Recensione Looking - Stagione 1

Arriva in Italia, dal 5 novembre su Sky Atlantic, la serie Looking targata HBO

Recensione Looking - Stagione 1
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San Francisco, oggi. Patrick Murray, 29 anni, single, è un designer di video-game. Agustín, 31 anni, artista spiantato, abita insieme a Patrick ma è in procinto di trasferirsi a Oakland con il suo compagno Frank. Dom, 39 anni, single, vive con l’amica Doris e lavora come sommelier, ma sogna di aprire un proprio ristorante. Patrick, Agustín e Dom sono tre amici gay le cui rispettive differenze di età, di formazione e di carattere costituiscono gli ingredienti alla base di Looking, la nuova serie (otto episodi da 30 minuti ciascuno) trasmessa dalla HBO lo scorso inverno e in arrivo da mercoledì 5 novembre in seconda serata su Sky Atlantic. Al centro del racconto, le esistenze quotidiane e le vicende sentimentali di questi tre personaggi, in un contesto urbano - San Francisco, capitale mondiale del gay friendly - in cui l’omosessualità non è (quasi) mai percepita con disagio o con senso di discriminazione, ma assume piuttosto i contorni di una ‘ordinarietà’ che tuttavia non è necessariamente sinonimo di felicità.

Da Weekend alla HBO

Su questi presupposti si sviluppa la prima stagione di Looking, creata da Michael Lannan a partire dal suo cortometraggio dal titolo Lorimer e realizzata con l’indispensabile collaborazione di Andrew High, che ha diretto cinque degli otto episodi ed ha firmato parte della sceneggiatura. Un contributo fondamentale, quello del regista inglese High, autore nel 2011 di uno dei film sentimentali più riusciti e toccanti degli ultimi anni, Weekend (presentato alla sesta edizione del Festival di Roma ma mai uscito nelle sale italiane), la descrizione di un “breve incontro” fra due giovani omosessuali in un romantico fine settimana a Nottingham. E lo stile di High, caratterizzato da un intimismo e da un approccio verista che tentano di aderire quanto più possibile ai ritmi della realtà, rappresenta infatti la cifra peculiare di Looking, inclusi i toni morbidi e soffusi della fotografia di Reed Morano. Non a caso, del resto, a dispetto delle tematiche la serie HBO appare abbastanza lontana da prodotti quali Queer as Folk e Sex and the City, mentre le sue peculiarità a livello di narrazione e di messa in scena la avvicinano semmai molto di più allo spirito e alle convenzioni del moderno cinema indipendente britannico e americano (al punto che, in alcune occasioni, Looking somiglia più a un cortometraggio che non a un racconto sviluppato secondo le logiche della serialità televisiva).

Patrick, Agustín e Dom

Ad occupare una posizione preminente all’interno della trama, nonché ad offrire il punto di vista privilegiato, è Patrick, che ha il volto timido e da classico “bravo ragazzo” dell’attore Jonathan Groff: un personaggio diviso fra la relazione appena nata - con tutti gli entusiasmi e le insicurezze del caso - con il barbiere latino Richie Donado (Raúl Castillo) e l’attrazione repressa nei confronti del suo nuovo capo-ufficio, l’inglese Kevin Matheson (Russell Tovey), in un progressivo gioco di seduzione e repulsione che si protrarrà fino al termine della stagione. Alla precarietà sentimentale di questo giovane uomo alla soglia dei trent’anni, desideroso di avere al proprio fianco un vero partner ma al contempo ancora troppo insicuro per impegnarsi in un rapporto stabile, si affianca quella degli altri due comprimari della serie: l’estroso Agustín (Frankie J. Alvarez), la cui relazione con il compagno Frank (O.T. Fagbenle) è minata dall’inesorabile tendenza alla trasgressione, e il più solido Dom (Murray Bartlett), che si tuffa nel progetto di aprire un nuovo ristorante con l’aiuto di Lynn (Scott Bakula), impresario sessantenne che diventerà suo amico (e forse anche qualcosa di più).

Educazioni sentimentali

Al fulcro dell’intreccio di Looking, pertanto, non vi è una presa di coscienza dell’omosessualità, un conflitto interiore o la lotta contro un eventuale senso di emarginazione; Lannan e High, al contrario, sembrano più interessati a tracciare le coordinate di una quotidiana ricerca di serenità e di appagamento affettivo che passa anche attraverso delusioni, ripensamenti, errori e scelte difficili. Questioni approfondite in particolare mediante la parabola di Patrick, che si impone fin da subito come l’autentico protagonista della serie, laddove invece le storie legate ai suoi amici Agustín e Dom non ricevono la medesima attenzione e, in alcuni casi, paiono più che altro dei meri riempitivi. Ma al di là dei suddetti, piccoli squilibri nell’impalcatura narrativa, la serie riesce a farsi apprezzare, e spesso anche a coinvolgere lo spettatore, proprio per la sua capacità di rispecchiare sentimenti e stati d’animo tipici di un’intera generazione fra i trenta e i quarant’anni (e che non riguardano unicamente i gay), con una sincerità tutt’altro che scontata nel panorama televisivo; conservando, fra l’altro, ampi margini di miglioramento in vista della sua seconda stagione, in programma per il prossimo anno.

Looking - Stagione 1 Costituita da otto episodi di 30 minuti e da un approccio minimalista attento alla rappresentazione delle varie sfumature del quotidiano, Looking si conferma una delle novità più interessanti nel calendario della HBO del 2014, specialmente in virtù delle finezze psicologiche a livello di scrittura e della sobria ma affascinante messa in scena del regista Andrew High, in grado di conferire al racconto delle vicende sentimentali dei protagonisti - un terzetto di amici gay di San Francisco - un originale tocco cinematografico e un’atmosfera di soffuso romanticismo.