Lucifer 5x02 Recensione: il gemello del Diavolo

Il secondo episodio di Lucifer 5 conferma quanto di buono visto in precedenza. Convince la caratterizzazione di Michael, fratello gemello del protagonista.

Lucifer 5x02 Recensione: il gemello del Diavolo
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Oggi tutti conosciamo Lucifer, ma non tutti sapranno che è un personaggio DC Comics comparso come comprimario nel fumetto cult Sandman di Neil Gaiman, oltre ad essere stato protagonista di vari spin off a lui dedicati, prima di incontrare il favore del pubblico internazionale proprio grazie alla serie omonima, trasmessa per la prima volta nel 2016 e ripresa da Netflix in seguito alla cancellazione, al termine della terza stagione su Fox. Il finale di Lucifer 4 aveva visto il protagonista lasciare Los Angeles per tornare a governare con fare deciso l'Inferno. Nella nostra recensione del primo episodio di Lucifer 5 abbiamo tuttavia visto come il suo fratello gemello Michael non abbia esitato a prendere la palla al balzo per colmare il vuoto lasciato sulla Terra, nella speranza di sconvolgere la vita di numerose persone a lui vicine. Le premesse sono più che interessanti e non ci resta che proseguire nella nostra analisi con la recensione del secondo episodio di Lucifer 5.

Il gemello impostore

Se la puntata precedente aveva introdotto il fratello gemello del protagonista, questo episodio pone sin da subito Michael a confronto con i numerosi comprimari della serie. Il falso Lucifer e la detective Chloe Decker si ritrovano così ad affrontare nuovamente un caso insieme, seppur il cuore della narrazione risieda proprio nel mettere a nudo la personalità dell'impostore, che a più riprese non saprà ovviamente come comportarsi, mettendo a rischio la sua vera identità. Il confronto con il demone Mazikeen (interpretato da Lesley-Ann Brandt) riesce però a risultare molto utile per Michael che, sfruttando il desiderio di vendetta di quest'ultimo nei confronti di Lucifer, riuscirà a ordire una strategia - a tratti subdola - per mettere in difficoltà tanto Chloe Decker quanto numerosi altri personaggi, tra i quali la psicologa Linda Martin e Amenadiel Morningstar.

Tra le sequenze più riuscite dell'episodio possiamo senz'altro citare il momento in cui Michael e Chloe iniziano a interrogare i sospettati, con quest'ultima spesso spiazzata dai comportamenti alquanto stravaganti del suo presunto partner. In più di un'occasione la detective si ritroverà addirittura a suggerire al falso Lucifer come affrontare determinate situazioni; Micheal, messo così alle strette, non potrà far altro che provare a confondere le acque, arrivando addirittura a mentire. Sebbene persista il tentativo di usare il caso poliziesco come metafora di ciò che accade nelle vite dei protagonisti, vedere i vari personaggi interagire con un Lucifer visibilmente subdolo e stralunato si rivela un buon espediente in grado di svecchiare l'intero impianto narrativo.

È inoltre ben gestita la componente romance dell'episodio, con un pizzico di tensione soprattutto nel rapporto tra Michael/Lucifer e la detective Decker, anche se troverete difficile mantenere la calma di fronte ai comportamenti dell'impostore. Le vicende dei singoli personaggi raggiungono un'importanza che oscura anche l'elemento crime, confermando da questo punto di vista una vicinanza tematica e contenutistica con la stagione precedente. Nel corso dell'episodio i momenti più seri e introspettivi si alternano alle situazioni comiche; basti citare i dialoghi tra il protagonista e la sbadata Ella Lopez - che chiamano addirittura in causa Il Signore degli Anelli - o il confronto tra Michael/Lucifer e Daniel Espinoza.

Un futuro promettente

Il ritmo di questo secondo episodio risulta fluido, grazie ad una narrazione scorrevole, capace di mettere in luce tutte le caratteristiche tipiche di Lucifer, nonostante la quasi totale assenza del protagonista, che si rivela la vera chiave di volta della serie. Senza di lui l'intero svolgersi degli eventi risulta strano e a tratti spiazzante, sintomo di quanto il personaggio principale sia riuscito a far breccia nel cuore degli spettatori grazie al suo modo di fare da spaccone e sopra le righe. L'unica vera pecca di questo episodio risiede nella rapidità con la quale Michael viene smascherato, dato che proprio nei minuti iniziali dell'episodio l'irruenza di Mazikeen lo porterà a confessare la sua vera identità. Anche se sarebbe stato ovviamente impossibile per il gemello del protagonista mantenere il segreto per un numero elevato di episodi, forse avrebbe giovato un po' più di cautela nel rivelare determinati snodi di trama.

Lo stesso ribadire a più riprese il concetto secondo il quale il tempo all'Inferno passa molto più velocemente che quello sulla Terra - dato che pochi mesi terrestri equivalgono a migliaia di anni nella dimensione ultraterrena -, per giustificare il presunto cambiamento di Lucifer, risulta tedioso a lungo andare. La puntata riesce comunque ad intrattenere, merito soprattutto del finale ad effetto, che chiude l'episodio con una nota soddisfacente, come a tranquillizzarci in maniera chiara e decisa sul fatto che il vero Lucifer non resterà certo a guardare.

Lucifer - Stagione 5 Il secondo episodio di Lucifer 5 prosegue nel solco del precedente e riesce ad intrattenente in maniera efficace, grazie soprattutto alla caratterizzazione del personaggio di Michael che con il suo modo di fare, così diverso da quello del protagonista, ne mette indirettamente in luce tutti i punti di forza. Peccato solo per la rapidità riservata ad alcuni importanti risvolti di trama, che forse avrebbero necessitato un grado di approfondimento maggiore.