Recensione iZombie - Stagione 1

La prima stagione della nuova serie The CW non brilla per originalità anche se riesce a coinvolgere e divertire con il suo approccio intelligente e un po' cinico al mondo degli zombie.

Recensione iZombie - Stagione 1
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Anche per gli zombie, divi dell'ultimo periodo, è arrivato il momento di trasformarsi da flagello dell'umanità in creature dotate di un cervello proprio residente in testa e non nello stomaco. The CW ha pensato bene di portare sul piccolo schermo l'omonimo fumetto di Chris Roberson e Michael Allred, iZombie. Naturalmente sarebbe difficile riuscire a rendere accattivante al pubblico una serie in cui il protagonista non riesca a fare altro che emetteri grugniti e lamenti senza senso ciondolando privo di meta, per cui nel serial i non morti sono dotati di coscienza e capacità di ragionamento, anzi, sono addirittura molto attraenti!

Una festa in grado di cambiare la vita

Olivia "Liv" Moore (Rose McIver) sembra uscita da un medical drama, condito con venature teen: è bella, intelligente, americanissima, politically correct, solidale col prossimo, laureanda in medicina, e dotata di un fidanzato che, come lei, sembra forgiato come plasticosa copia di Beverly Hills 90210.
I due sono talmente in sintonia che lui Major, le dà persino la benedizione per andare da sola, ma con le amiche dell'ospedale in cui fa tirocinio, ad una festa in barca, organizzata dalla Max Rager, un'industria che produce una bevanda energizzante.
Sembra tutto così perfetto, i due devono anche convolare a giuste nozze, sembra che nulla possa intaccare il loro idillio amoroso...ed invece...
La mattina successiva alla festa, Liv si risveglia in un sacco per cadaveri, fortunatamente viva, ma con un inumano ed esagerato desiderio di cervelli! Alla ragazza basta poco per scoprire quale sia stato il suo destino: si è tramutata in uno zombie.
Da quel momento in poi la sua vita subisce un drastico cambiamento: si fa trasferire in un obitorio per poter fruire dei cervelli dei "pazienti" del suo nuovo reparto. Manda all'aria il suo rapporto con Major, in quanto come può uno zombie sposare un umano? Senza considerare la depressione che ha preso Liv che si è trasformata in una copia derelitta di una goth, dai capelli e dalla carnagione di porcellana.
Il lato positivo del suo stato di non-vita è che, ingerendo la materia cerebrale degli ospiti della morgue, ne assume anche i ricordi ed il carattere. In questo modo può dare un aiuto fondamentale al detective della polizia di Seattle, Clive Babinaux (Malcolm Goodwin), nelle indagini su di una catena di omicidi che stanno accadendo a Seattle.
Liv decide di mantenere il più stretto riserbo sul suo stato, ma il suo collega e capo Ravi Chakrabarti, interpretato da Rahul Kohl, scopre di avere accanto uno zombie e, invece di correr via a gambe legate, le dà una mano per uscire da quello stato, cercando una cura.
Intanto stanno sparendo alcuni ragazzi senza tetto, scappati di casa....

Il concetto di mostro, chi è l'orco?

iZombie continua un filone che vanta precedenti illustri, in cui gli autori cercano di scardinare i normali schemi etici della narrazione favolistica e fantastica, trasformando l'orco, il cattivo, il villain in un essere controverso, in un antieroe logorato dalla doppia anima di mangiatore di cervelli umani e di essere umano che non dimentica la legge morale dentro di sé.
Liv mantiene la sua personalità e il suo carattere, continua a credere nei valori in cui credeva e tenta di placare la sua sete di sangue nel modo meno eticamente disprezzabile, tentando di pagare il male che ritiene di rappresentare, aiutando il Detective Babineaux.
Il dilemma della protagonista, interpretata da una splendida McIver, percorre tutto il primo arco narrativo del serial, costruito da episodi autoconclusivi e perfettamente fruibili singolarmente e da una trama orizzontale che inizia in modo sfumato ed accennato, per guadagnare spazio sino al cliffhanger finale.
iZombie è essenzialmente diviso in tre tronconi principali: l'analisi di Liv del suo stato e dell'adattamento alla nuova vita; le indagini su quanto avvenuto alla festa e tutte le sue conseguenze, gli omicidi che avvengono episodio dopo episodio.
Da questo punto di vista le trame delle singole puntate danno varietà alla serie, distinguendosi per situazione sempre diverse. Da notare l'ottima intuizione di dare a Liv la personalità delle persone del cui cervello si ciba la ragazza; in tal modo non solo la McIver riesce a mostrare delle ottime doti attoriali, ma, appunto, riesce a rendere il personaggio sempre nuovo.
Da rilevare positivamente anche il taglio ironico e cinico che gli autori Rob Thomas e Diane Ruggiero-Wright hanno dato al progetto, preso in prestito dall'omonimo fumetto americano. La regia sceglie poi in prevalenza un taglio pieno di ritmo, in cui sia le scene che i dialoghi sono veloci e brillanti. Rare, ma di contenuto, le sequenze più lente in cui si mettono paletti alla trama che serviranno per il risultato finale. iZombie è una serie di facile interpretazione sia negli obiettivi che nello stile: un crime drama con venature comedy, in cui si cerca un crossover con serie dal taglio più giovanile e non vengono disdegnati incontri e scontri sentimentali. A far da sfondo a tutto questo c'è l'elemento sovrannaturale che, da True Blood in poi, passando per The Vampire Diaries e Teen Wolf ha ormai creato un sottogenere ancora molto in voga.
Gli attori sono tutti a proprio agio con i rispettivi ruoli. Inutile dire che i migliori restano Liv ed il suo capo Ravi, un nerd indiano, timido, ma dal grande cuore, character ormai onnipresente nelle serie degli ultimi anni.

iZombie - Stagione 1 Orientata verso un pubblico giovane, la serie riesce in modo assoluto a centrare l’obiettivo con una narrazione fresca e ritmata, con personaggi di facile lettura, ma non per questo superficiali, grazie anche a una trama che unisce azione ad introspezione senza derive nell’uno e nell’altro senso. Proprio per questa ricerca di equilibrio iZombie va sicuramente oltre la sufficienza, tuttavia non si distingue per originalità o per stimolare in modo rilevante le emozioni del pubblico. La messa in scena è comunque di gran livello, le trame ben costruite e gli attori appropriati. In definitiva il serial si lascia guardare senza problemi e le premesse per una buona seconda stagione ci sono tutte con un cliffhanger che, come nello spirito della prima sequenza di episodi, non si è distinto per eccessiva meraviglia, ma ha posto le basi per una narrazione lunga ed interessante.