I Cavalieri di Castelcorvo Recensione: la serie fantasy italiana di Disney+

Castelcorvo all'apparenza sembra un borgo come tanti altri, ma nasconde magia, enigmi e misteri tutti da scoprire.

I Cavalieri di Castelcorvo Recensione: la serie fantasy italiana di Disney+
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La prima serie originale italiana di Disney+, I Cavalieri di Castelcorvo, ha delle premesse piuttosto solide e il suo tentativo di evolversi in qualcosa di genuino e ambizioso è evidente. Tuttavia, come molte altre produzioni nostrane, non osa. Ed è un peccato, considerando che, sebbene sia rivolta a un pubblico di preadolescenti (come già anticipato nel nostro first look a I Cavalieri di Castelcorvo), potrebbe essere goduta anche dai meno giovani. Parliamoci chiaramente: nessun adulto guarderebbe lo show Disney+ di sua iniziativa, ma in compagnia dei propri figli o di fratelli minori potrebbe benissimo farlo e gradire la visione. Per tutti i dettagli seguiteci nella nostra recensione completa.

Parola d'ordine: leggerezza

Uno dei principali pregi de I Cavalieri di Castelcorvo, infatti, è che consente di staccare la spina da tutto quello che di brutto sta accadendo nel mondo. Come detto dall'attrice Angela Tuccia nella nostra intervista ad Angela Tuccia, interprete di Stria, antagonista della storia, anche i più grandi hanno bisogno di magia; oggi siamo lapidati da notizie tristi, come le terapie intensive che si riempiono per nuovi contagi da coronavirus e il numero di vittime che sale, quindi prendersi un momento di svago durante la giornata farebbe bene a chiunque.

Anche perché I Cavalieri di Castelcorvo è una serie leggera, che non appesantisce la mente (essendo pensata comunque per i più piccoli). La trama ruota intorno a Giulia e Riccardo, che, a causa di impegni lavorativi dei genitori, sono costretti a trasferirsi nel B&B della zia per un po' di tempo: si trova appunto a Castelcorvo, un piccolo borgo medievale su cui si staglia un alto castello.

Dapprima, i due fratelli si trovano spaesati in un luogo così diverso dalla città in cui abitavano, e soprattutto Riccardo non sembra disposto ad accettare l'idea di stare senza Wi-Fi e con il telefono senza campo. Poi però fanno la conoscenza di Matteo e Betta, due bambini del posto con cui entrano in sintonia: la loro amicizia diventa quindi il cuore pulsante dello show Disney+, che con l'incedere delle puntate offre agli spettatori risvolti interessanti.

La strega va fermata!

A fare da motore alla trama, che decolla già nei primi minuti del pilota, è il gioco da tavolo che dà il nome allo show. Replicando in miniatura il paesello medievale, fornisce enigmi che di volta in volta devono essere risolti dal quartetto di amici per passare ai successivi; obiettivo ultimo è quello di recuperare due chiavi che consentono di accedere all'Altrove, una dimensione in cui una malvagia strega, la Stria appunto, imprigiona i bambini con l'illusione di fargli vivere i propri sogni.

È il fratello di Betta, Andrea, a svincolarsi dalla morsa della Stria per dire ai giovani prescelti quello che dovrebbero fare per porre fine al piano della fattucchiera. Il plot non aggiunge nulla di nuovo a storie già sentite un milione di volte: c'è un perfido villain, un gruppo di giovanissimi eroi che non sembrano all'altezza del compito, prove da superare e personaggi secondari che si rivelano indispensabili per il successo della missione. Se da un lato questo smorza un po' l'entusiasmo, perché di fatto si capisce subito dove la serie voglia andare a parare, dall'altro è la sua semplicità a renderne piacevole la visione.

Il valore dell'amicizia e della fantasia

Proprio perché si rivolge a un pubblico di giovanissimi, I Cavalieri di Castelcorvo mostra quanto sia importante in quella fase della vita avere buoni amici, sentirsi parte di un gruppo. "L'unione fa la forza" è uno slogan che potrebbe ben riassumere quello che la serie Disney+ vuole comunicare; ma lo show si sofferma anche su quanto sarebbe necessario, per i giovani, viaggiare con la fantasia e giocare all'aria aperta pur avendo a disposizione smartphone, tablet e videogiochi.

Non è chiaramente una critica alla tecnologia, perché in alcuni momenti il telefono dei protagonisti diventa fondamentale per proseguire nella missione (grazie a un'app che sostituisce i soliti enigmi su carta), ma comunque tende a rimarcare l'utilità di bilanciare i vecchi giochi di una volta - come, appunto, quelli da tavolo - e i nuovi dispositivi.

Anche le prime cotte e i dissapori all'interno della comitiva trovano terreno fertile ne I Cavalieri di Castelcorvo. Nel corso delle puntate vediamo Giulia invaghirsi di un misterioso ragazzo di nome Zeno, che a sua volta sembra attratto da lei; così come Matteo e Riccardo nutrono una "simpatia", perché a quell'età è difficile parlare di sentimenti, per Betta. Il quartetto si dimostra più affiatato che mai e presto i protagonisti imparano a contare gli uni sugli altri.

Questo però non preclude momenti di tensione, come spesso capita tra amici. E così una parola detta male genera un'incomprensione, che sfocia in un litigio tale da mettere in discussione il legame del gruppo. Soltanto uniti, però, i Cavalieri di Castelcorvo hanno possibilità di successo, e questo lo capiranno a proprie spese.

Si può fare di meglio

Il neo più grande della prima serie italiana di Disney+ è da ricercarsi nei dialoghi, estremamente banali e a tratti forzatissimi. Certo, non è che la recitazione brilli, ma sono le conversazioni a stonare più di ogni altro aspetto. C'è poca naturalezza nelle scene, tutto si percepisce come "troppo recitato". Con questo non vogliamo contestare il cast, per esempio Lucrezia Santi (Giulia nello show) dà prova di essere a suo agio davanti alle telecamere, così come Alessandro Cannava (che nella serie interpreta il bullo Aldo).

Lato tecnico, lo show resta mediocre: i pochi effetti in computer grafica (come un albero che parla o il gioco da tavolo che si anima) sono degni di un budget pressoché limitato, le musiche si restringono ai soliti due/tre motivetti e la scenografia non grida al miracolo. Certo, la campagna laziale ha il suo fascino, così come le riprese dall'alto che inquadrano il castello sovrastante la città, ma non basta questo per regalare ambientazioni d'effetto.

I Cavalieri di Castelcorvo In conclusione, I Cavalieri di Castelcorvo è una serie che raccomandiamo ai giovanissimi e a coloro che vogliono ritagliarsi un po' di tempo con i propri figli. Non ci sono grandi colpi di scena, tutto è abbastanza prevedibile, ma guardandola con occhio poco critico la si può apprezzare. La messinscena non è completamente appagante, così come la recitazione. Lo show si conclude con un finale semiaperto, nel senso che potrebbe anche terminare così qualora Disney lo ritenesse opportuno. Eppure, le premesse per una seconda stagione ci sono tutte. Anche perché la storia ha potenzialmente ancora parecchio da offrire e potrebbe proseguire in tante direzioni diverse, sfruttando l'espediente del gioco da tavolo per far vivere al gruppo di protagonisti una nuova avventura.

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