Loki 2x01 Recensione: la prima puntata lascia qualche dubbio

La seconda stagione di Loki inizia dalle macerie della prima e la premiere è più interessata alle conseguenze piuttosto che a portare avanti la storia.

Loki 2x01 Recensione: la prima puntata lascia qualche dubbio
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Escludendo I Am Groot (qui vi rimandiamo alla nostra recensione di I Am Groot), che comunque lascia un po' il tempo che trova per la sua stessa natura di adorabili corti scollegati tra di loro, Loki è la prima vera serie del Marvel Cinematic Universe a ricevere una seconda stagione, tra l'altro annunciata immediatamente al termine della prima. Un modus operandi che sa di unicum in questa porzione di universo condiviso, adesso più che altro legata ad insistenti voci di rinnovo magari di una Ms. Marvel ancora tutte da confermare. Loki no, da parte dei Marvel Studios c'è stata sempre una sicurezza ferrea su quella che - insieme a WandaVision - si è subito caratterizzata come una delle produzioni più peculiari, virtuose ed esteticamente riconoscibili dell'intero ecosistema, aspetti che tra l'altro hanno fatto lievitare le aspettative nostre e dei fan per i progetti futuri - aspettative che, eufemisticamente, non sono mai state rispettate del tutto.

Adesso però è giunto il momento della conferma, che è forse ancora più complessa e subdola di un successo all'esordio. E, come potete constatare anche dalla nostro first look di Loki 2, nonostante il fascino che permea la serie e l'indubbio carisma dei protagonisti e della trama, non tutto ci ha convinto in quanto la premiere - ed in realtà pure il secondo episodio - non fanno partire la nuova trama, bensì si limitano a raccogliere i cocci della scorsa stagione.

Tra passato, presente e futuro...

Ma procediamo con ordine: ritroviamo un Loki (Tom Hiddleston) alle prese con un problema alquanto grave, ovvero vittima di continui ed inarrestabili salti temporali che lo portano indistintamente nel passato, nel presente e nel futuro - come si evince dallo stesso trailer, quindi non in altri universi. Riesce finalmente a trovare il suo Mobius (Owen Wilson) che dunque si impegna a cercare un modo per salvarlo, mentre il nostro Dio dell'Inganno si trova curiosamente a trovare indizi cruciali sulla TVA e la sua storia - e il suo destino - nei traumatici salti non voluti. Ecco, è letteralmente questo che intendevamo nel tratteggiare una seconda stagione più interessata per ora a raccogliere i cocci della scorsa annata che a narrare una sua storia.

Certo, la componente più intrigante e coinvolgente della puntata è mostrata proprio dagli indizi che Loki trova nel passato e nel futuro, segni di una manipolazione molto più profonda, traumatica e abusiva da parte di Kang (Jonathan Mayors). Ma il nocciolo rimane il trovare una cura ai salti temporali del protagonista e le reazioni dei vertici della TVA alla nascita del Multiverso, tra chi riconosce ed accetta una volta per tutte questo nuovo status quo e chi rimpiange i vecchi metodi e non si farà scrupoli nel rimetterli in atto. Ecco, secondo noi è un episodio da inquadrare nella giusta prospettiva, perché chi si aspettava immediatamente delle risposte chiarificatrici sul Multiverso e la sua dubbia gestione globale da parte della Marvel dovrà attendere - noi siamo un po' più pessimisti al riguardo, ma ci sarà tempo e modo per approfondire questo discorso.

Diversi dubbi, ma qualità indubbia

Così come dovrà attendere chi si aspettava fin da subito la tanto temuta invasione delle infinite varianti di Kang, evento ormai teaserato da due anni e che secondo noi vedrà la luce soltanto in Kang Dynasty. Anche qui, potremmo parlare per ore sulla gestione delle post-credit da Endgame in poi e l'attesa divenuta epocale per vederle realizzate, ma non è questo il momento. La domanda essenziale è: la premiere della seconda stagione di Loki funziona? Si, senz'ombra di dubbio. Resta una serie affascinante, che ha un suo unico storytelling nonché un'estetica generale retro-futuristica favolosa, non si perde mai in eccessivi filler e soprattutto qui il ritmo praticamente impazza perché è come se il microuniverso rappresentato dalla TVA fosse in totale panico dopo gli eventi della prima stagione.

Se poi sommiamo a ciò il carisma straordinario di Loki e Mobius, gli scontri ideologici sulla direzione che la TVA dovrà intraprendere e la sorprendente componente quasi investigativa sugli indizi nel passato e nel futuro, allora è evidente che la qualità è rimasta sostanzialmente elevata. Non tutto funziona, intendiamoci, in quanto l'esistenza e il ruolo di OB (Ke Huy Quan) unita ad un quantitativo eccessivo di informazioni vitali sul funzionamento della TVA esposti come se non fossero nulla di che continua un trend piuttosto negativo della Marvel attuale di non voler complicare minimamente le cose e di trattare con troppa superficialità aspetti non di secondo conto. Ma per adesso, anche la seconda stagione di Loki sembra funzionare, bisognerà vedere quanto e come reggerà.

Loki 2 La seconda stagione di Loki, almeno da questa premiere, non si presenta come l'improvvisa panacea di tutti i mali della Marvel come alcuni si aspettavano. Tutte le recenti mancanze riscontrate in altri prodotti del MCU sono presenti anche qui: confusione su come trattare il Multiverso, una superficialità su argomenti essenziali per non complicare troppo le cose e le attese infinite per eventi già praticamente messi in moto anni fa. Ciò non vuol dire, però, che la premiere di Loki, considerata a sé stante, non sia ricca di fascino e di conflitti interessanti, a partire dallo scontro ai vertici di una TVA ormai in piena panic mode, gli indizi cruciali sul passato e sul futuro della stessa TVA trovati da Loki nei suoi salti temporali e l'ombra sempre più abusiva e manipolatrice di Kang sullo sfondo. La qualità, insomma, sembra essere rimasta comunque elevata, nonostante siamo ancora in una fase introduttiva più interessata a raccogliere i cocci della passata stagione che a raccontare qualcosa di nuovo. Ecco, è una puntata che va inquadrata e, nonostante alcune mancanze. ci ha tutto sommato convinto.