Ritornare, a distanza di 20 anni, in un universo che non si è mai espanso in avanti può essere un compito particolarmente difficoltoso. Non è così immediato né tantomeno banale riprendere un franchise e pensare di ritrovare subito la stessa chimica, lo stesso insieme di fattori che l'avevano reso amato a tal punto. E non è neanche così scontato aver a che fare con le aspettative del proprio pubblico, che possono senza problemi schiacciare un proposito del genere prima ancora che il prodotto venga alla luce. Se a ciò aggiungiamo persino un cambio strutturale passando da un film ad una serie tv, le asperità da sormontare iniziano ad assumere forme grottesche.
Però queste sono le sfide cui Monsters & Co. la serie - Lavori in corso! ha dovuto affrontare, in qualità di sequel diretto dell'omonimo film, ambientato praticamente il giorno dopo le vicende della pellicola. Ad essere onesti, forse sono state un po' troppe sfide per la serie Disney+. Prima di proseguire nella lettura, ricordatevi di dare un'occhiata anche alle uscite Disney+ di settembre 2021.
Spaventatori o giullari?
Ambientata nella sempre meravigliosa e superbamente colorata Mostropoli, Monsters & Co. vede come protagonista Tylor Tuskmon, uno dei migliori alunni mai passati nelle aule della gloriosa Monsters University, pronto una volta per tutte a vestire i panni di spaventatore. Fresco di laurea e di offerta di lavoro proprio dalla Monsters & Co., il suo primo giorno prenderà tuttavia una piega inaspettata: è infatti la giornata in cui l'azienda viene affidata nelle sapienti mani di James Sullivan e Mike Wazowski, convinti nell'adottare delle misure drastiche; niente più energia derivata dalla paura, bensì dal sorriso e di conseguenza non più spaventatori, ma giullari, e Tylor vede cancellata in un sol colpo di spugna la sua intera educazione.

Disperato, sceglie comunque di non buttarsi giù d'animo e riesce a trovare fortunatamente un posto nel MIFT, i meccanici dell'azienda, in attesa di avere la sua chance come giullare. E già nella nostra anteprima di Monsters & Co. la serie avevamo più volte rimarcato quanto l'universo Pixar sia stupendo da ammirare, ricolmo ad ogni angoli di squisiti dettagli e design fantasiosi. Esteticamente la serie è a dir poco sontuosa e non vi neghiamo che, per certi versi, varrebbe la pena vederla anche solo per rimanere stupiti da tutti questi mostri, le loro forme e come sono ben inserite nei vari contesti - il torneo di bowling in tal senso è un guilty pleasure immancabile a nostro avviso.
Il contenuto in sé del telefilm, purtroppo, non va di pari passo con tanta beltà, a causa soprattutto di alcune scelte bizzarre che non hanno pagato fino in fondo. Ma partiamo dall'inizio: in cosa consiste Monsters & Co.? Strutturalmente la serie Disney si sviluppa come la più classica delle comedy, in cui in ogni puntata vengono affrontate e chiuse dai nostri prodi lavoratori del MIFT un paio di vicende, con giusto un piccolo - ed eccessivamente - timido tocco di trama orizzontale.

Unico ed apprezzato twist ad una formula che definire consolidata è ormai un eufemismo è l'aggiunta, nella stragrande maggioranza degli episodi, di un piccolo segmento alla fine rappresentato da delle strampalate lezioni di comicità tenute da Mike - simili per concetto ai Troy and Abed in the morning di Community. E fin da subito iniziano ad emergere le prime perplessità, poiché se si vuole tenere una struttura da comedy molto basilare bisogna spingere sull'acceleratore con i personaggi, specialmente in questo genere dove rivestono un ruolo cruciale; un ottimo gruppo di protagonisti può insomma salvare la baracca e molto di più.
Indecisioni e intrattenimento
Ma non è questo il caso di Monsters & Co. e qui si intrecciano diversi aspetti contraddittori. Innanzitutto la serie vuole dare molto spazio a Mike e James, sacrificando però minutaggio fondamentale per approfondire il gruppo del MIFT, vero cuore pulsante almeno sulla carta. È una decisione comprensibile, è un modo evidente per riallacciarsi ad un film di 20 anni fa e riprendere quella narrativa con un giusto periodo di ambientamento, mettiamola così. L'effetto altrettanto evidente, però, è rallentare la caratterizzazione di Tylor e dei vari Val, Duncan, Fritz e Cutter, con il risultato inevitabile di un inizio piuttosto lento e compassato.

Eppure il ruolo ingombrante di Mike e James non scompare con il proseguire della stagione e ciò che resta dell'approfondimento del MIFT è un insieme banale di individui ultra buoni, con tanta voglia di lavorare e nulla più, quasi delle copie carbone - escluso Duncan che ha un pizzico di caratterizzazione in più con la sua ossessione per l'avanzamento di carriera. Ed è davvero troppo poco e superficiale anche per un serie chiaramente destinata ad un pubblico giovane, nonostante si potrà obiettare che buona parte dei fan del film siano grandicelli ad ora.
Non sono spiacevoli da nessun punto di vista, ma svolgono a malapena il loro compito e ci appaiono "vittime" di una forte indecisione in fase di concettualizzazione della serie, che ha a tutti gli effetti avuto paura di puntarci troppo, preferendo una via di mezzo insoddisfacente sul lungo periodo. Monsters & Co. migliora sicuramente quando si dà un'occhiata alle trame verticali, che riescono a risultare sempre varie e capaci di intrattenere, sorrette anche dall'estetica maestosa.

Intendiamoci, nulla di rivoluzionario e a tratti si ha la sensazione di ripercorrere vistosamente alcune tematiche e sezioni del film; dei dejavu almeno controbilanciati da alcune trovate simpatiche, un umorismo che magari non sarà travolgente ma lascia il suo segno, un doppiaggio in lingua originale a tratti eccezionale - grazie anche a nomi del calibro di Mindy Kaling ed Henry Winkler - e qualche tenera sorpresa che riuscirà a commuovere. Monsters & Co. è un prodotto che certamente crolla sotto il peso di alcune delle sfide che doveva affrontare e soffre di indecisioni problematiche, ma riesce tutto sommato a cavarsela e ad offrire, nella maggior parte dei casi, un sufficiente intrattenimento.