Jean-Claude Van Johnson Recensione: l'altra faccia di Jean-Claude Van Damme

La recensione di Jean-Claude Van Johnson, nuova serie Amazon con protagonista Jean-Claude Van Damme che interpreta...se stesso.

Jean-Claude Van Johnson Recensione: l'altra faccia di Jean-Claude Van Damme
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Che si sia appassionati di cinema d'azione, come dei semplici visitatori casuali o occasionali del genere, ma anche dei perfetti estranei al mondo cinematografico, almeno una volta nella vita avremo probabilmente visto, o sentito parlare, di leggendarie spaccate e calci volanti. Sono gesti iconici, indissolubilmente legati alla propria mitologica figura, tutta muscoli e testosterone. Indubbiamente infatti the Muscles from Brussels, nomignolo altrettanto grandioso, è stato, ed ancora rimane, una delle stelle pop più rappresentative di un certo immaginario, quello degli action-movies anni 80/90, fatti di trame improbabili, arti marziali, coreografie spettacolari e ridicole acconciature, che nella loro imperfetta amalgama creavano dei prodotti di intrattenimento adrenalinici e indimenticabili. Jean-Claude Van Damme come dicevamo è stato uno dei protagonisti di quella magnifica età dell'oro partita sotto l'egida di un patriottismo americano spinto dall'egemonia culturale di stampo reaganiano. Kickboxer, Timecop, Senza esclusione di colpi, sono state pellicole seminali, contribuendo a formare i canoni del cinema d'azione contemporaneo capace ogni anno di fruttare centinaia di milioni, se non addirittura miliardi, di dollari al botteghino. Si sa, però, che in un mondo così rapido e voglioso di cambiamento che gli eroi non durano per sempre, le leggende sono destinate ad essere sostituite da modelli più innovativi e di tendenza, e il mito consegnato all'oblio. Da questa riflessione nasce Jean-Claude Van Johnson, nuova serie Amazon che vede il ritorno sotto le luci del palcoscenico di JCVD.

Una volta ero famosissimo

Van Damme interpreta se stesso ormai, a cinquantasette anni, in pensione, lontano dalla Hollywood che conta, e impegnato quindi a combattere con gli spettri del passato. Ormai vicino alla rassegnazione un'insperato incontro con la sua vecchia fiamma e grande amore, Vanessa, lo spinge a gettare il cuore oltre l'ostacolo e tentare l'impossibile, al fine di riconquistarla. Decide allora di rimettersi in gioco e tornare. Quello che noi non sappiamo è che, in questo universo narrativo, JC non è solo l'attore che conosciamo ma, anzi, la pratica cinematografica non è che una copertura per la sua vera azione di spionaggio. È infatti, con lo pseudonimo di Jean-Claude Van Johnson, un vero agente segreto che dopo aver staccato dal set va veramente a compiere missioni impossibili per sventare degli autentici tentativi di conquista del mondo. Come si può intuire dal breve sommario ci troviamo davanti a qualcosa di assurdo, di surreale, che inevitabilmente sfocia nel parodico.

L'opera ideata da David Callaham (già creatore della saga dei The Expendables) è a tutti gli effetti una serie comica, una commedia basata sull'autoironia, sapientemente capace di giocare con tutti quegli elementi dell'action-movie alla JCVD che oggi potremmo definire involontariamente ridicoli, così da mettere in piedi uno spettacolo inaspettato. Perché il primo a prendersi poco sul serio è proprio la star assoluta dello show, nelle inediti vesti di uomo di commedia che, riprendendo tutti i suoi tormentoni, li rigira in favore della risata. Scopriamo quindi una vena comica imprevista sotto la montagna di muscoli del belga, che proprio come il suo alter ego seriale è qui per mettersi nuovamente in gioco, sfidando addirittura se stesso, lanciandosi in un'avventura che potrebbe in qualche modo rilanciarlo sotto una luce diversa. Van Damme che comunque non viene lasciato da solo in questa scellerata impresa, ma anzi ottimamente supportato da un cast generoso, che trova in Kat Foster, ma soprattutto nel giovane Moisés Arias, dei comprimari funzionali e funzionanti.

Last action show

Quello che ancor di più sorprende è la bontà dell'esperimento, della commistione tra un certo tipo di visione cinematografica e la comicità pura di una sit com. La scrittura di Callaham, unita alla regia di Peter Atencio, che dirige tutti gli episodi, mette in scena quello che a prima vista potrebbe sembrare un autentico film d'azione dal gusto un po' retrò. La fotografia, i movimenti di macchina, la gestione del plot, tutto ricalca alla perfezione gli stilemi del cinema testosteronico dei Bruce Willis, i Jason Statham, e appunto Jean-Claude Van Damme, con l'unica differenza che si tratta di una serie comica. Tutta l'adrenalina e la tensione sono infatti depotenziate e stravolte dal massiccio e continuo alone ironico, che tra demenzialità, parodismo e puro divertissement citazionistico creano un cortocircuito che porta situazioni a noi familiari, come può essere un duello all'ultimo sangue, a trasformarsi in occasioni per ridere genuinamente.

La perizia tecnica, facilitata dal non dover imbastire portentose scene d'azione, riesce perfettamente ad impacchettare un canovaccio che più classico non si può (senza fare spoiler se pensiamo ai vari cattivoni con i megapiani di conquista, gli infiltramenti, i balli di gala e le donzelle, c'è tutto) ma che riesce ad essere gradevole perché non è il vero fulcro, che invece come abbiamo detto è questo gioco sulla figura di JC e di tutta una categoria di cinema. A conti fatti, visti anche la durata e il numero degli episodi, potremmo anche non guardarlo come una serie tv ma come un film di tre ore di quelli senza grandi pretese semantiche, tutto botte ed esplosioni. Solo che le botte e le esplosioni sono poche, e lì si innesca appunto il suo linguaggio televisivo, di quella televisione che è puro intrattenimento, leggera, godibile, divertente e, perché no, anche dimenticabile. Senza dubbio un buon prodotto, per tutti i fan di mr. Belgio, così come i neofiti, che, se cercano un luogo di distrazione assoluta, potranno trovare in Jean-Claude Van Johnson compagno di merende sorprendente.

Jean-Claude Van Johnson - Stagione 1 La nuova serie di Amazon è spiazzante. Primo perché ci mostra un Jean-Claude Van Damme inedito, pronto a giocare con se stesso, e a ironizzare su tutto ciò che lo ha reso un mito. Secondo perché, nonostante non sia un capolavoro né di tecnica né di scrittura, la folle idea funziona, risultando godibile e divertente. Insomma, un’opera di intrattenimento nuda e cruda, senza grosse pretese, ma dalle immediate e ridanciane soddisfazioni.

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