LOL 3 Recensione: la stagione più deludente su Amazon Prime Video?

La terza edizione di LOL giunge al termine e rimane un ottimo passatempo, con una competizione che raggiunge livelli mai visti.

LOL 3 Recensione: la stagione più deludente su Amazon Prime Video?
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Crediamo sia evidente a chiunque, dopo ormai 3 stagioni e uno special di Natale (qui potete recuperare la nostra recensione di LOL Xmas Special), che LOL: Chi Ride È Fuori non sia un argomento facile da trattare in sede di recensione. Un discorso che in realtà è estendibile a qualunque prodotto incentrato perlopiù sulla comicità, sitcom o comedy contemporanea che sia: come si può - eccetto che in alcuni casi estremi, sia in positivo che in negativo - fare critica della comicità? Come si può cioè decidere, in una produzione di livello medio, cosa fa ridere e cosa no senza farsi condizionare dai propri gusti personali? Lo show di Amazon Prime Video, di cui sono state rese disponibili le ultime puntate, è poi probabilmente l'apoteosi di una simile scalata dell'Everest, poiché racchiude al suo interno comicità demenziale, caratterista, da late show all'americana e pure da classica tv italiana priva delle limitazioni imposte spesso e volentieri dalle emittenti. Quindi come si procede?

Premettendo che è impraticabile evitare qualsivoglia contaminazione, seppur minima, delle proprie opinioni, si cerca sempre di trovare appigli quanto più solidi possibile, come ad esempio soffermarsi sul format in sé, sulla piacevolezza o meno dell'insieme e su determinate trovate che difficilmente lasciano adito a dubbi sulla loro riuscita. E da questo punto di vista la terza stagione di LOL si conferma sì un ottimo passatempo, ma l'edizione più debole nonché ricca di luci e ombre.

Il nuovo è un rischio

Iniziamo con il momento inderogabile di questa recensione, ovvero un rapido recap dei partecipanti in gara: l'instancabile Nino Frassica, la contessa di Roma Nord preferita d'Italia Marta Filippi, Marina Massironi, l'imbruttita per eccellenza Brenda Lodigiani, il sabotatore nonsense Herbert Ballerina, Paolo Cevoli, l'anti-stereotipo napoletano Fabio Balsamo, il duo inscindibile Luca Bizzarri - Paolo Kessisoglu e Cristiano Caccamo - quest'ultimo un po' l'agnello sacrificale, diciamocelo chiaramente. Come già affermavamo nelle nostre prime impressioni su LOL 3, siamo perennemente convinti che il format stesso del programma possa evolversi in numerose maniere, dal ravvivare una conduzione che si è sempre limitata a svolgere il minimo indispensabile e nulla più fino alle battute finali della competizione, giocoforza meno fresche e sorprendenti per il ridotto numero di concorrenti in gara.

E questa edizione ha effettivamente provato a dare una scossa, peccato non si sia sempre manifestata con risultati pregevoli. La conduzione, ad esempio, si presenta immediatamente con qualcosa di inedito, con una gag che quantomeno mirava a risolvere le nostre perplessità, tentando di coinvolgere di più Matano e Fedez dentro al programma. Però è una gag portata ridicolmente per le lunghe, con l'unico risultato di regalare allo spettatore alcuni dei momenti più cringe che si siano visti negli ultimi anni. Inoltre rappresenta un unicum all'interno dell'edizione e dunque la conduzione viene nuovamente lasciata a sé stessa, tra risate forzate e commenti oltremodo superflui. Lodiamo l'intenzione di voler rendere i conduttori un'estensione naturale di LOL e vogliamo che si prosegua su una simile via per trovare il giusto compromesso, ma ora come ora l'esecuzione è bocciata su tutta la linea.

Un continuo gioco di luci e ombre

Il resto rimane LOL come lo conosciamo ormai da anni, il passatempo pomeridiano o serale perfetto per farsi qualche risata leggera e spensierata in compagnia o, perché no, provare a partecipare da casa al gioco stesso: Balsamo che vuole condannare gli stereotipi napoletani ma poi li ribadisce, la Filippi che ha portato sul palco la dama dell'800 e la madre apprensiva di Roma Nord, Ballerina alla ricerca costante del gioco di parole o della battuta più surreale possibile, Nino Frassica meraviglioso in forma di presentatore di un gioco a premi; la ciccia c'è, rinvigorita poi da un uso molto più sensato di Maccio Capatonda nelle vesti di guest star di turno, a dir poco geniale nelle sue poche apparizioni - anche se sentiamo sinceramente una certa necessità di abbandonare una volta per tutte Posaman e le sue variazioni, sarebbe ora.

Rispetto alle passate edizioni, e qui risiede la problematica maggiore, abbiamo riscontrato un drastico calo della spettacolarità proprio nelle performance dei partecipanti, a causa sia di una naturale edizione sottotono sia in generale di una selezione molto più livellata. In sostanza non c'è più un Guzzanti che scava un solco quasi imbarazzante con il resto del cast, una soluzione che aumenta a livelli vorticosi la competitività - a tratti inebriante ma sempre amichevole - ma dimezza la spettacolarità.

LOL: Chi ride è fuori - Stagione 3 La terza edizione di LOL - Chi Ride È Fuori è meglio descrivibile come un continuo gioco di luci e ombre. È una stagione che cerca in vari modi di non rivoluzionare, ma comunque dare una piccola scossa alla formula, un obiettivo non sempre riuscito. Ad esempio non può essere soddisfacente il lavoro svolto sulla conduzione affidata sempre a Matano e Fedez, che all'inizio sfoderano una gag portata troppo a lungo e dai risvolti tristemente cringe. L'uso invece della guest star di turno può definirsi eccellente, un gran miglioramento rispetto al Lillo dello scorso anno - anche se sarebbe ora di allontanarsi una volta per tutte da Posaman e variazioni sul tema. Insomma, una season che ha provato qualcosa di nuovo, riuscendo a metà. Il resto è LOL, un'odissea che in un modo o nell'altro riesce sempre a regalare allo spettatore momenti meravigliosi e geniali. Resta però l'edizione più sottotono, con un cast che non ha saputo replicare l'eccelso spettacolo visto negli scorsi anni, mancanza colmata in parte dallo spirito molto più competitivo che si è visto, culminante in un gran bel finale.

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