta finalmente dando spazio a nuovi temi memorabili, l'atmosfera dello scorso episodio è qui pareggiata (se non quasi superata) con un finale da pelle d'oca.

Per costruzione narrativa, tensione, gestione del ritmo e direzione corale, House of the Dragon si posiziona saldamente in vetta ai prodotti di punta dell'attuale stagione televisiva. Senza neanche avvertire il peso e la responsabilità di cocenti delusioni passate, lo show sembra davvero essere in buone mani e ogni episodio riesce a lasciare qualcosa di unico agli occhi di chi osserva. Consci di ciò che sta per scatenarsi su Westeros, non possiamo che attendere spasmodicamente ulteriori sviluppi in una Danza che si trova ormai realmente alle porte.

House of the Dragon Quello del sesto episodio di House of the Dragon è un nuovo inizio, capace però di riportare agli occhi degli spettatori atmosfere, contesti e dinamiche già noti. Il nuovo cast fa percepire la maturazione compiuta dalla stessa serie, che a suon di colpi di scena sta conquistando un posto speciale nel cuore dei fan. Per caratura tecnica e impatto narrativo, lo spin-off di GoT prende forma e solidità come prodotto indipendente (se non addirittura superiore) rispetto all'opera madre.