Moon Knight 1x06 Recensione: un finale insoddisfacente che farà discutere

Moon Knight chiude la sua epopea con un finale insoddisfacente e poco ispirato, con poche - ma interessanti - scintille e tante ombre.

Moon Knight 1x06 Recensione: un finale insoddisfacente che farà discutere
Articolo a cura di

Dopo averci regalato uno dei momenti più alti mai raggiunti dalle serie MCU con la scorsa puntata (qui potete recuperare la nostra recensione di Moon Knight 1x05), è giunto il tempo di chiudere anche il cerchio - pardon, mezzaluna - di Moon Knight. E saremo onesti, già premendo play abbiamo tremato un po', poiché avevamo paventato la possibilità di un finale di troppo confusionario per Moon Knight, sensazione acuita dalla durata estremamente ridotta dell'episodio - che si aggira sui 35-40 minuti, esclusi i titoli di coda. Era sinceramente impensabile far quadrare tutto e risolvere ogni singola trama ed escamotage architettato dagli sceneggiatori in un lasso di tempo così ristretto.

Ciò ha portato a delle soluzioni insoddisfacenti e affrettate, che rendono ben poca giustizia sia alle diverse intuizioni intriganti che Moon Knight ha comunque messo in campo tra alti e bassi fino ad ora, sia al personaggio in sé, che avrebbe potuto e dovuto segnare uno spartiacque e ritagliare uno spazio per un tono differente nel MCU. Si è ormai capito che non è andata in tal modo, Moon Knight dopo un paio di colpi da maestro capaci di sovvertire le aspettative e mettere in dubbio qualunque avvenimento, si è immediatamente riposizionata all'interno della formula Marvel più classica. Peccato che la serie avesse più volte dimostrato enormi difficoltà proprio nel mettere in scena sequenze più standard e tipicamente marvelliane.

Un paio di luci fioche

Ma procediamo con ordine: l'episodio inizia nel momento in cui Harrow (Ethan Hawke) spara a Marc (Oscar Isaac) dentro la tomba di Alessandro Magno, con Layla (May Calamawy) spettatrice inorridita e nascosta che riesce tuttavia a confondersi tra i seguaci del pazzo apostolo di Ammit. Mentre lo segue aspettando l'attimo giusto per ucciderlo, viene contattata dalla dea Taweret, che le intima di fermarsi e di concentrarsi sul liberare Khonshu. Nell'Oltretomba, intanto, Marc rifiuta il Campo dei giunchi, nonostante l'indubbia bellezza e pace che ha trovato, per aiutare Steven e cercare disperatamente un modo per fuggire una volta per tutta dalla Duat.

Ora, prima di iniziare l'invettiva vera e propria, va precisato che il finale mette in gioco alcuni elementi interessanti: innanzitutto inserisce nella maniera più coerente e naturale possibile la liberazione di Khonshu, elemento che da solo correva il rischio di corrodere alla base il tessuto narrativo della puntata, che magari poteva essere risolto a caso o addirittura off-screen nel peggior scenario possibile; Steven che trova la forza di contrattare con il manipolatore dio della luna, laddove persino Marc trova impedimenti a causa degli insormontabili sensi di colpa, è una perfetta chiusura della sua evoluzione; alcune scene sono discretamente evocative e a tratti entusiasmanti - come ad esempio il combattimenti su due fronti o la brillante scena post-credit. C'è del buono in questa chiusura di Moon Knight, che però non può brillare al cospetto delle scelte scellerate che sono state prese per tutto il resto.

Una marea di superficialità

Infatti, dagli aspetti più piccoli alle stesse situazioni che guidano la puntata, questo epilogo è un mix di idee fuori luogo, incoerenze quasi insopportabili e sviluppi che avrebbero necessitato di molto più tempo per essere di impatto. Prendiamo ad esempio la dinamica Marc/Steven: adesso i due vanno d'accordo, ma perché ora si scambiano i ruoli ogni 3 secondi rendendo impossibile qualunque tentativo di dialogo con gli altri? Perché Steven ora sa improvvisamente combattere bene e non in maniera impacciata? Perché si scambiano continuamente persino durante le battaglie senza alcun motivo? E su Layla le circostanze non sono migliori; vittima di una caratterizzazione improvvisa che non limita e depotenzia ulteriormente il già poco spazio su schermo, ma che soprattutto viene gettata nella mischia senza che ne siano davvero affrontate le premesse o le conseguenze.

Oppure, chi è stato a pensare che un blackout nel momento decisivo dello scontro finale fosse un colpo di genio? A questo punto non è neanche più uno strumento narrativo, è negligenza produttiva. Com'è scellerato liberarsi in un sol colpo di spugna di tutte le intuizioni della scorsa puntata o far sorgere bruscamente all'ultimo istante - e non prima - dei dilemmi morali in Marc, un individuo che ha ucciso decine e decine di criminali in condizioni prive di poste in palio e non con la vita di miliardi di persone in gioco. Per la sua caratterizzazione all'interno della serie non sarebbero fuori posto simili rimostranze, ma non possono essere tematizzate e risolte in cinque secondi netti. Non è il modo di costruire un finale questo, Moon Knight è l'ennesima dimostrazione che gli show Marvel hanno un serio problema con l'ultimo atto.

Moon Knight Moon Knight è l'ennesima riprova di quanto le serie Marvel fatichino nel loro ultimo atto. Premettiamo che qualcosa di buono in questo episodio conclusivo c'è: inserisce alcuni elementi di trama nel modo più naturale e coerente possibile, alcune sequenze sono mozzafiato ed evocative, la scena post-credit è brillante, la caratterizzazione di Steven trova la sua chiusura perfetta - o quasi. Il problema è tutto il resto, che non è altro che un mix di idee scellerate (come il blackout nel momento decisivo del combattimento per non risolverlo) o non messe a fuoco, in primis la caratterizzazione improvvisa di Layla. O persino fuori luogo, come le rimostranze morali finali di Marc risolte in cinque secondi, o ignorare con un sol colpo di spugna tutte le intuizioni messe in campo la scorsa settimana. Ne fuoriesce un insieme debole, che rientra perfettamente nei canoni della formula Marvel, peccato che non si sposi minimamente con il personaggio di Marc Spector e che più volte la miniserie avesse mostrato di essere consapevole di queste debolezze.